Pensieri su “Il gioiello delle Highlands” di May McGoldrick

Edimburgo, 1820. La capitale scozzese è scossa da proteste: in questo clima tumultuoso, Maisie Murray inizia a lottare in difesa del suffragio universale insieme all’amica Fiona. 
Un giorno però, mentre Maisie sta arringando la piazza, la polizia carica la folla e cerca di arrestare i presenti: sarà un prestante sconosciuto a sottrarla alla cattura. Ritrovata Fiona, Maisie scopre che il misterioso salvatore è l’ex luogotenente Niall Campbell, fratello maggiore della sua amica. Niall è contrario all’attivismo delle due donne e si scontra duramente con Maisie, ma anche se le loro idee sembrano inconciliabili, presto le ragioni del cuore avranno la meglio sul resto…

“Il gioiello delle Highlands” 
di May McGoldrick 
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Passione 204
Uscita: ottobre 2021

La trilogia di ambientazione scozzese ‘Royal Highlander’:
1) TRAPPOLE E PASSIONI (Highland Crown)
2) L GIOIELLO DELLE HIGHLANDS (Highland Jewel),
3) ‘Highland Sword’, di prossima pubblicazione.



Lievemente superiore al primo capitolo, ma questa serie proprio non mi prende.

Il duo marito/moglie dei McGoldrick si è imputato sulla storia scozzese, che è suggestiva quando siamo in ambito medievale, ma è triste e grama in quest'epoca di declino e angheria inglese (non per nulla, è in questo periodo che sir Walter Scott rinverdisce il folklore per ridare un po' di smalto e ingraziarsi la corona).

Qui la vicenda ruota intorno all'ipotetico incontro tra la regina Carolina, moglie bistrattata di Prinny il reggente, e da lui esiliata nel continente, e un suo figlio illegittimo, pretendente al trono di Scozia.
Carolina è stata effettivamente l'unico motivo di interesse nella lettura, perché l'ho sempre ammirata, nonostante tutto il fango maschile che le è piovuto addosso. Tanti romanzi celebrano invece il pingue Prinny, per il carattere malandrino e donnaiolo, ma io non l’ho mai trovato così divertente.
Detto questo, e sottolineato che per me è stato tutto reso nel modo più noioso possibile, ho trovato estenuanti anche Niall e Maisie, che si prendono, si lasciano, tra continue incomprensioni.

Da un lato, Maisie si cala nel ruolo politico, poi però non è più capace di uscirne e di accettare le conseguenze dolorose. Dall'altra, Niall vorrebbe allontanarsi dal regime inglese, ma è troppo importante come pedina e quindi si ritrova invischiato in un gioco di ricatti tra le due fazioni.

Insomma, l'amore è poco e si stenta a crescere che ci sia tutto questo trasporto dopo tre scene dove i due sono riusciti a stare soli.
Lei è maldestra, passa dall'autocompatirsi (è tutta colpa mia) a fregare lui perché non riesce a spiegarsi. Non parliamo della sorella che, mentre lui viene pestato e torturato, rassicura Maisie dicendo che "non ti preoccupare, è un ragazzo robusto, qualche pugno non lo ucciderà..." (??? ah, ah).

Nel complesso: un libro che regala poche soddisfazioni.

Amarilli

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