REVIEW PARTY per "MIDDLEGAME" di Seanan McGuire - recensione & alfabeto

ECCO ROGER. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo.

Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.

I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto, non ancora.

E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.


Seanan McGuire
MIDDLEGAME
Editore: Mondadori

Collana: Fantastica
ISBN: 9788804724902
528 pagine
Prezzo: € 22,00 - Cartaceo
Uscita: 21 luglio 2020






La gente che si riempie la bocca con frasi tipo “pietre e bastoni possono rompermi le ossa, ma le parole non mi fanno del male” non capisce che le parole possono essere pietre, pesanti, aguzze, pericolose e capaci di provocare dolore quanto qualunque oggetto contundente. 
Se qualcuno in cortile ti colpisce con un vero sasso, rimane il livido. I lividi guariscono. E poi mettono nei pasticci; i lividi di solito finiscono con la persona che ha tirato il sasso in punizione e i suoi costernati genitori convocati a discutere di bullismo e cattiva condotta. È molto raro che con le parole si arrivi a questo punto. 
Le parole possono essere sparate come una raffica di proiettili quando nessuno guarda, e non lasciarsi dietro sangue o lividi. Le parole scompaiono nel nulla. Ecco perché sono così potenti. Ecco perché sono così importanti. Ecco perché sono così dolorose.

Non metto in dubbio che Middlegame nasca da un'idea forse molto bella. 
Di certo, l'autrice ha immaginato qualcosa di così ambizioso, da renderlo al contempo anche complesso e spesso indecifrabile.

All'inizio ci si ritrova spaesati, privi di punti di riferimento, ma questo è tutto sommato normale in molti romanzi, specie se sono fantasy o distopici in cui la realtà è dichiaratamente distorta o sfalsata o totalmente inventata. Il lettore quindi prosegue curioso, aspettandosi i vari eventi in cui gli verranno rivelati indizi, suggerimenti, verità, per farlo proseguire nella conoscenza della vicenda.


Questo non accade, purtroppo, o meglio non è accaduto a me con questo romanzo: ho vagato alla cieca praticamente sino alla fine, cogliendo sprazzi della trama, intuendo a grandi linee l'impresa a cui sono chiamati Roger e Dodger, ma perdendo un sacco di parti per strada (o rinunciando a comprenderle). Ed è un peccato perchè tante cose le avrei davvero volute capire, ma l'autrice si limita ad accennarle o a spiegarle in modo criptico, come se l'alchemia fosse materia per pochi eletti e Middlegame, nel raccontare di un romanzo per bambini che cela in realtà segreti occultati e messaggi in codice per gli adulti, fosse esso stesso materia per pochi eletti.

Avrebbero dovuto chiudere le finestre e sprangare le porte, non lasciare che lei si insinuasse di notte furtiva come un ladro, con le armi in mano e la cattiveria nel cuore. Avrebbero dovuto sapere che ciò che possedevano, la luminosa, acuta natura delle loro menti, era più preziosa del ’oro, più trasmutabile del piombo. Avrebbero dovuto comprendere l’importanza delle precauzioni.

Il secondo motivo di disappunto è la gestione della linea del tempo.
Se c'è una cosa che chiedo a un romanzo di fantasia è farmi appassionare, divertire, emozionare: ebbene, la storia di Roger e Dodger parte lenta, a volte lentissima, salta in avanti, torna indietro, si resetta, riparte. Se paragonato a una sorta di videogioco in cui ti imbatti nel gameover e vinci una seconda vita sembra quasi interessante, ma qui l'idea è sviluppata sempre in modo confuso (e lento...), per prendere velocità solo verso il finale.
I due crescono, trascorrono gli anni, e mentre la narrazione è parca di spiegazioni ed illuminazioni, non lo è invece con le descrizioni, i dettagli di vita quotidiana, i sentimenti dei due per ogni piccolo gesto condiviso. Ed è una lettura cupa, a tratti angosciante, spesso splatter, che non diverte mai e talvolta infastidisce.
Personalmente, ho mollato la lettura più volte, ho letto nel frattempo un altro libro (più avvincente) e quando sono arrivata alla fine ho detto "però" (per il finale), ma ero anche piuttosto sollevata.
E con un'eredità di dubbi (la Città impossibile, cosa rappresenta? Utopia, realtà alternativa, messaggio filosofico... mah).

Terzo motivo di disappunto: i personaggi.
Roger e Dodger saranno anche dei geni nel loro campo, ma nel corso della storia sono di un'ottusità sorprendente, talvolta non capendo cose che sono abbastanza ovvie (per quanto un lettore veda tutto dal di fuori e sia un privilegiato), altre volte stordendo con dialoghi talmente infarciti di concetti scientifico-matematici da risultare pressoché inutili ai fini della narrazione.
Non sarà un caso che i due siano praticamente una macchietta, due stereotipi rigidi, e nulla in confronto all'impatto di un Reed, di una Leigh, grandi nella loro malvagità, o di una Erin, l'unica con una vera spina dorsale.

Per la prima volta sembra che tra loro ci siano dei segreti, e se da un lato fa un po’ male, dall’altro è confortante. La presenza di segreti significa che è tutto vero.

Quindi, mi è piaciuto? Come ho detto all'inizio è un romanzo originale, ben scritto, al di sopra della media, però più narrativa che evasione. 

E vorrei avere avuto un finale un po' più esploso, con la soddisfazione (sic!) di capire più cose.

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L'ALFABETO DI MIDDLEGAME

Senza fare spoiler, ho provocato a giocare con le lettere dell'alfabeto, applicandole al romanzo.
A fine lettura potreste provarci anche voi, per vedere se ci sono rimaste impresse le stesse parole!

A come Asphodel D. Baker, la maestra di Reed, la più grande degli alchimisti, il cui valore non fu mai riconosciuto, essenzialmente perchè era una giovane donna;
infatti c'è anche A come Alchimisti, un consesso di bigotti misogini che non ha mai capito la portata della Dottrina;
B come Bambini Creati (e non generati), gli innocenti della storia;
C come Città Impossibile, la meta da raggiungere, e Corvo o Cornacchia, i simboli dei cercatori della Città;
D come Dodger, la parte matematica della coppia;
E come Erin, la vera sorpresa e la guida;
F come Fuoco, uno degli umori, ma anche il fuoco distruttore scaturito dalla Mano della gloria;
G come Gemelli, ce ne sono molti nel romanzo;
H come "Hephzibah", l'originario nome di Zib (della coppia Zib e Avery);
I come Innesti dolorosi, il metodo più pratico per creare prendendo parti di corpi altrui;
L come Leigh Barrow, la crudele signora del Sotto-sopra;
M come Matematica, il fondamento della Dottrina insieme al Linguaggio;
N come chi dice che "le parole NON fanno del male" non ha idea di quanto siano aguzze;
O come OLTRE IL MURO CHE SI AFFACCIA SUL BOSCO, il libro per ragazzi (presunto così) di Asphodel D. Baker;
P come Pazienza, una delle virtù più rinomate di Leigh Barrow;
Q come "Questo è un ordine", il comando con cui Roger guida Dodger per cercare la strada e muoversi nel tempo;
R come Reed James, il discendente e erede di Asphodel il simil-creatore dei ragazzi, nonchè il RE di COPPE, oppure Roger, l'esperto di linguaggio della coppia;
S come Sottosopra, l'altra dimensione;
T come Terremoto, l'epicentro dell'unione dei poteri della coppia;
U come l'Unità indivisibile della Dottrina dell'Ethos;
V come la Vittoria cercata tutta la vita dal Re di Coppe;
Z come Zona di caos, dove l'aria è in disordine, e dove ci si nasconde (ma si viene visti se chi cerca possiede una Mano della Gloria).

Amarilli





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