REVIEW TOUR per "GLI STRAORDINARI VIAGGI DI GIULIO VERNE": MICHELE STROGOFF

Buona giornata. Come sapete, partecipo al BLOG e REVIEW TOUR per festeggiare l'uscita del nuovo Oscar Draghi #mondadori dedicato agli STRAORDINARI VIAGGI DI GIULIO VERNE".

Dopo avervi parlato dell'impulso dato da Verne al genere fantastico, non potevo non leggere e recensire uno dei suoi romanzi più famosi, con un eroe indimenticabile:

MICHELE STROGOFF
Rappresentante di un ideale eroico ottocentesco, coraggioso fino all’estremo sacrificio, fedele fino all’abnegazione, Michele Strogoff è l’indimenticabile corriere dello Zar incaricato di attraversare tutta la Siberia in rivolta per consegnare un messaggio segreto: senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti della letteratura di ogni tempo. 

La storia di questo stoico giovane ufficiale, che preferisce subire la tortura dell’accecamento piuttosto che tradire la sua missione, supera i confini della narrativa popolare per dare vita a un’epopea nella quale il fascino del viaggio si unisce alla vivida rappresentazione di una personalità intensa e vitale.

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Quando il filo telegrafico non era ancora teso fra i monti Urali e la frontiera orientale della Siberia, il servizio dei dispacci si faceva per mezzo di corrieri, di cui i più rapidi impiegavano diciotto giorni per portarsi da Mosca a Irkutsk. Ma quella era un'eccezione perché la traversata della Russia asiatica durava di solito da quattro a cinque settimane, per quanto tutti i mezzi di trasporto fossero messi a disposizione di quegli invitati dallo zar. Da uomo che non teme né il freddo né la neve, Michele Strogoff avrebbe preferito viaggiare nella cruda stagione invernale, che permette di organizzare il viaggio in slitta su tutta l'estensione del percorso.


Premesso che si tratta di un romanzo scritto nel 1876, quindi con quasi 150 anni di età, questa lettura riesce ancora oggi ad affascinare e a incuriosire.

Personalmente avevo un vago ricordo di uno sceneggiato visto forse da bambina, ma ammetto che non conoscevo nello specifico l'avventura di Strogoff, giovane corriere dello Zar (e bellissimo fusto) che riceve l'incarico di portare un messaggio urgente da Mosca a Irkutsk.
Infatti su quella città, nell'estremo oriente russo, stanno per giungere le orde dei tartari, guidati dal crudele Feofar Khan, e il granduca che la difende non sa che i nemici possono contare sul doppio gioco di un odioso traditore, Ivan Ogareff.
Al tempo, i messaggi viaggiano via telegrafo, ma se i fili risultano tagliati, occorre recarsi di persona...
Non vi sto facendo nessuno spoiler, eh (!) perché questo è proprio l'inizio del libro.

Michele è un eroe, un vero eroe ottocentesco, senza difetti e senza paura. Quindi accetta senza esitare e intraprende un viaggio, dapprima in treno, e poi, a cavallo, sui carri (con il famoso telega, un carro primitivo, fatto di legno robusto, in grado di attraversare l'immensa steppa siberiana), in barca e, da ultimo, a piedi, camminando sfinito e spesso senza cibo, per giornate intere di marcia.
Durante la sua missione incontrerà numerosi compagni, tra cui la giovanissima Nadia, la propria madre, il telegrafista Nicola, i simpatici giornalisti Alcide Jolivet e Harry Blount, l'uno francese e l'altro inglese, dapprima in concorrenza tra loro e poi amici per la pelle, e tanti nemici (non solo i tartari).

I colpi di scena non mancano, soprattutto perché i romanzi di Verne miravano a colpire l'immaginazione del lettore, a lasciarlo senza fiato con descrizioni vivide, a volte violente. 
Così come l'autore si dilunga nel magnificare gli spazi liberi della Siberia, flora e fauna, laghi e fiumi (in modo molto didascalico, a conferma che si documentava con resoconti di viaggio, saggi e trattati in stile enciclopedico per ogni argomento affrontato), poi passa a raccontare i vari popoli incontrati, dai siberiani ai russi, ai tartari e ai chirghisi. Conosciamo le città, con descrizioni anch'esse particolareggiate, i costumi popolari, le tradizioni dei viaggiatori e dell'ospitalità, l'organizzazione politica e sociali, i sistemi di tortura e di punizione. 
Se infatti i tartari sono brutali e sanguinari, occorre rammentare che in Siberia lo stesso Zar esiliava migliaia di oppositori e condannati, per cui la popolazione di base è composta da individui solitari, aspri, incattiviti dalla vita e induriti dalla natura.

Ci sono momenti tragici e anche divertenti, ci sono aggressioni e battaglie, ci sono i gesti d'onore e quelli commoventi, insomma tutto quel che occorre perché anche un ragazzo di oggi possa leggere con gusto, traendo al contempo esempi edificanti. 
Michele è stato un modello per intere generazioni e può esserlo ancora per quelle attuali, perché è un uomo che rimane fedele allo Zar, leale verso chi lo aiuta, protettore dei deboli, amante della famiglia, pieno di coraggio, testardo nel portare a termine la propria missione, anche a costo della vita.

Se non avete mai letto questo classico, consiglio di recuperarlo.

D'altronde, se fossero mancati luoghi di cambio, la casa del contadino russo non sarebbe stata meno accogliente. In quei villaggi, che si rassomigliano quasi tutti, con le loro cappelle dai muri bianchi e i tetti verdi, il viaggiatore può bussare a qualsiasi porta certo di trovare ospitalità. Il contadino, sorridente, gli verrà incontro tendendogli la mano, gli offrirà pane e sale, e gli metterà sul fuoco il samovar, così l'ospite si sentirà a casa sua. La famiglia sloggerà per fargli posto: lo straniero, quando giunge, è il parente di tutti, è «colui che Dio manda».

Amarilli






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