Pensieri su "Fiori per Algernon" di Daniel Keyes


Algernon è un topo, ma non è un topo qualunque. 
Con un'audace operazione, uno scienziato ha triplicato il suo IQ, rendendolo forse più intelligente di alcuni esseri umani. Di certo più di Charlie Gordon che, fino all'età di trentadue anni, ha vissuto nella dolorosa consapevolezza di non essere molto... sveglio. 
Ma cosa succede quando quella stessa operazione viene effettuata su Charlie? 
Il diario di un uomo che "voleva soltanto essere come gli altri".

Fiori per Algernon
di Daniel Keyes
Editore: ‎TEA
314 pagine
ISBN-13 :  978-8850241910
Uscita: marzo 2016




Questo è uno di quei libri che non rispettano la fila, sconosciuto un minuto prima, che da leggiucchiare l’estratto a finirlo è un attimo, facendogli scavalcare la lunga lista di titoli che aspettano da tempo immemore di essere iniziati.

Libro non proprio fresco di stampa, risale agli anni 60, quando fu, con merito, premiato con il Nebula.

Buona parte della narrazione è sotto forma di diario, dove possiamo seguire la parabola di Charlie, il fantastico protagonista di questa storia.
In seguito a un intervento Charlie vede accrescere la sua intelligenza, passa da farsi sconfiggere dal suo compagno di laboratorio, il topolino Algernon, ad acquisire capacità che surclasseranno persino quelle degli scienziati che lo studiano, un’evoluzione intellettuale dolorosa in quanto gli aprirà gli occhi sull’atroce consapevolezza della realtà che ha vissuto fino a quel momento.

Toccante è la rielaborazione dei fatti di una vita intera alla luce delle sue acuite capacita intellettive, e il claudicante sviluppo emotivo.
Struggente e doloroso il passato che riaffiora che gli appartiene e allo stesso tempo gli è estraneo.

Un confronto implacabile tra i due Charlie, l’idiota e il genio.

Charlie ha un quoziente intellettivo molto basso, Charlie è un idiota, questo è quello che vedono tutti, dalla sua famiglia ai suoi colleghi ai professori che lo studiano, ma è insita in lui anche una saggezza, e proprio in forza del suo essere libera dai condizionamenti dell’intelletto, risulta così essenziale, così vera.

Come l’Idiota Dostoevskijano Charlie con la sua semplice mente irradia una grandezza umana davanti a cui non si può che sentirsi piccolissimi e stolti, noi insulse menti nella media, come la sorella Norma di nome e di fatto, non saremo mai esseri eccezionali, in un verso o nell’altro come invece ci ha insegnato ad essere questa anima immensa descritta da Keyes, che dimentica le cognizioni più semplici, ma mai di portare i fiori al suo amico Algernon.

Lucia

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