Review Party per "LA MANO SINISTRA DEL BUIO" di Ursula K. Le Guin

 

Sul pianeta Inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l'Ecumene ha inviato un emissario, Genly Ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla Lega. Non sarà facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. Per riuscire nel suo intento, l'Inviato dovrà superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande Nord degno di Jack London. 

Opera rivoluzionaria per i suoi aspetti concettuali e stilistici, "La mano sinistra del buio" descrive – nota Nicoletta Vallorani – «la progressiva costruzione di un rapporto di amicizia tra diversi che oltrepassa con spontaneità struggente ogni genere di differenza, e ogni differenza di genere». 

La mano sinistra del buio
di Ursula K. Le Guin
Editore: Mondadori *
 * ringrazio la CE per la copia
26 ottobre 2021




«Sento freddo da quando sono giunto in questo mondo».
«Come chiamate questo mondo nella vostra lingua?»
«Gethen.»
«Non gli avete assegnato un vostro nome?»
«Sì, i Primi Investigatori l’hanno fatto. L’hanno chiamato Inverno.»

5 e lode - Nona volta che lo rileggo e ormai conosco certi passaggi a memoria, eppure mi emoziono e mi commuovo sempre, e quando arriva l'ultima battuta mi assale un magone pazzesco...

Avevo gli occhi rivolti alle stelle, 

e non ho visto il fango in cui stavo finendo.


Genly Ai, rappresentante di una lega interstellare, viene inviato su Gethen, pianeta in cui secoli di isolamento hanno plasmato gli antichi coloni in una nuova specie unigenere/ermafrodita, dando vita a nuovi costumi e a un nuovo modo di pensare.
Genly deve riuscire a superare le tante barriere che separano indigeni e umani per fare accettare l'offerta della lega, ma non è affatto facile. Inverno è un pianeta difficile, letale, come i suoi abitanti, e il suo unico alleato è inaspettato: Therem Harth rem ir Estraven.

Un amico. Cos’è un amico, in un mondo in cui gli amici possono diventare amanti al cambiare delle fasi lunari? Certo non lo ero io, intrappolato nella mia virilità: non ero amico di Therem Harth, o di chiunque appartenesse alla sua razza. Né uomo né donna, nessuna delle due cose ed entrambe, ciclici, lunari, mutevoli al tocco di una mano, scambiati alla nascita nella culla dell’umanità, non eravamo figli della stessa carne, né amici; fra di noi non poteva esserci amore.


Sì, ha un ritmo lento, ma dopo un po' diventa ipnotico, sì i sentimenti sono grezzi, scivolosi e freddi come ghiaccio, sì c'è politica, cospirazione, ci sono tematiche ambientali e sociali inserite con insistenza (perchè la Le Guin non era una semplice scrittrice), sì c'è diffidenza verso culture diverse, sì c'è il razzismo di chi è unigenere e vede noi "terrani" con sessi distinti come creature imperfette e inferiori, però quanto caspita è bello questo libro.

La luce è la mano sinistra del buio, e il buio è la mano destra della luce. 
Due sono uno, vita e morte, e giacciono insieme come amanti in kemmer, 
come mani giunte, come la méta e la strada.

Quanto è potente il viaggio nella neve e nella purezza dell'inverno, per unire mondi e conoscenza, tradizioni e carne della carne, per capire quanto la vita si diversifica senza perdersi in banalità mortali.
Puro struggimento, pura tristezza, luce e buio, due rette parallele che non si uniscono.

Luce, buio. Paura, coraggio. Freddo, calore. Femmina, maschio. 
Sei tu, Therem. Una cosa ed entrambe. 

Un’ombra sulla neve.


Amarilli


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