Pensieri su "Cosa mi lasci di te" di Jeremy Camp

“Ci riempiva di gioia sapere che le nostre strade si erano incrociate e che da quel momento in poi avremmo camminato insieme.” 

Jeremy è poco più che un ragazzo quando incontra Melissa e una cosa gli è chiara fin dal primo momento: è la donna della sua vita. Tra i due sboccia un amore potentissimo, travolto troppo presto da una notizia sconvolgente che dà una svolta dolorosa alle loro esistenze: Melissa è affetta da una grave malattia che rischia di non lasciarle scampo. Malgrado questo, decidono di sposarsi e di avere fiducia fino all’ultimo. Perché, per quanto breve possa essere il tempo che vivranno uniti, i loro destini si sono incrociati e niente, nemmeno la morte, potrà tenerli lontani.

Cosa mi lasci di te
Jeremy Camp
Editore: Fabbri Editori
Collana: Narrativa
Pagine: 320
Data di uscita: 05/05/2020
ISBN: 9788891583871



Ho voluto aspettare a recensire questo libro, perché prima volevo vedere la sua trasposizione cinematografica (che trovate in questo periodo su Amazon Prime).
E devo dire che, per quanto il film renda indubbiamente molto meglio i protagonisti rispetto alla realtà (ma, del resto, era facile, utilizzando volti affascinanti e comunque noti al pubblico giovanile come KJ Apa e Britt Robertson), si è perso molto del messaggio di speranza e - sì - anche degli ideali sottesi al messaggio espresso da Camp.

Inutile girarci intorno, Camp è un autore specializzato in musica cristiana (niente a che fare con gli inni di chiesa, le sue sono canzoni contemporanee, spesso ballate struggenti, in cui lancia messaggi positivi d'amore e d'amicizia e di luminosità, in antitesi con il rock "maledetto" per cui se il cantante non è strafatto e non ha il codazzo di groupie al seguito non spacca...).



La mia Melissa non c’era più, e io mi domandavo anche
dov’era Dio. Volevo aggrapparmi a lui, ma nella mia disperazione non sapevo neanche cosa pensare. Ci provavo, ma non sapevo da dove cominciare. Le deboli preghiere che riuscivo a innalzare al cielo sembravano smarrirsi nella nebbia che mi
inghiottiva.
Mi ascolti sul serio?
Ti importa davvero di ciascuno di noi?
Ci sei?
Prendi la chitarra.


La sua è stata una famiglia particolare, con due genitori problematici che si sono saputi ricostruire, con un fratellino disabile, con pochi soldi, ma tanta unione e affetto a legarli.
Jeremy si porta dietro questi semi e anche la sua storia con Melissa è in questo senso esemplare: entrambi si incontrano in un campus che raccoglie giovani da ogni parte del paese e uniti dagli stessi propositi. Il loro è un amore istantaneo, tanto veloce nello scoppiare quanto tenace nel permanere, neanche dopo che lei gli rivela d'essere ammalata e molto grave.
Jeremy avrebbe potuto voltare le spalle a un amore da ventenne, dimenticare e passare al semestre successivo, e se diventa grande, se matura e compie scelte degne di un uomo con molta più esperienza sulle spalle, è perchè Melissa gli infonde questo coraggio: lei gli chiede di starle vicino, ma poi di andare avanti, di trovare il proprio posto.

Ecco, le bellissime parole che gli rivolge Melissa e che mi avevano fatto apprezzare il romanzo, le frasi pronunciate dalla moglie che Jeremy ricorda sono quasi sempre stravolte nel doppiaggio italiano (lo dico in quanto ho guardato il film con i sottotitoli inglese e si poteva vedere di continuo come i concetti venissero edulcorati e banalizzati).
Un esempio: lei lo porta a vedere un planetario e gli confida che da quando era una bambina ha sempre chiesto a Dio di rivelarle il suo progetto, lei è convinta che ci sia, e anche quando sta per andarsene la sua fede la sostiene, perché, nonostante tutto, nell'impronta che ha lasciato sulle vite del marito, della sorella, dei genitori e degli amici, vede la realizzazione del "suo" Progetto: una piccola impronta, ma indelebile nel cuore di chi ha avuto l'onore di viverle a fianco.
Ebbene, nel film l'Assoluto diventa l'universo (!), una sorta di natura panteista, per cui alla fine risulta un po' ridicolo che Melissa si affidi alla forza dell'universo e a non Dio (solo per non dire a spettatori materialisti che anche chi ha fede ha diritto di poterlo dire ad alta voce).

Forse ho parlato più del film, e non del libro. Non volevo farlo. Il libro merita.

La storia è nota, sul finale la lacrima scende (se non siete fatti di pietra) e se pensate che è una storia vera vi commuoverete ancora di più, finalmente per la realtà e non per la vuota retorica di qualche scrittore abituato ai melodrammi. 
Uno stile semplice, ma toccante.

Amarilli

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