REVIEW PARTY per "Esprimi un desiderio, anzi tre" di Liane Morjarty



Siete in un elegante ristorante di Sydney, e al tavolo accanto al vostro si sta festeggiando un compleanno, anzi tre: tre sorelle gemelle sulla trentina. E a un tratto la festa si traduce in un dramma di dimensioni epiche. 
I toni si scaldano, le voci si alzano, l'attenzione del pubblico non pagante si catalizza su Cat, Lyn e Gemma, protagoniste improvvisate di una tragicommedia con tanto di aggressione a mano armata (di forchettina da fonduta) e conseguente corsa al pronto soccorso...

Esprimi un desiderio, anzi tre
Autore: Liane Morjarty
Editore: Mondadori
Uscita: 16 giugno 2020






Stavolta devo confessare che in base alla sinossi e alla cover frizzante, ho rischiato di prendere un grosso abbaglio... 
In effetti, credevo di leggere una commedia ironica (anche se la sinossi parlava di "tragicommedia") e piuttosto solare su tre sorelle gemelle, invece ... invece mi sono ritrovata a leggere un romanzo corale agrodolce, parecchio agro e molto meno dolce, che mi ha lasciato addosso una gran tristezza.

Non fraintendetemi, lo stile non è male, il romanzo scorre via e ho trovato molti belli i brani posti all'inizio di ogni capitolo, in cui soggetti estranei alle vicende ci regalano ricordi personali riguardanti proprio le tre gemelle, a dimostrazione che le stesse protagoniste non passavano mai inosservate e potevano anche influire sulle vite degli altri.

Tuttavia, a parte Cat (Catriona), non ho sostanzialmente provato empatia con i personaggi del libro, non ne ho condiviso molte scelte, non ho appunto riso come mi sarei aspettata. 
E soprattutto non ho colto chissà che messaggio di speranza e di incoraggiamento femminile.
diciamo che le persone str*** se la cavano alla grande: in primis i fedifraghi, e questo è un aspetto che proprio non riesco a mandare giù; non sono così "evoluta" di mentalità dall'attribuire sempre e comunque le colpe al povero maschio, escludendo a priori che esistano dolci fanciulle sfasciafamiglie. 
Le arrampicatrici familiari permangono, ben agguerrite, allo stesso modo in cui, a prescindere dall'effetto #metoo, non si sono estinte le colleghe vipere pronte a cogliere l'attimo. (E no, non è femminista fare finta di niente, se una donna ti passa davanti accettando scorciatoie alternative...).
Per una donna che prevarica, un'altra soccombe, e anche in questo romanzo quelle che per un attimo si rivelano vulnerabili ne pagano lo scotto a lungo.

Peraltro, opinione mia, l'autrice dimostra un certo astio verso le donne che cercano di conciliare la carriera insieme al desiderio di avere anche una vita familiare serena (sembra una cosa impossibile, visto che due sorelle su tre soffrono di nevrosi, e l'unica che pare meritarsi la felicità è quella considerata "stravagante" dal resto dei familiari: vedete voi!).

A fronte di tutto ciò, penso di aver spiegato la mia sottile frustrazione post-lettura. 

Come dicevo, il libro scritto bene e immagino che a tanti piacerà molto.Vorrei però lasciare l'avvertenza che non ho avuto io: è narrativa più che romance, con un fondo amarognolo più che di semplice svago. 

Amarilli




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