Pensieri e riflessioni su "Il ragazzo che veniva dal freddo" di B.G. Thomas

Autore: B.G. Thomas
Titolo: Il ragazzo che veniva dal freddo
Editore: Dreamspinner Press
ISBN-13: 978-1-63477-220-4
Pagine: 244
Copertina: Aaron Anderson
Genere: m/m
Traduzione di: Ugo Telese
Uscita: 23 febbraio 2016

Trama:
Todd Burton ne ha abbastanza del paesino di Buckman. Il patrigno manesco lo chiama frocio. Il suo amico Austin gli fa capire che potrebbe essere gay, ma Todd non vuole ammettere che il patrigno potrebbe avere ragione. E poi lui sogna di diventare uno chef. Tre buoni motivi per lasciare il paese natale e dirigersi verso ‘pascoli più verdi’. Quando però Todd raggiunge la grande città, la fortuna lo abbandona. Ben presto non riesce più a pagare l’affitto e viene sfrattato. Nel bel mezzo di una tempesta di neve.
Gabe Richards è un ricco uomo d’affari che è stato ferito abbastanza volte nel passato da fargli temere che non riuscirà più ad avvicinarsi di nuovo a qualcuno. Quando però vede fuori dal suo palazzo Todd, che si sta congelando, prova pietà per lui e gli offre un riparo dal freddo.
Con loro reciproca sorpresa, Todd e Gabe si scoprono attratti l’uno all’altro. ‘Una notte’ diventa una settimana. Forse il ragazzo che viene dal freddo scioglierà il ghiaccio attorno al cuore di Gabe. E forse essere sfrattato si rivelerà per Todd un colpo di fortuna.


Il pensiero di Amarilli73

Guardò Gabe, il cui viso all’improvviso divenne raggiante. Era bello. 
Gabe si voltò e guardò Todd, e lui sentiva la gravità che veniva a mancare. 
Quegli occhi. Che guardavano lui. Così blu ma chiari. Irreali. 
Todd sentì un brivido da pelle d’oca percorrergli la schiena e le braccia. Come era capitato lì?

Libro con un sottofondo dolce ma lento. Anche troppo. A tre quarti volevo arrivare in fondo per insofferenza manifesta. Tanti dialoghi inutili che potevano essere tagliati e scene superflue ai fini della narrazione. Vista la squadra di editor che viene ringraziata all'inizio, mi aspettavo un testo più lineare e limato. Di solito mi appunto sempre le frasi che mi hanno colpito, e qui mi sono accorta di aver segnato soltanto le citazioni di altri autori di cui il libro viene infarcito (il che è la dice lunga sull'originalità del testo).
In generale anche il livello di scrittura non è eccelso: basti dire che la parola "erezione" è davvero la terza protagonista. Sarà nominata e ripetuta forse non una trentina di volte, ma quasi. Alla fine sembra la parola magica: non so come concludere il dialogo, tac... uno dei due ha un'erezione; non so come insaporire una scena sonnacchiosa... tac l'altro ha un'erezione; uno cucina e ha un'erezione, pranzano e l'altro ha un'erezione, ecc.
Concludendo: tante pagine su argomenti inutili e passaggi veloci su tematiche che avrei invece voluto vedere approfondite (non parliamo di come è risolta la questione con la madre, ridotta al solito stereotipo di macchietta omofoba e avida di denaro, con secondo marito viscido a fianco...). 
Come dicevo, manca qualcosa per renderla una storia credibile.


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