REVIEW PARTY per "CRESCENT CITY" (LA CASA DI TERRA E SANGUE) di Sarah J. Maas



Ventitré anni, mezza Fae e mezza umana, Bryce Quinlan ha una vita perfetta: di giorno lavora in una galleria d’arte e di notte passa da una festa all’altra, senza problemi e senza preoccupazioni. Quando però una brutale strage scuote profondamente Crescent City, la città in cui vive, e Bryce perde una persona a lei molto cara, il suo mondo crolla in mille pezzi lasciandola disperata, ferita e molto sola. Adesso non cerca più il divertimento, ma un oblio in grado di farle dimenticare i terribili fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre. Due anni dopo l’imputato è finalmente dietro le sbarre ma, tutt’a un tratto, i crimini ricominciano e Bryce è decisa a fare tutto il possibile per vendicare quelle morti. Ad affiancarla nelle indagini arriva Hunt Athalar, un famoso angelo caduto, prigioniero degli arcangeli che lui stesso aveva tentato di detronizzare. Le sue grandi capacità e la sua forza incredibile sono utilizzate all’unico scopo di eliminare i nemici del suo capo. Quando però si scatena il caos in città, Hunt riceve una proposta irrinunciabile: aiutare Bryce a trovare l’assassino e riconquistare, in cambio, la sua libertà.

Quando Bryce e Hunt cominciano a scavare in profondità nel ventre di Crescent City, scoprono un potere terrificante e oscuro che minaccia tutto e tutti, e vengono travolti da una passione irrefrenabile, che potrebbe renderli entrambi liberi, se solo lo volessero.

Il dolore della perdita, il prezzo della libertà e il potere dell’amore sono i temi principali de La casa di terra e sangue, il primo imperdibile romanzo della nuova serie fantasy di Sarah J. Maas, che mescola egregiamente personaggi indimenticabili, romanticismo e una suspense che tiene il lettore incollato alla pagina fino alla fine.

Sarah J. Maas
Titolo: La Casa di Terra e Sangue
Titolo originario: House of Earth and Blood
Serie: (Crescent City #1)
Genere: Fantasy, NA
ISBN: 9788804726661

Editore: Mondadori * ringrazio la CE per la copia in anteprima
708 pagine
In vendita dal 14 luglio 2020



Uno smeraldo e una rosa per le Cinque Rose. 
Un opale e un paio di ali per il Quartiere Finanziario Centrale. 
Un rubino e un cuore per la Piazza Vecchia. 
Uno zaffiro e una quercia per il Bosco di Luna. 
Un’ametista e una mano umana per i Campi di Asfodelo. 
Un occhio di tigre e un serpente per il Mercato della Carne. 
Un’onice–così nera da risucchiare la luce–e una serie di teschi e ossa incrociate per il Quartiere delle Ossa.

Questa è la terza saga della Maas che affronto, dopo "Il trono di ghiaccio" e "La Corte di Rose e spine", e da principio le numerose similitudini con la saga angelica di Nalini Singh mi hanno suscito più di una perplessità: Middgard è un mondo dove da un migliaio di anni hanno preso il potere divinità crudeli, che si reggono a loro volta su un governatorato di arcangeli, bellissimi, e sadici, che reggono il potere su angeli e altre razze sovrannaturali, con al di sotto di tutto gli umani, schiavi o cibo impotente (anche se i germi della ribellione ci sono da tempo).

Insomma, su questo fronte niente di nuovo: la Maas prende a man bassa dal paranormal di successo, riempiendo il suo universo di lupi massicci, creature marine tenebrose, angeli guerrieri, fae tatuati e con piercing, principi degli inferi in completo sartoriale.
Lo fa bene, ovviamente, perchè creare personaggi magnetici è una sua specialità, come inserire nella storia folletti minori o creature di contorno che ti prendono il cuore (vedi tutti gli animaletti da compagnia o gli esserini che si sacrificano ogni volta, per garantire i momenti suggestivi/commoventi della trama).

L'argomento principale qui mi pare l'amicizia (e il vero valore della stessa, che si può scoprire anche anni dopo e oltre la vita) e il senso dell'accettazione in famiglia (essere accettata come figlia, ma anche come parente, oppure dallo stesso clan che ti circonda, quando realizzarsi non vuol dire soltanto scoprire i propri poteri di nascita, ma dimostrare di farcela, anche se si è da soli e senza fare ogni volta conto su questi poteri).

Dalla sua, questo primo capitolo è un librone rocambolesco, in cui accade un po' di tutto da cui non riesci a staccarti, e quindi per me il risultato lo ha ottenuto. 
Dall'altra è una continua frustrazione, perchè parte confuso e finisce confuso.
In 700 pagine (è un libro lunghissimo) la Maas non si disturba a chiarire in dieci righe cosa sia accaduto alla terra come noi la conosciamo e come si siano formate le case, quali siano le diverse tradizioni, ecc.
Qui ci deve bastare sapere che ci sono un sacco di territori, alcuni più malvagi di altri, e dobbiamo assorbire informazioni come non ci fosse un domani (alcune utili, alcune che sembrano buttate lì a casaccio).

Seconda cosa che non mi è piaciuta: i colpi di scena. Non sono risultati a cui può arrivare anche il lettore, seguendo gli indizi, ma purtroppo sono verità rivelate sempre da un narratore esterno (vedi la moneta di rame... su cui io ancora medito) o flashback che arrivano in fondo, comunque sempre particolari ignoti sino a quel momento.

Non si chiarisce in particolar modo neppure lo stato tecnologico: ci sono i grattacieli e i fucili, ma anche spade magiche e scooter, droghe sintetiche, computer e crocefissioni, in un guazzabuglio che può essere divertente da leggere, ma anche una facile scappatoia per chi deve scrivere.
Sostanzialmente, la Mass scrive di fantasia, senza porsi alcun paletto e senza timore di apparire poco credibile (o anche di farsi capire, almeno per me, in più di un punto).
E non bada neppure a risultare ripetitiva con l'espediente del cellulare: in ogni santa scena suona il telefono o arriva un messaggio sul display...

I miei personaggi preferiti? Ruhn Danaan e i suoi amici fighettoni; poi Danika e Hunt.
NON certo la protagonista, abbastanza sconcertante (ma credo che questa sia una costante nelle saghe della Maas, inizi con il trovarle simpatiche e poi te le trasforma in girl-onnipotenti e insopportabili). Per quanto l'autrice si affanni a giustificare che Bryce non è una lupa, quindi non ha gli stessi costumi di monogamia, e che in seguito si sia dispiaciuta, devo rilevare che, caspita, farsi sconosciuti in un bagno e l'allegra dipendenza da alcol/droghe non sono tra le mie qualità preferite in un'eroina (e neanche in un uomo, così evitiamo i soliti sospetti di sessismo).
Così come mi annoia il fatto che la medesima sia sempre una rossa gnocca, con completini sexy e una sorprendente leggerezza a muoversi sui tacchi a spillo. Altri stereotipi, ne vogliamo?
Il finale da ultra-woman non ha aiutato a rendermela simpatica.

Nel complesso un maxi-volume, ottimo come svago, ma con più di un difetto.
Però resta un libro che avrà comunque successo, che ci farà impazzire con le fan-art dei guerrieri e che ci proietterà nel seguito.

Amarilli




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