Pensieri su "SOLARIS" di Stanislaw Lem

"Solaris" è il capolavoro della fantascienza filosofica. 


Siamo nel lembo più estremo dell'universo esplorato dal genere umano. 
Un astronauta, dalla Terra, approda nella stazione spaziale che gira intorno al pianeta Solaris. 
Qui trova un'atmosfera di mistero e sospetto: nessuno lo accoglie, i pochi ospiti della astronave sembrano angosciati e sopraffatti, c'è un morto recente a cui si allude con circospezione ma senza sorpresa, gli oggetti subiscono strane deformazioni, si avvertono presenze. Solaris è noto agli umani come il grande pianeta "vivente". Appare in forma di vasto oceano e avrebbe dovuto conflagrare se la sua orbita avesse seguito le leggi della fisica. Ma è come dotato di capacità cosciente di reazione e questa capacità sembra legata alle apparizioni di fantasmi, proiezioni viventi di incubi, sogni e fantasie. L'astronauta è costretto a interrogarsi, mentre lo contagia la stessa angoscia che domina in tutto l'ambiente. 

Un'avventura avvincente e carica di attesa e mistero. Ma si potrebbe dire anche un'avventura epistemologica, nel senso che presenta alla lente della riflessione un numero enorme di quesiti che abitano i rami della filosofia. Fra essi, il più suggestivo sembra essere il tema dell'Identità, del Soggetto, dell'Io. Non esiste l'Io unico e identico a se stesso.

SOLARIS
Stanislaw Lem
328 pagine
Editore: Sellerio Editore Palermo
Uscita: 24 gennaio 2013



***


Non abbiamo bisogno di altri mondi, 
abbiamo bisogno di specchi.


Sentivo spesso parlare di questo libro nel gruppo di fantascienza che frequento, non è un mistero che sia un romanzo Sci-Fi con una forte componente psicologica e filosofica, frutto degli studi dell’autore. 
Con queste interessanti premesse mi sono approcciata a questo testo. 

Tra le pagine del libro ci avventuriamo verso lo spazio, un’esplorazione già avvenuta e concretizzata un secolo prima, nella scoperta di un pianeta di un altro sistema bi-solare, Solaris, dove dopo tanto peregrinare si è finalmente scoperta una forma di vita aliena che ha le sembianze di un oceano viscoso. 
Un maxi alieno a cui viene dedicata una nuova branca scientifica, la soralistica, che nonostante le tantissime pubblicazioni e i voluminosi tomi non ha prodotto passi avanti nella comunicazione con questa nuova forma senziente ed è rimasto di fatto un grosso mistero monitorato solo da uno sparutissimo gruppo di scienziati. 

Il libro si apre con l’arrivo dello psicologo Kris Kelvin alla stazione su chiamata del suo collega Gibarian che non incontrerà perché morto suicida. Nella stazione sono presenti altri due scienziati e appare chiaro che entrambi nascondono dei segreti. 
Nella claustrofobica stazione inizia il viaggio più impegnativo, la scoperta di se stessi, nascono dalla spuma brumosa dell’oceano, come novelle Afrodite, i più reconditi desideri di chi si avvicina all’abitante unico e multiforme che vive e regna su Solaris. 

“L'uomo era andato incontro ad altri mondi e ad altre civiltà senza conoscere fino in fondo i propri anfratti, i propri vicoli ciechi, le proprie voragini e le proprie nere porte sbarrate. ” 

Sarà pronto il nostro protagonista ad affrontare il suo più grande desiderio e rimpianto?
A volte, quando facciamo uno sbaglio, vorremmo avere un’altra possibilità, Kelvin avrà questa seconda chance, seppur fittizia, ma è vero ciò che è vero o è vero anche ciò che vero appare?
OK, ok il ragionamento non è proprio cristallino e lo stesso avviene nel libro, un rincorrersi di questo tipo di pensieri, uno scatenarsi di ragionamenti e riflessioni che invitano a non dare nulla per scontato. 
Alla fine delle vicende molte ipotesi si possono fare su come ragiona e cosa vuole questa entità, non abbiamo certezze, sarà un Dio manipolatore e freddo? O tutto si riconduce al gioco di un infantile entità galattica? Forse non esiste solo una risposta e forse neanche importa cosa esattamente sia ma importante è ciò che causa a chi ne viene a contatto. 

Un libro per riflettere, un libro in cui specchiarsi. 

Lucia

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