Pensieri su "OUTSIDE" di Velma J. Sterling
Lia è una veterinaria professionale e devota, anche se lo studio in cui lavora non è esattamente un paradiso. Per fortuna è circondata dalle migliori amiche che si possano desiderare, perché ha chiuso con le relazioni: dopo le esperienze passate, non si fida più degli uomini.
Entra però in scena l’irresistibile Daniele, titolare di Outside, il nuovo negozio di abbigliamento in centro… e le cose si complicano.
Tra figuracce e malintesi, animali domestici scatenati, prelibatezze culinarie e la collezione moda che mancava, Lia sarà pronta a rischiare e a innamorarsi di nuovo?
Titolo: Outside
Autrice: Velma J. Starling
Editore: Emma Books
Uscita: 27/05/2020 - In tutte le librerie digitali
Aprendo un libro si possono trovare tante sensazioni diverse, ho scovato pensieri profondi in libri leggeri, e puro divertimento in classiconi polverosi, un libro può piacere o meno, può far riflettere, può svagare, oppure come in questo caso in cui davvero sono in difficoltà nel dire cosa ci ho trovato.
Stavolta ho cercato di dare un senso, di trovare un messaggio, uno scopo a questa sequela di capitoli, ma non ho trovato altro che una successione di eventi ordinari, correlata da dettagli banali, e spesso neanche funzionali alla storia.
Un noiosissimo susseguirsi di scene piatte, senza un guizzo di palpito o di piacere o anche perché no, un po’ di sano letterario patimento.
Una storia principale che meno emozionante non poteva essere, i cui protagonisti sono uno: un cartonato senza spessore e nessunissima attrattiva, un lui vacuo e inconsistente; e una protagonista complessatissima su questioni assolutamente discutibili, tipo l’infamante tara del viver in provincia e l’ancor più abbietta condizione umana del non poter vestire firmata…
Sarcasmo a parte, davvero per me provare empatia per siffatti personaggi è stato umanamente impossibile, almeno non senza un adeguato approfondimento che ne facesse capire le motivazioni che qui è stato assente.
La storia è composta da capitoli interi a parlare del più e del meno. L’apoteosi della noia.
Leggendo mi veniva in mente Hitchcock che definiva il Cinema come “la vita con le parti noiose tagliate”. Qui, ahimè, la “vita” è senza tagli, ma anche senza approfondimenti, e ancora senza una qualche motivazione che giustifichi la messa in scena di comparenti e dinamiche.
Ci sono due note positive: da un lato, la simpatica Brigata delle Brioche che affianca la protagonista, e, dall'altro lato, il modo di scrivere, fluido e corretto, anche se a mio avviso entrambe le note non riescono comunque a risollevare le sorti di questa trama.
Auguro a ciascuno di avere sempre una Brigata delle Brioche accanto a sé.
Lucia
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