BLOG TOUR per "UNDEFINED" (UNDRESSED SERIES #3) di Moloko Blaze



Non è un gioco per cui siamo tagliati, eppure ci siamo trovati proprio in mezzo. Questo perché non ho dato ascolto al mio capo e amante, James La Salle, l’artista che mi aveva dipinta senza veli, ridonandomi anima e cuore, soffiandomi addosso il suo alito di vita. Il padrone da cui talvolta io e il mio amico Robin fuggivamo, per poi ritrovarci inevitabilmente e disperatamente soggiogati dalle sue parole, dalle sue mani, dalle sue perversioni.
Ma gli uragani non sono fatti solo di acqua e vento, talvolta sono fatti di persone, la cui unica ragione di vita è farti del male, buttarti sotto un’onda e affogarti. D’altronde, per raggiungere i prati cangianti del Paradiso bisogna passare dalle rovine dell’Inferno. Per godere della luce bisogna aver vissuto al buio. E io del buio mi ero cibata per tutta la vita.
Attraverso i paesaggi rurali della Louisiana più afosa, le acque più torbide del Mississippi e le barocche contraddizioni della peccaminosa New Orleans, il viaggio degli artisti bohémien James e Robin e della loro giovane musa Charlotte, con quest’ultima novella giunge finalmente al termine.

- ATTENZIONE - Scene di sesso esplicite. Se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole.

Moloko Blaze
Pagine: 145
Uscita: Luglio 2020

La serie "Undressed Series", composta da:
1. Undressed
2. Untold
3. Undefined



Ma gli uragani non sono fatti solo di acqua e vento, talvolta sono fatti di persone, la cui unica ragione di vita è farti del male, buttarti sotto un'onda e affogarti. D'altronde, per raggiungere i prati cangianti del Paradiso bisogna passare dalle rovine dell'Inferno. 
Per godere della luce bisogna aver vissuto al buio. 
E io del buio mi ero cibata per tutta la vita.


Questa novella arriva come terza parte di una trilogia molto forte e destabilizzante.
Con questo non voglio assolutamente dire che non mi sia piaciuto, ma che non è stata una lettura indolore. Non è un erotico di quelli per cui sognare, per intenderci.
Non c'è un protagonista perfetto e granitico, non è l'eros lussuoso e sfavillante del solito top manager o del milionario, ma un trio che nasce dalla sofferenza e che nella sofferenza trova quasi l'energia per andare avanti.

Se dovessi partire dai personaggi, direi che Charlotte è un personaggio reso troppo "guasto", talmente tanto da farla spesso apparire sopra le righe, una macchietta, una bambola di pezza senz'anima, una che cambia idea da un capitolo all'altro, volubile, inconcludente.
Si capisce che non sono entrata in empatia?
Nel primo capitolo aveva avuto una sorta di guizzo, era fuggita, aveva cercato di rendersi indipendente. Nel secondo era fuggita di nuovo , aveva avuto un ulteriore guizzo, ma poi è stata inevitabilmente risucchiata tra le spire di La Salle. 
Quindi mi ha deluso, anche se mi sono proposta di darle ancora una possibilità.

Gli altri due protagonisti del terzetto, James e Robin, hanno uno spessore diverso. 
Sono, come dire, adulti già fatti, si trovano in quella situazione perchè a loro piace, mentre per Charlotte il lettore continua a chiedersi dove termini il plagio o la costrizione e inizi davvero la sua volontà. Persino il mafioso giapponese e il socio del club sono a loro modo (per quanto di contorno) ben delineati, hanno un perchè risoluto alla base delle loro decisioni. 
Charlotte è invece una larva che ancora non si è fatta farfalla, sola come poche, bisognosa d'amore come poche. Lei e Robin hanno bisogno di James come collante, senza di lui sono entrambi corpi da riparare con pazienza.

In ogni caso, se tutte le emozioni che ho provato e le riflessioni che ho postato qui a casaccio, scaturiscono da tre novelle, neppure da un romanzo lungo, vuol dire che oggettivamente la Blaze non passa indisturbata, leggi e dentro ti si smuove parecchia roba.
Budella, cuore o ragione??

Alla fine della lettura  ne viene fuori l'idea che per vivere un grande storia di sesso, libera e avvolgente, senza inibizioni, di base devi partire con almeno uno dei componenti già debole (violato nel corpo e incline all'infliggersi dolore), e non c'è niente di più lontano dalla mia personale visione delle relazioni, ma poi i tre - comunque sia - in qualche modo si completano, si sostengono, si salvano, per cui non puoi proprio dire che tra loro il sentimento non sia forte e con buone basi per sopravvivere.

Nel complesso: un'esperienza catartica e singolare, strana ma coinvolgente, che consiglio.


Mi faceva sentire integra, un'opera d'arte finalmente compiuta e non più una figura indefinita, 
una bambola rotta, senza cuore nè anima. Senza vita.
In mezzo a quelle braccia stavo letteralmente sbocciando come un fiore, nutrito da tutto quell'amore che era esploso nelle sue lacrime. Non era chiaro se fosse lui a sorreggere me oppure io a sorreggere lui, ma riuscimmo a stare in piedi, nonostante tutto. 
Questa era l'unica cosa che in fondo contasse davvero.

Amarilli



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