Review Tour per "PESTILENZA" di Laura Thalassa

 


Sono arrivati sulla Terra ‒ Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte ‒ quattro Cavalieri in sella ai loro temibili destrieri, diretti ognuno verso un angolo del mondo. Quattro Cavalieri con il potere di distruggere l’umanità, giunti sin qui per sterminarci tutti.
Quando Pestilenza arriva nella cittadina di Whistler, in Canada, Sara Burns sa per certo che tutte le persone che lei conosce e ama sono destinate a morire, a meno che il Cavaliere dalle fattezze angeliche non venga fermato. Ed è proprio questo che Sara ha in mente di fare quando, con un colpo di fucile, lo disarciona dal suo cavallo.
Peccato che nessuno l’abbia avvisata che la bestia immonda non può morire.
Si ritrova quindi prigioniera di un Cavaliere immortale e molto, molto arrabbiato, il cui unico scopo è farla soffrire. Più il tempo passa, però, e più Sara è incerta sui sentimenti che il messaggero dell’Apocalisse nutre per lei e... viceversa.
Sara può ancora salvare il mondo, ma per farlo dovrà essere disposta a sacrificare il suo cuore.

Titolo: Pestilenza
Autore: Laura Thalassa
Serie: I quattro Cavalieri #1
Genere: Urban Fantasy/ Paranormal romance
Editore: Hope edizioni *
 * ringrazio la CE per la copia
Data di uscita: 8 ottobre 2021
Traduzione: Claudia Milani
Cover: Angelice



«Non riesco a decidere se tu sia una tossina o un antidoto»
«So solo che mi hai infettato i pensieri e il sangue.»


Per una volta l'hype che si era creato intorno all'uscita di questo libro ha rischiato di guastarmi la lettura.
Diciamo che ero partita con una certa idea in testa e avendo anche come pietra di paragone la serie dedicata ai Quattro Cavalieri dell'Apocalisse di Larissa Ione, da sempre una mia delle mie favorite in ambito urban fantasy.
Quindi, complice anche un po' il (mio) pregiudizio, ci ho messo un po' per accorgermi di stare leggendo qualcosa di completamente diverso, sia come impostazione che come stile, per cui ho cercato di farmi un'idea autonoma a prescindere, senza più farmi influenzare.

La Thalassa parte in media res, senza offrire una spiegazione sostanziale su molte cose.
L'inizio sembrerebbe quasi un distopico, in effetti: a un certo punto ai nostri giorni sono comparsi i quattro cavalieri, letteralmente simili a quelli descritti nel libro dell'Apocalisse, i quali, senza fare grandi proclami o senza dare una sorta di termine di grazia agli umani, hanno da subito provocato devastazione e la rovina tecnologica (però a caso, perché gli aerei sono caduti, però i fucili e le armi funzionano ancora, come pure radio e tv, e saltuariamente l'illuminazione).
E' iniziata l'era dei Cavalieri, cinque anni di sofferenze, anche se poi in realtà è rimasto soltanto il primo di loro a galoppare per il globo, proprio quel Pestilenza in grado di portare con sé la Febbre Messianica.

Ora, sarà perché stiamo giusto uscendo da una pandemia mondiale (cosa invece non prevedibile quando la Thalassa scriveva), però, a livello personale, non ho subito il fascino di questo Pesty: è un po' un terminator dispensatore di morte, robotico nell'esprimersi (non sa perché è venuto, non sa se c'è una possibilità di salvezza, gli hanno comandato di andare e lui va), in grado di autorigenerarsi come un vampiro o un supereroe.
Va detto, però, che mantiene sino all'ultimo una certa coerenza di fondo e compie un interessante percorso di evoluzione, passando dall'essere un immortale indifferente a calarsi nei panni della nostra misera mortalità (e qui direi che, più che le doti persuasive dell'umana che incontra, sono gli esempi di vita e la realtà che impara a conoscere a mutarlo).

Ho trovato, al contrario, più ambigua la comprimaria Sara Burns, a cui viene dato un continuo cambio di registro quasi straniante, passando da atmosfere dark e plumbee, in cui vede morire amici e conoscenti e teme per i familiari, decidendo per scelte estreme, a commenti da fangirl da spiaggia quando vede arrivare il mostro e non le viene in mente altro che contemplare un "modello photoshoppato".
E lo standard "oh-no, povera me/oh-sì, me-lo farei" resta pressoché quello: l'ennesima salvezza dell'umanità che passa da una tipa con propensione a incendiarsi per il dannato di turno dopo quattro giorni di galoppata (se non altro, abbiamo la prova che, nonostante centinaia di morti terribili viste da vicino, la libido non ne risente).

Insomma, paradossalmente, è Pesty a redimersi e ad acquisire maggior spessore nel corso della trama, mentre la Burns l'avrei buttata volentieri giù dalla sella.

Ciò che mi è piaciuto è stata soprattutto l'ambientazione del libro, questo clima fosco e opprimente, il mistero che aleggia sulla venuta dei quattro e sulla possibilità di arrestare la loro missione in qualche modo: non ho nominato Terminator a caso, peraltro, perché se ricordate la scena finale del primo film con Sarah Connor (sempre Sara sono!), le emozioni di pre-apocalisse sono simili.
Anche per questo sono molto curiosa di proseguire la serie: da un lato voglio vedere che combineranno i prossimi tre cavalieri, dall'altro, riconosco che un primo volume sconta sempre le difficoltà dell'introduzione e il fatto di non poter svelare tutto e subito.

Nel complesso: lettura a suo modo intrigante, con buone aspettative per il seguito.

Amarilli

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