BLOG TOUR "IL MESE ASIMOV": "Il fenomeno della Fantascienza ai tempi di Asimov"


Buona giornata, lettori!
Con questa tappa parte un mega-evento ospitato dal blog per giugno e luglio, un intero mese dedicato all'uscita del nuovo #OSCARDRAGHI contenente l'intero celeberrimo ciclo Asimoviano.

Ma oggi niente recensioni, concentriamoci su Asimov e sull'impronta che ha lasciato questo scienziato-scrittore-affabulatore sul mondo in cui concepiamo anche oggi la #scifi.

Non è un caso che la mia tappa s'intitoli "il Fenomeno della Fantascienza ai tempi di Asimov", perché la cosiddetta Età d'oro di questo genere, il momento in cui raggiunge un enorme successo a livello americano, e poi mondiale, è proprio il periodo che si colloca tra gli anni '30 e i '50 del secolo scorso, periodo in cui s'impone proprio Asimov.

Prima di lui, un grande contributo fu dato da Hugo Gernsback, direttore di Amazing Stories (dove appare per la prima volta il termine "Sciencefiction"), e poi da John W. Campbell, redattore e curatore di altre riviste che hanno fatto la storia della fantascienza, a partire da Astounding Science Fiction. Infatti il numero di luglio 1939 di quest'ultima rivista contiene  niente meno che i primi racconti pubblicati da A. E. van Vogt e dal nostro Asimov. 
Altri scrittori dell'epoca furono Robert Heinlein, Frederik Pohl e L. Sprague de Camp, nomi che leggiamo ancor oggi.
Appena un decennio prima, nel 1927, al cinema era uscito il film Metropolis di Fritz Lang, icon protagonista un robot umanoide che aveva affascinato gli spettatori.
Insieme ai racconti e ai romanzi, nacquero i primi fumetti  sui quotidiani, tra cui Buck Rogers (1928) e Flash Gordon (1934). 
Lo stesso Superman, un alieno dotato di poteri eccezionali, fece la sua apparizione nel 1938.

In ogni caso, se da una parte Cambell continuava a chiedere racconti al nostro Asimov (nel 1939 apparve, ad esempio, Naufragio al largo di Vesta, i suoi racconti furono pubblicati anche dal suo amico Frederik Pohl  che era al contempo  direttore di altre due prestigiose riviste di fantascienza, Astonishing Stories e Super Science Fiction. Racconto dopo racconto, Asimov comincia ad immaginare i suoi robot positronici (chi potrebbe dimenticare Robbie?) e la struttura del Ciclo delle Fondazioni.
In questi anni egli sviluppò le canoniche Tre leggi della robotica (a cui si sarebbe aggiunta la Legge Zero) con il racconto Bugiardo! (Liar!) del 1941, e l'idea che l'umanità avrebbe creato un impero galattico, con epoche di splendore e di decadenza.
Risulta quasi impossibile elencare le innumerevoli serie che uscirono in quei decenni e che costituiscono oggi la summa dei "classici".

Asimov rimase incontrastato anche nei successivi anni '50, quando l'Età d'oro vide emergere un nuovo filone, legato a temi spirituali, uniti all'elemento futuristico: tra i romanzi più significativi della fine del periodo, accanto al suo Neanche gli dei,  si possono citare figurano Cronache marziane (The Martian Chronicles, 1950) di Ray Bradbury; e Un cantico per Leibowitz (A Canticle for Leibowitz, 1959) di Walter M. Miller.


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