Pensieri su "La fine di ogni brava ragazza" di Holly Renee

Era stata una pessima idea fin dall’inizio.

Lui era il migliore amico di mio fratello, perciò INAVVICINABILE per definizione.
Ma io me ne sono fregata. Perché sono innamorata di lui da che ho dei ricordi.
Mi sono detta che valeva il rischio. Valeva tutto per lui.
È ho finito per bruciarmi…

Tanto facilmente come io mi ero innamorata, lui mi ha spezzato il cuore.
Fino all’ultimo ho sperato che mi salvasse, che mi porgesse una mano, e invece mi ha lasciata cadere.
Così non mi è rimasto che correre. Scappare. Mettere una grande distanza tra noi.

E sono passati quattro anni, e mai più mi sarei aspettata di rivederlo. Era sempre il migliore amico di mio fratello, ed era più off-limits che mai. 

Tatuaggi e sorrisetto storto, aveva ancora quell’aria da cattivo ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa.

Perciò dovevo stare attenta. Molto attenta.
Perché Parker James era la fine di ogni brava ragazza.
Ma, purtroppo per lui, io non ero più una brava ragazza.



Titolo originale: Where Good Girls Go to Die
Titolo proposto: La fine di ogni brava ragazza
Serie: The Good Girls Series #1
Autrice: Holly Renee
Traduttrice: Margherita Orsi
Genere: contemporaneo
Lunghezza: 203 PAGINE
ISBN ebook: 978-88-9312-765-3
ISBN cartaceo: 978-88-9312-758-5




La prima volta mi aveva fatto male, 
ma riaprire le mie ferite e infliggermi altro dolore avrebbe potuto uccidermi. 


Ho scelto di recensire questo libro accattivata dal titolo, ero curiosa di vedere l’evoluzione in cattiva ragazza che io immaginavo come una sorta di emancipazione: ovviamente leggendo la sinossi le mie brame femministe si sono molto ridimensionate, ma ho comunque letto la storia. 

Si tratta di una seconda opportunità, plot che mi piace per le tensioni del passato che rendono ancora più intense le emozioni del presente. 
Il libro è godibile, piccante al punto giusto, specie nella prima parte, dopo, verso la fine deborda nelle solite noiose pagine e pagine di capriole tra le lenzuola. 

La scena iniziale è quella che mi è piaciuta di più, dove la protagonista mette in scena il suo esser “cattiva”, peccato che duri davvero pochissimo, infatti il libro prende da subito una piega patriarcale, con l’uomo di turno che impone la sua volontà a una donna adulta e non propriamente consenziente, riportandola nei ranghi che lui ritiene giusti. 

Onestamente mi aspettavo molta più indipendenza da una così cattiva ragazza, comunque lei ritorna al luogo da cui era scappata quattro anni prima e si ritrova ad affrontare ogni giorno il motivo per cui era fuggita con il cuore in pezzi, pronto a spezzarglielo di nuovo. 

Durante il libro scopriremo il loro passato tramite i POV di entrambi i protagonisti, l’innamoramento, le incomprensioni, la rottura, fino ad avere tutti i pezzi della loro storia. 
E anche loro, a mano a mano che mettono insieme questi pezzi, si convinceranno finalmente a lottare per ciò che gli è caro, dico finalmente perché i due sono un po’ troppo trascinati dagli eventi e dalle altre persone senza mettere in pratica una vera volontà di cambiarli, un amore per cui non hanno lottato abbastanza né in passato né nel presente, se non quando gli eventi sono alfine precipitati. 

In conclusione se l’inizio è stato carino, il libro si è via via sfilacciato in una trama lasca e poco emozionante in un moscio ritorno allo status di brava ragazza

Lucia

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