Pensieri su “In principio fu lo scandalo” di Julie Anne Long

È proprio vero: a volte basta commettere una sola trasgressione e diventa inevitabile una vita di tribolazioni. La giovane Elise Fountain ripete tra sé queste parole mentre dall’abbaino della vecchia stanza dove vive conta le stelle insieme al figlioletto Jack. Elise ha bisogno di un lavoro per guadagnarsi da vivere in maniera onesta e il colloquio per un posto da governante nella dimora dell’austero lord Lavay sembra offrirle qualche speranza. Ma Elise ancora non sa che dietro gli occhi inquieti di Lavay, intensi come il brandy, si cela la profonda passione di un principe deciso a riscattarsi e a mettere in gioco tutto per una donna affascinante e sensuale come lei…

Autore: Julie Anne Long
Titolo: In principio fu lo scandalo
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi Passione n. 154
Uscita: agosto 2017


IN PRINCIPIO FU LO SCANDALO (It Started with a Scandal ) è il decimo romanzo della serie Pennyroyal Green, così chiamata in quanto i protagonisti provengono dall’omonima cittadina del Sussex.
I romanzi precedenti della serie, IL PERICOLO E IL PIACERE ( The Perils of Pleasure ), COME NESSUN ALTRO ( Like No Other Lover ), CEDERE ALLA PASSIONE ( Since the Surrender ), CAPITAN SELVAGGIO ( I Kissed an Earl ), MIO DUCA ( What I Did for a Duke ), CONQUISTARE UN MARCHESE ( How the Marquess Was Won ), LE CONFESSIONI DI UNA CONTESSA ( A Notorious Countess Confesses ), ACCADDE A MEZZANOTTE (It Happened One Midnight ) e RESA D’AMORE ( Between the Devil and Ian Eversea ) sono già stati pubblicati nella collana I Romanzi Passione – nr. 29, 73, 82, 85, 93, 102, 113, 125 e 131 rispettivamente.
La serie proseguirà con “The Legend of Lyon Redmond”, di prossima pubblicazione.

Premi e riconoscimenti della critica: Premio RITA nel 2016 come Miglior Romanzo Storico Breve (Best Short Historical Romance); All About Romance DIK (Desert Isle Keeper)

Historical Romance

5 stelline


"Voi siete l’unica cosa che ancora mi fa paura. In molti modi diversi.”
E probabilmente così sarebbe stato, per sempre.
Elise riconobbe quel delizioso brivido di paura che si provava quando si camminava su un confine che si sapeva pericoloso da attraversare. Aveva dimenticato come ci si sentiva. Come un uomo potesse rendere intenso ogni momento, farti ricordare dello scopo per cui si possedevano vista ed olfatto, nonché pelle, terminazioni nervose e un cuore. Aveva dimenticato che un uomo poteva far cantare il tuo cuore come un’allodola, oppure farlo sprofondare come un sasso.
E l’uomo che aveva di fronte era probabilmente in grado di sedurre con il solo gesto di un dito.
Era un principe.
Lei era una governante.


Prima di tutto, grazie a questo libro perché mi ha fatto scoprire un mondo, quello di Pennyroyal Green, collegato a una lunghissima serie (questo il decimo), di cui non avevo mai letto nulla, e che invece mi ha costretto a pormi come obiettivo quello di ripartire dall’inizio: mi piace troppo come scrive quest’autrice, questo libro è stato più di un romanzo di svago, mi ha avvinto completamente.
D’accordo, l’intreccio non è così inusuale: da una parte il principe, arrogante fiero, accigliato con il mondo e dedito a salvare le sorti del casato dopo gli orrori della Rivoluzione Francese; dall’altra parte, l’aspirante governante, una donna con parecchi scheletri nell’armadio; in mezzo una villa di campagna, da accudire e riportare ai passati splendori.
Una storia raccontata con dolcezza disarmante, ma anche asprezza, e tanto, tanto sentimento.
Inutile aggiungere che mi piaciuta molto, e mi fa concordare con l’assegnazione del premio RITA 2016, per un romanzo entrato a forza nella lista di quelli “da rileggere”.

Non preoccupatevi se come me non avete letto i precedenti: a parte alcuni rimandi e accenni, il romanzo si legge da solo e soddisfa comunque.
Consigliato.

Avrebbe davvero preferito essere un orologio, o un calesse, e non una donna. 
Perché in quel caso non sarebbe stata così attratta dal fascino, o sconvolta dalle situazioni drammatiche, non si sarebbe commossa quando avrebbe voluto essere di pietra, dato che non c’era modo che per lui potesse essere più importante di un orologio o di un calesse, visto che dai servitori ci si si aspettava proprio che fossero assolutamente imperturbabili. Oh, se fosse stata capace di piantare i piedi per terra, assumere un’espressione impassibile e affrontare con disinvoltura tutto ciò che la vita sceglieva di caricarti sulle spalle, come faceva lord Lavay.

Amarilli

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