Pensieri su “La fuga di Libby” di Robin Lee Hatcher




Libby Blue è una donna che veste come un uomo e che governa un ranch sperduto nell’Idaho, eppure Remington Walker non ha alcun dubbio: quella è proprio Olivia Vanderhoff, la ricchissima ereditiera scomparsa dalla sua elegante casa di famiglia a Manhattan. Non gli resta che riportare la ragazza dal padre, riscuotere la lauta ricompensa e… compiere la sua vendetta: per l’odiato signor Vanderhoff si avvicina la resa dei conti. Ma intanto Remington si chiede cosa possa aver spinto una giovane così raffinata a barattare una vita di lussi con un’esistenza dura e faticosa in un posto tanto selvaggio. Da cosa stava scappando? O peggio, da chi? 
Ma lui ha un lavoro da portare a termine e non può certo dar retta allo strano sentimento che prova ogni volta che si avvicina a quella ragazza che sembra incendiare i suoi sensi…

“La fuga di Libby” 
Robin Lee Hatcher 
Editore. Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 81
Ambientazione: America, Stati Uniti, Idaho, 1890
Uscita: ottobre 2021



Non conoscevo quest'autrice finché non l'ho letta proprio grazie agli Introvabili. 
Questo, in effetti, è il suo secondo romanzo che apprezzo, sempre ambientato nelle terre di frontiera di fine '800. 

Lo potremmo definire un western romance a tutti gli effetti, perché la vicenda principale si svolge proprio nel selvaggio Idaho, dove una giovane donna, Libby Blu, manda avanti quasi da sola un ranch e il relativo allevamento di pecore (che sono poi la principale fonte di reddito).
Tra vicini avidi e violenti, solitudine e dure condizioni di vita in generale, l'esistenza di Libby sarebbe già complessa di suo, se a sua volta la donna non nascondesse la propria identità, dopo essere fuggita dalla propria famiglia d'origine, continuando a credere che quel ranch sperduto e non proprio florido sia il luogo migliore per nascondersi e cercare una seconda opportunità.

Ma è lì che la trova Walker, un po' avventuriero mercenario, un po' eroe delle cause perse, un po' uomo pieno di altrettanti segreti e in cerca di una sua personale vendetta.

Mi piacciono sempre queste atmosfere, per cui mi sono goduta la vicenda, tra sparatorie, agguati e pregiudizi da affrontare in un piccolo paese. 
Libby è un personaggio femminile molto ben riuscito, coraggiosa ma vulnerabile, caparbia nel non arrendersi ma così disperatamente sola e bisognosa d'amore. E anche Walker, in fondo, è una brava persona, che non riesce a essere cinico quanto vorrebbe, ma che presenta più lati positivi che mancanze.
Avvincente anche la parte newyorkese, con un ultimo guizzo del personaggio negativo del romanzo, un vero malvagio che non si rassegna a perdere.

Nel complesso: una lettura piacevole e ancora una conferma per la Lee Hatcher.

Amarilli

Nessun commento:

Powered by Blogger.