Review Party per "WOLFSONG - IL CANTO DEL LUPO" di Tj Klune



Ox aveva dodici anni quando suo padre gli impartì una lezione davvero importante. Gli disse che non valeva niente e che la gente non lo avrebbe mai compreso. Poi andò via.

Ox aveva sedici anni quando incontrò un ragazzo sulla strada verso casa. Il ragazzo che parlava, parlava e parlava. Soltanto in seguito scoprì che il ragazzo non aveva aperto bocca per quasi due anni prima di quel giorno e che viveva con la famiglia che si era trasferita nell’abitazione in fondo al sentiero.
Ox aveva diciassette anni quando scoprì il segreto del ragazzo e il mondo attorno a lui si dipinse di rosso, arancione e viola, di alfa, beta e omega.
Ox aveva ventitré anni il giorno in cui la morte arrivò in città, scavandogli un vuoto nella testa e nel cuore. Il ragazzo rincorse il mostro con lo sguardo assetato di vendetta, lasciando Ox a raccogliere i cocci.


Sono trascorsi tre anni da quel fatidico giorno… e il ragazzo è tornato. Ma ora quel ragazzo è un uomo e Ox non può più ignorare il canto che ulula tra di loro.


Titolo: Wolfsong – Il canto del lupo
Titolo originale: Wolfsong
Serie: Green Creek #1
Autore: TJ Klune
Traduttrice: Alice Arcoleo
ISBN EBOOK: 978-88-9312-789-9
ISBN CARTACEO: 978-88-9312-786-8
Genere: Paranormal, MM
Lunghezza: 548 pagine


  «Ascoltami, Ox. I mostri sono veri. La magia è reale. 
Il mondo è un luogo oscuro e spaventoso ed è tutto reale.»


Questa sarà una recensione un po' controcorrente, rispetto alla marea di entusiasmo che si è riversata su questo libro, quindi mi sento già più sollevata a esprimere il mio parere, perchè so che si fonda soprattutto su una questione di puro gusto personale.
Non è il primo libro di Klune che leggo, i precedenti mi erano piaciuti moltissimo, per cui quando ho visto il suo nome accostato al genere #paranormal, o comunque fantasy, era indubbio che avessi aspettative al di sopra della media.
Per questo, forse, il mio entusiasmo si è smorzato con facilità

Certo, la trama ricalca un po' Twilight: c'è la famiglia di lupi "nobili" e misteriosi che occupa la casa nella foresta, che vanno e vengono negli anni, restando sempre un mistero per la comunità provinciale americana; c'è poi il membro umano che viene accolto tra loro, con così tanta affinità da venirne inglobato, al di là della sua umanità. Però mi piaceva l'idea di questa versione "lupesca". D'altra parte, Twilight mi è piaciuto un sacco, a suo tempo.
Il problema, a mio avviso, è che questa è una trama molto statica, che accelera poco, rallenta spesso, sta in stasi per capitoli interi e poi, di fatto, porta meno di quanto promesso.

Come gay romance è abbastanza tiepido, la storia d'amore è più che altro la storia di un'assenza per gran parte del libro, del ricordo e del rancore per il membro della coppia che non c'è, e viene chiusa soltanto sul finale, anche abbastanza in fretta con ritorno,fine incomprensione, sodalizio (ricordate quando Bella viene piantata dalla famiglia di vampiri e si ricrea una nuova vita, anche senza di loro? Beh, più o meno, c'è anche questa suggestione...).

Come urban fantasy l'ho trovato abbastanza surreale
Ok, si potrà obiettare che ci sono centinaia di paranormal e che sui mutaforma tante nozioni sono scontate, ma, appunto trattandosi di Klune, mi aspettavo davvero di più. Non faccio nomi per non spoilerare, ma ci sono personaggi descritti con certi poteri, come i più forti, e poi all'arrivo del pericolo non solo si fanno trovare totalmente impreparati, ma vengono sconfitti con un niente, oppure, adottano condotte improbabili, se non incoerenti.
In quasi 540 pagine si potevano sprecare due righe sulla struttura gerarchica dei lupi, capire qualcosa di più sui Bennett, capire che tipo di magia usano gli stregoni, spiegare cosa accade a Ox. Invece tutto è semplicemente rivelato, come nozione dogmatica, e tu devi limitarti ad accettare, semplicemente perchè tutti sono dolci e si vogliono bene, e si coccolano tra loro, e sono branco branco...

Da ultimo, lo stile è forse l'aspetto che ho apprezzato di meno. 
All'inizio parte un po' "bambinesco", il mondo è visto attraverso gli occhi di un ragazzone considerato lievemente ingenuo e sognatore, e questo filtro nei primi capitali rende molto bene, i protagonisti sono giovani, Ox sta crescendo, dunque è azzeccato questo registro emozionale.
Poi però lo stile non muta, prosegue attraverso sequenze frammentate, anche graficamente, con il solo verbo posto da solo sotto il dialogo, e diventa lento, dando quasi l'impressione che lo sguardo sia ancora quello di uno stupore infantile, che a questo punto perde presa (almeno su di me).

Nel complesso, ho trovato certe parti a dir poco allungate senza motivo (dove ho rischiato spesso di arrivare alla noia) e altre, dove sarebbe finalmente servita un po' di luce, abbozzate in modo superficiale.
Non so se fosse colpa dei due primi personaggi, tutto sommato: per dire, Gordo e Mark già mi affascinavano di più.
Il mio consiglio? Leggetelo per farvi una vostra opinione, magari questo Klune malinconico/magico vi piacerà di più di quello più smaccatamente ironico/agrodolce.

PS.  Tra pochi giorni troverete sul blog un mio approfondimento proprio sui diversi generi in cui si è cimentato l'autore.

Avrei dovuto sforzarmi di più. 
Avrei dovuto fare più domande. 
Ma quando il fantastico si rivela davanti ai tuoi occhi, è facile che tutto il resto scompaia.

Amarilli




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