Incontro con l'autore di "La solitudine dell'assassino": Andrea Molesini

Molti anni fa, Carlo Malaguti ha ucciso. Da allora, la pena più dura non è quella che sta scontando nel carcere di Trieste, ma l’ostinato silenzio in cui ha seppellito la propria verità sul delitto, rinunciando persino a difendersi in tribunale. Tra le mura della sua cella sembra aver trovato un riparo dal rumore del mondo che lo aiuta ad affrontare la tenebra che sente dentro di sé. Adesso però Malaguti ha più di ottant’anni e un giudice ha stabilito che deve tornare libero. Ma libero di fare cosa? Di confessare? Di uccidere ancora?Sono queste le domande che non danno pace a Luca Rainer, stimato traduttore sulla soglia critica dei quaranta. I due non si conoscono, ma qualcuno vuole farli incontrare, sapendo che a legarli può esserci molto più di una fervida passione per la letteratura. Entrare nel labirinto fortificato che è la mente di Malaguti è un’impresa ardua: Rainer dovrà mostrarsi degno dei segreti che l’assassino custodisce, battersi con l’immensità della sua solitudine, e provare il sapore acre della paura.Andrea Molesini ha scritto un romanzo di forti emozioni e stile felice sulle sfide imposte dalla libertà, sui dispetti del caso, sull’amicizia che ogni giorno va rimessa alla prova, sul nostro insopprimibile bisogno di dare un senso alle cose.

La solitudine dell'assassino
Andrea Molesini
Marchio: Rizzoli
Collana: LA SCALA
Prezzo: 19.00 €
Pagine: 368


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Pensavo di incontrare un trionfo intellettualoide invece ho scoperto una persona di una simpatia, cortesia e cultura rara da trovare non solo nel campo letterario ma anche nella vita reale.
Antefatto: conoscevo l'autore solo per la fama di scrittore per ragazzi perché vincitore dell'Andersen. Mea culpa: ammetto di non avere mai letto i suoi libri per adulti nonostante fosse stato anni fa vincitore di un Supercampiello con "Non tutti i bastardi sono di Vienna".
Come sapete, sono una librivora ma non so perché i libri di questo scrittore non mi avevano mai incuriosito. Bene, dopo aver divorato in una notte "La solitudine dell'assassino" posso dirvi che andrò a leggere, in maniera compulsiva, tutti i suoi libri precedenti. Come vi dicevo prima di perdermi nelle mie solite elucubrazioni mentali, mi sono trovata all'improvviso a dover presentare questo romanziere durante un incontro facente parte della  bella manifestazione "Parole amiche", che si tiene ogni anno a San Giovanni Lupatoto in provincia di Verona. 

L'intervistatrice si è ammalata e sono stata chiamata io a sostituirla.
Se devo essere sincera ho cercato tutte le scuse per non farlo: non mi sentivo all'altezza di condurre un incontro con uno scrittore di così altissimo livello.
La lettura della sua biografia mi aveva lanciata nel panico alla velocità di una fionda scagliata nel vento. Alla fine, dopo aver chiesto a tanti di prendere il mio posto, mi sono rassegnata e... sono corsa in libreria ad acquistare il libro. Avevo una notte davanti per fiondarmici dentro e viverlo talmente tanto da essere in grado di formulare domande di una certa intelligenza. Il che è stato molto duro. Fino al momento di iniziare il cartaceo ero convinta di essere intelligente, non un genio, ma comunque una persona con un buon quoziente intellettivo; quando ho chiuso il libro avevo molti dubbi su questa mia unica certezza di vita.

Questo romanzo è sconvolgente, di una complessità notevole dietro un'apparenza lineare. La scrittura è scorrevole, priva di orpelli e di barocchismi inutili. Intrisa, però, di una cultura filosofica e letteraria che aleggia in tutto il libro. La complessità psicologica dei due protagonisti principali è viva, palpabile. Carlo, l'assassino, è un uomo duro, coriaceo, con un senso di giustizia che si evince da ogni poro del suo corpo. Non cerca scusanti, non vuole attenuanti, non vuole espiare e non vuole, soprattutto, il perdono divino.

Come avrete capito questo libro deve essere letto più volte per essere assaporato in tutta la sua interezza. Ogni lettura permette di cogliere tutti i segmenti di questa piramide dove alla base sta una storia semplice che si dipana man mano che si sale nella complessità della vita.

Era da un po' che non leggevo un romanzo così vivo, vero, sentito; inoltre il punto di vista, con una narrazione in prima persona, acuisce tutte le sensazioni che prova il lettore. 
Non vi posso dire di più, perché solo leggendolo capirete queste mie parole!

Ledra

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