SEI RISPOSTE D'AUTORE - Maria Masella
Maria
Masella
• Sei risposte d’Autore:
1) Chi è Maria Masella?
Non ho le idee tanto
chiare. Mi piacevano le materie letterarie (me la cavavo anche molto bene), ma
ho scelto di frequentare il liceo scientifico e poi di laurearmi in matematica,
perché mi riusciva bene, senza sforzo e con poco coinvolgimento emotivo. E ho
insegnato matematica, fisica e informatica dal 1971 al 2005, con passione; mi
piaceva molto il contatto umano con gli studenti e con i colleghi. Forse perché
sono curiosa e mi piace scoprire le persone dietro la loro apparenza.
E la scrittura? Era la
passione segreta, coltivata in notturna. Racconti e romanzi scritti quasi di
nascosto anche da me stessa. Soltanto pochissimi amici intimi lo sapevano. Mi
vergognavo di questa “voglia di scrivere, di inventare mondi”. In verità me ne
vergogno ancora un po'; tanto sono loquace e a mio agio nelle occasioni
“ufficiali” (presentazioni di libri, incontri in biblioteche, interviste
televisive o radiofoniche), quanto resto senza parole se, inaspettatamente,
qualcuno mi ferma per dirmi di essere un mio lettore fedele. (Nota: non temo
gli estranei, abito in una via abbastanza trafficata, fra l'Ospedale Regionale
della Liguria e l'Ospedale Pediatrico Gaslini, quindi capita spesso che qualche
auto accosti e chieda come arrivare in uno dei due. Senza problemi mi avvicino per
fornire le indicazioni necessarie). Forse una parte di me non ha ancora
accettato questa “voglia di scrivere, di inventare mondi”, forse ne ha paura.
Paura forse motivata: un parente abbastanza stretto mi ha chiesto perché non
usavo uno pseudonimo.
2) Cosa
ti piace scrivere, come e quando?
Mi piace scrivere.
Punto. Scrivevo volentieri anche i verbali dei collegi docenti, dei consigli
d'istituto e di quelli di classe. Anche i mostruosi verbali degli esami di
maturità. Mi piace usare le parole, come ai bambini piace pasticciare con la
terra. Inventare storie è fare un passo avanti: usare le parole per costruire
un mondo. Da scrittrice? Noir, romance, storie non di genere... Ma ho scritto
fantasy, fantascienza, storie umoristiche. Le poesie? Le scrivo per me sola. Mi
costringessero a scrivere un genere soltanto diventerei matta. Un po' lo sono
già, temo.
Come scrivo? Quando ho
cominciato non c'erano i PC, quindi a mano e ripassavo sulla Olivetti. Nel 1988
ho conosciuto WS4 e mi sono innamorata. Da allora scrivo a PC, senza appunti,
senza scaletta, senza niente. Io e la tastiera. Spesso neppure guardo lo
schermo.
Quando scrivo?
Fisicamente quando ho tempo e la schiena lo permette (non più di due ore al
giorno), ma se ho una storia in corso (quasi sempre, a volte due in
contemporanea) me la penso mentre faccio altro. Non ho orari o riti speciali.
Posti speciali? Da tre mesi, causa schiena, sono costretta a scrivere in
poltrona reclinabile con PC sulle ginocchia.
3) Com’è avvenuta la pubblicazione della tua opera prima?
1976, scrivevo da anni,
ma per me e pochi amici. Leggo un bando su Segretissimo Mondadori per un
racconto di spionaggio. Scrivo una storia ambientata negli anni di piombo,
invio. Piace a Laura Grimaldi, viene pubblicata. Ne ho scritti altri fin quando
c'è stata lei. E questo è stato un inizio. Ma ora devo tornare indietro per
spiegare perché ho scritto “un inizio” e non “l'inizio”.
Sono figlia unica, con
madre non lettrice e padre gran lettore; quindi in casa giravano romanzi
tradizionalmente preferiti da uomini: oltre ai classici erano gialli,
spionaggio e avventura. Non che il padre disdegnasse i romanzi scritti da
donne, leggeva la Morante e la Ginzburg, per citarne due. Mi imbatto nel “rosa”
quando ho più di vent'anni e sulle bancarelle dell'usato. Scopro che sono
rilassanti e provo a scriverne, li invio a vari editori da edicola (ormai
scomparsi) e vengono pubblicati, sempre con pseudonimo straniero. Nel frattempo
scrivo racconti un po' strani e trovo un editore che accetta di pubblicarli (non
pago ma distribuzione zero).
Ma il secondo inizio è
dietro l'angolo! Nelle bancarelle dell'usato occhieggiavo i Romanzi Mondadori,
ma sembrava che pubblicassero soltanto straniere. Un giorno scopro Mariangela
Camocardi e Roberta Ciuffi. Leggo, mi piacciono. Ne scrivo uno e lo mando.
Viene pubblicato con il titolo che volevo “Le ragioni del cuore”.
Il terzo inizio, il più
importante, è stato l'incontro con Marco, il padre di Carlo Frilli, e la
pubblicazione del primo noir di quello che sarebbe diventato il ciclo Mariani.
Altri inizi? Corbaccio,
Rizzoli (con Alessandra Bazardi che mi
ha insegnato tantissimo).
Ma ho progetti per
altri inizi, ho soltanto sessantanove anni!
4) Cosa credi sia indispensabile per riuscire a pubblicare?
Un tempo me la sarei cavata
con una battuta, “trovare un editore che ti pubblichi!”, ma ora non funziona
più così, esiste il self e chiunque può pubblicare, senza filtri.
Forse la vera domanda è
un'altra: quali strumenti deve possedere un non ancora autore per diventare un
autore? Conoscenza della lingua (puoi permetterti licenze, ma deve essere
chiaro che tu, scrittore, conosci bene ortografia, grammatica e sintassi;
Picasso conosceva le regole della pittura accademica per violarle), capacità di
scrivere una storia solida e coerente, con personaggi interessanti e coerenti.
Resistenza fisica:
scrivere è fatica non soltanto mentale o emotiva, ma è mal di schiena, male
agli occhi, cervicale, tunnel carpale, mal di stomaco (arrabbiature).
Riassumendo: un trenta
per cento di testa, un trenta di cuore, un trenta di fatica fisica. E siamo al novanta per cento. Il dieci per
cento restante è fortuna, caso, destino, che ti fa incontrare la persona giusta
al momento giusto.
5) Cosa pensi sugli editori a pagamento, la self-publishing e l’editoria
tradizionale?
Esprimo giudizi
soltanto su ciò che ho potuto valutare personalmente. Non ho mai provato a
pubblicare da self, quindi non so dire se è conveniente o no. Ho letto romanzi
usciti in self, trovando tutta la gamma possibile da ottimo a pessimo.
L'editoria tradizionale? Dipende. Parlando da autrice ho trovato l'editore
serio e quello no. L'editore serio è quello che provvede all'editing, alla
cover (rispettando i diritti del grafico), alla distribuzione, alla promozione
e si impegna affinché il tuo romanzo, se digitale, sia classificato in modo
corretto negli store, non a casaccio. E che paghi il dovuto. Se con alcuni
editori ho pubblicato più di un romanzo è perché me ne è stato chiesto un
secondo e il “trattamento” del primo mi ha soddisfatto.
6) Quale consiglio daresti agli esordienti?
Non farti prendere
dalla fretta, studia, revisiona. Revisionare non è rileggere, è rimettere in
discussione l'intera struttura, le singole parti, ogni parola, la
punteggiatura. Revisiono, non rileggo,
almeno quaranta volte un romanzo di 300 mila battute, pur sapendo che ci sarà
l’editing della casa editrice e doppia lettura di bozze per eliminare i refusi.
Non imitare il romanzo di successo, ma cerca una voce personale. Non scrivere
un romanzo di un genere che non apprezzi. Non leggere troppi romanzi del genere
che vuoi scrivere (smarriresti la tua voce). Scrivi ogni giorno, anche
mezz'ora, ma scrivi. Quello che scrivi deve piacere al lettore principale,
a te stesso, ma devi lavorarlo in modo
che piaccia anche ad altri, a estranei che di te conoscono solo quel
romanzo; metti in conto che non piacerà
a tutti e ci starai male. Scrivi soltanto se ti piace farlo. Ma il consiglio
principale è uno soltanto: scrivi se hai qualcosa da dire.
• Breve
biografia:
Maria Masella è nata a
Genova nel 1948. Laureata in Matematica, ha insegnato per molti anni al liceo
scientifico. Con Fratelli Frilli Editori ha pubblicato diciassette romanzi noir
del ciclo Mariani, e i romanzi noir Per
sapere la verità e Nessun ricordo muore.
Per Corbaccio è uscito Belle sceme!
un romance contemporaneo. Per Mondadori sono usciti dieci romance storici, un
racconto nell'antologia risorgimentale e un altro nell'antologia Il falco e la rosa, per festeggiare il
numero 1000 della collana Classic. Con Rizzoli Youfeel ha pubblicato due
romance contemporanei e uno storico, e con Emma Books Sotto il segno della N, un romance contemporaneo. A questi sono da
aggiungere diversi romanzi e racconti scritti per riviste (a volte con pseudonimo),
due raccolte di racconti e articoli vari per la rivista “Marea”. Ha avuto una
menzione speciale al “Premio Gran Giallo Città di Cattolica” e due suoi
racconti sono stati finalisti al “Premio Tolkien”. È stata premiata due volte
al “Mystfest”, una volta al “Gran Giallo Città di Cattolica”, una volta al “Premio
Azzeccagarbugli”, una volta al “Solinas” per la scrittura cinematografica e una
volta a “La vie en rose”. Due noir con il commissario Mariani sono stati
pubblicati in Germania dalla Goldmann.
• L’ultimo romanzo di Maria Masella in libreria:
Nessun ricordo muore
Fratelli Frilli Editori
(marzo 2017)
Teresa Maritano, dopo aver lasciato la polizia, ha aperto un
bar in una piazzetta poco lontana dal Ponte di Sant’Agata sperando in giorni
tranquilli e anonimi. Ma nella sua vita ritorna il commissario Marco Ardini
perché è scomparsa Carlotta, una bambina che frequenta la scuola elementare
situata nella piazzetta, e Ardini sa che se qualcuno ha notato qualcosa di
potenzialmente utile, quel qualcuno è l’ex ispettore Maritano. Poco per volta Teresa,
nonostante l’iniziale resistenza e il disagio di lavorare nuovamente con
Ardini, si lascia prendere dalle ricerche, perché conosceva bene Carlotta.
Altri delitti confermano che proprio quella piazzetta è fondamentale nelle
indagini che coinvolgono anche il passato. Ma più trascorrono i giorni e più le
speranze di ritrovare viva la bimba scomparsa si affievoliscono. E
rintracciarla in tempo, sembra per Ardini sempre più una questione personale.
Seguendo le tracce di Carlotta, della sua amichetta Paola e della “strana”
madre di quest’ultima, Teresa comincia a capire anche qualcosa di più su di sé
e sul commissario Ardini che già la incuriosiva quando lavoravano insieme...
Nessun commento: