Pensieri su “La principessa rapita” di Anne Gracie

In una notte senza luna Gabriel Renfrew, figlio del conte di Alverleigh, si lancia al galoppo lungo un sentiero sulla scogliera non lontana dalla sua tenuta. Abbandonati dalla nave su cui stavano viaggiando, Callie e il figlioletto Nicky risalgono il pendio e sbucano all’improvviso sul sentiero, rischiando di essere travolti dal cavallo di Gabriel. Basta uno sguardo e la giovane vedova dagli occhi verdi conquista il cuore del possente e affascinante cavaliere. Gabe porta in salvo madre e figlio, affezionandosi al loro misterioso passato, fino al punto di proporre a Callie un matrimonio di convenienza…

Ambientazione:
Inghilterra, 1816 (periodo regency)

LA PRINCIPESSA RAPITA (The Stolen Princess) è il primo romanzo della serie Devil Riders, che narra le vicende di un gruppo di soldati reduci dalle guerre napoleoniche.

La serie proseguirà con “His Captive Lady”, “To Catch a Bride”, “The Accidental Wedding” e “Bride by Mistake”, di prossima pubblicazione.

Tra le altre opere di Anne Gracie già pubblicate in precedenza da Mondadori nella collana I Romanzi Classic, ricordiamo IRRESISTIBILE LIBERTINO (The Perfect Rake), L’ADORABILE TENEBROSO (The Perfect Waltz), ADORABILE SCONOSCIUTO (The Perfect Stranger) e IL BACIO PERFETTO (The Perfect Kiss).

***

Non conoscevo quest’autrice ma sono bastate le prime dieci pagine per innamorarmi della sua scrittura. Il libro scorre con la velocità di un treno dall’inizio alla fine e, quando si arriva all’ultimo punto, si ha voglia di leggere già il successivo della serie. I protagonisti sono bene caratterizzati e Nicky, il figlio di Callie, è un bambino tenerissimo. Anche i personaggi minori sono affascinanti tanto che lo definirei anche un romanzo storico corale. Gli amici di Gabe, gli Angeli del Duca, sono tenebrosi e forti, e mi ha assalita la voglia di sapere tutto di loro. La trama è ricca di colpi di scena e anche le descrizioni sono ben calibrate. L’autrice ha la grande capacità di farti entrare dentro al libro. A essere sincera, mi ci sono catapultata con entusiasmo e con una sospensione dalla realtà che per me è rara. Non ho bruciato le zucchine come ho fatto leggendo l’ultimo della Probst ma ho comunque omesso di spolverare con grande gaudio del mio amico acaro che, ormai, peserà un paio di chiletti. 
Non vedo l’ora di leggere il prossimo della serie sperando che ne sia Rafe il protagonista. Credo che svilupperò nei confronti di questa serie una grande dipendenza… da cui, però, non voglio essere guarita!

Ledra

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