Pensieri su "Un conte da amare" (Gli Aincourt Vol. 3) di Candace Camp



Sette anni di matrimonio, ma suo marito per lei è un perfetto estraneo. 
Eppure Rachel sa che è soltanto colpa sua se le cose sono andate così: aveva accettato di diventare la moglie di Michael Trent, Conte di Westhampton, solo per volere del padre, e alla vigilia delle nozze era scappata con un giovane squattrinato di cui si era innamorata. La fuga era stata sventata e Michael aveva messo a tacere lo scandalo sposandola ugualmente, ma la loro era stata un'unione fasulla e di fatto avevano sempre condotto vite separate. Col tempo, tuttavia, il desiderio di avere un rapporto vero con il marito è diventato sempre più intenso, così come il sospetto che dietro l'uomo freddo ed enigmatico che ha sposato si nasconda in realtà una persona complessa e intrigante. E quando un misterioso individuo la avverte che qualcuno vuol far del male a Michael, i dubbi di Rachel acquistano all'improvviso nuova concretezza.

Titolo: Un conte da amare
Serie: Gli Aincourt #3
Autore: Candance Camp
Editore: ‎HarperCollins Italia
Uscita: 1 aprile 2021


Seconda rilettura... e mi ero totalmente scordata della prima. 
Già lì mi si sarebbe dovuta accendere una lampadina.

Altro che vicenda un po' tirata, pregando di chiudere un occhio!
Ora, va bene la sospensione dell'incredulità, va bene che in sette anni hai sempre visto tuo marito unicamente vestito e mentre ti faceva il baciamano, ma ci avrai comunque fatto colazione, gli sarai stata seduta vicino in carrozza... insomma, sai che faccia ha.
Ho trovato il terzo volume (e mi spiace) basato su una trama risibile e poco coerente, con lui che tanto ama la moglie ma che la scopre arguta e brillante e intuitiva "solo ora" (per fortuna che ne era innamorato perso da anni: ma viene da chiedersi di cosa?) e con lei che crede alla favoletta dell'esistenza di un gemello alternativo, spiccicato al conte, ma con quel tocco popolano, colorito e sexy ("boaro ma bon", per dirla alla veneta) per via della diversa mèche di chioma e del filo di barba che gli ombreggia le guance (ma neanche in una soap hanno mai preteso tanto...).

Due libri interi ad aspettare di sciogliere il mistero di questa terza coppia, fedele ma casta, e scopriamo che bastava che si parlassero, cambiando argomento rispetto al tempo, ai raccolti in campagna e al tipo di dolcetti da accompagnare al tè. 
Tutto qua. Purtroppo, tutto qua.

Non voglio essere cattiva, però questi Aincourt si sono rivelati anche belli, ma che delusione d'intelletto: Devin si è svegliato fuori dal torpore solo grazie alla dinamica e americana Miranda; la seconda sorella, moglie del duca compare solo nei ricordi, essendo già morta, ed è un po' venuta meno l'immagine idilliaca che avevamo; e Rachel, lei è quella che è, appunto: marito mio, se mi fai l'uomo spigliato e meno compassato, non ti riconosco più.

Amarilli


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