EVENTO SPECIALE "IL MESE ASIMOV": FONDAZIONE E TERRA



Cari lettori, sul blog continua questo EVENTO bellissimo, in occasione del nuovo #OscarDraghi dedicato al più celebre ciclo narrativo della fantascienza moderna (CICLO DELLA FONDAZIONE): lo stiamo rileggendo tutto!!

Ovviamente, non in ordine di pubblicazione (come li abbiamo letti noi "vecchi" appassionati a suo tempo), ma in rigoroso ordine cronologico:

1) PRELUDIO ALLA FONDAZIONE
2) FONDAZIONE ANNO ZERO
3) PRIMA FONDAZIONE
4) FONDAZIONE E IMPERO
5) SECONDA FONDAZIONE
6) L'ORLO DELLA FONDAZIONE
7) FONDAZIONE E TERRA

Oggi è la volta di FONDAZIONE E TERRA

Un impero grande come l'universo e contenente miliardi di mondi abitati; una forza politica, sociale e scientifica senza precedenti come la disciplina della psicostoria; l'enigma rappresentato dalle Fondazioni gemelle fondate da Hari Seldon per abbreviare il periodo d'interregno quando l'impero galattico fosse crollato... 
Sono questi, come ognuno sa, gli ingredienti fondamentali della vasta epopea futura che Asimov è venuto arricchendo negli anni, e che descrive il lontanissimo futuro dell'uomo con la stessa suspense di un thriller d'oggi. 

Ma con Fondazione e Terra il nostro pianeta entra di nuovo in gioco e sempre più chiare appaiono le mosse decisive di una partita che ha come posta le stelle. 


Anche questo settimo volume appartiene alla fase "moderna" di Asimov, e un po' si sente, perché qui l'autore comincia a discostarsi del tutto dal progetto di Seldon, quasi avesse sempre scherzato, tentando invece di riportarlo nell'alveo dei suoi Robot. 

In effetti, se nella trilogia iniziale della Fondazione, non vi era sostanzialmente alcun accenno a Daneel e agli altri romanzi asimoviani, con questo si chiude del tutto il cerchio (negli stessi anni veniva aggiunto anche il famoso cappello introduttivo alla Fondazione, facendo vedere al lettore che Seldon e Daneel erano in realtà d'accordo o comunque in collaborazione sin dall'inizio).

Dunque alla figura di Golan Trevize, il consigliere della Fondazione già conosciuto nell'Orlo spetta il compito di portarci alla meta: è tutto un ritornare alle origini e ai vari rimandi, Aurora, Solaria, tutti nomi ben conosciuti.
Per un fan di Asimov dovrebbe essere l'apoteosi: tutto trova la giusta collocazione, tutto ha un senso; nel Preludio il grande leggendario Robot, amico degli umani, tentava di rallentare la caduta dell'Impero, e qui scopriamo che egli ha nel frattempo creato un piano bis, che poi è sempre stato il vero piano, e ha bisogno di poco tempo per il successo finale... manca poco, ma l'umanità ha un futuro radioso avanti a sé.

Ebbene, questo finale per me è sempre stato frustrante e non sono mai riuscita a farmene una ragione.
Mi pare quasi d'essere sempre stata presa in giro. 
L'Impero, i grandi sindaci e mercanti della Prima Fondazione, i mentalisti ingegnosi della Seconda Fondazione (i loro sacrifici!), tutti quei secoli di intervallo, guerre, lotte, scoperte e ... ops, c'eravamo sbagliati, volevamo distrarvi...
Insomma, Asimov da un bel calcione a tutto e si concentra su un nuovo binario, come se lo avesse sempre avuto in mente dall'inizio.

A me pare un aggiustamento artificioso, un far salire Trevize su un treno in corsa, e infatti Golan è piuttosto scialbo rispetto a chi lo ha preceduto. Era l'ultimo eroe rimasto, gli hanno dato u nuovo copione riadattato (con tanto di spunti ecoambientali) e gli hanno messo in bocca le battute giuste.
E gli altri? La prenderanno bene la sua decisione nel resto della galassia?

Ecco, l'ultima frase del'intera saga ("... che lo fissavano imperscrutabili") la trovo piuttosto inquietante.

Amarilli




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