Pensieri e riflessioni su "CAPITALE INVESTITO" di Aleksandr Voinov

Autore: Aleksandr Voinov
Titolo originale: Return on Investment
Titolo italiano: Capitale investito
Traduttore: Martina Nealli
Genere: thriller finanziario, narrativa lgbt
Lunghezza: circa 373 pagine
Prezzo: 6.99€
Data di pubblicazione: 5 aprile 2016

TRAMA: Martin David, analista finanziario volenteroso ma inesperto, è l’ultimo arrivato nel team investimenti della Skeiron Capital Partners, società di private equity con sede a Londra. 
Il suo capo è un noto genio della finanza, ma è anche prepotente e severo. Nonostante le sue bizze, Martin è attratto da lui dal punto di vista sia professionale che personale; peccato che l’uomo non ricambi. 
In un ufficio dove le amicizie e il pedigree contano molto più di una laurea in economia fresca di stampa, Martin si sente disperatamente inadeguato – almeno finché non incontra l’enigmatico Alec Berger, consulente e gestore patrimoniale, che promette di aiutarlo a costruirsi un nome e una reputazione nell’ambiente della finanza. Martin è talmente affascinato dall’acume e dai modi raffinati dell’uomo che acconsente a passargli informazioni riservate.
Poi arriva la crisi. Le banche colano a picco, le compagnie finanziarie si aggrappano con le unghie al bordo del baratro, e la sopravvivenza della stessa Skeiron viene messa a repentaglio. Martin si ritrova nel mezzo di una battaglia per il controllo della società, dove non si combatte soltanto l’economia in declino, ma anche un nemico spietato che approfitta della situazione per uscire dalle tenebre e reclamare la sua preda.

Capitale investito è un thriller finanziario a tema gay dall’autore vincitore dell’EPIC Award nonché finalista al Lambda Award Aleksandr Voinov.

Il pensiero di Amarilli73

Ovunque posasse le mani, quella forza calda gli mozzava il fiato. 
Usò entrambi i palmi per mappare il territorio sconosciuto, toccarlo e accarezzarlo, rallentando, passando dall'obiettivo del sesso a quello di conoscere e capire, di imprimersi nella mente le linee e le distese, le cavità e i sentieri. 
Sul suo corpo si leggevano la stessa disciplina e la stessa durezza che pervadevano il suo carattere. Profumava di agrumi e di caffè, probabilmente un'eco del bagnoschiuma.

5 stelle e lode. Più che un libro, un’esperienza catartica. 
Da dove comincio?
Il prologo mi ha subito spiazzato. 
E’ un chiodo che ti si conficca dentro, e te lo trascini per almeno metà volume, quasi con il terrore di vedere cosa capiterà nella pagina seguente, perché temi che sarà troppo doloroso da affrontare.
Alla fine di tutto, posso dire che ha un suo perché. Se non tocchi il fondo, se non bruci e raccogli la cenere, è difficile comprendere di dover risalire, di dover guardare tutto con occhi diversi.
L’ambientazione insolita: alta finanza, hedge fund, le “locuste” che calano sulle aziende, vendendole come pezzi di carne da spolpare e tramutare in denaro, nuovo denaro per comprare nuove aziende, e nuove aziende da spolpare, frammentare e rivendere a pezzetti per aumentare il profitto. 
Se tanti romanzi di questo tipo in passato mi hanno fatto arrabbiare, perché si limitavano a piazzare qualche dettaglio (il protagonista è un manager, magari fa riunioni, ecc.), rimanendo in superficie, Voinov ricrea invece alla perfezione l’atmosfera opprimente, schiacciante dei gestori dei fondi, strutture che macinano numeri e riducono tutto a numeri.
Forse è la prima volta che sento una storia così vicina: ho rivissuto sottopelle anni trascorsi nella stessa claustrofobia: l’acquisizione da completare, lavoro-lavoro-computer-lavoro, l’adrenalina che ti sospinge in avanti, la nausea che ti accompagna tutto il giorno, l’apatia totale per tutto ciò che è fuori dal maledetto ufficio.
E poi gli scivoloni di carriera, i nuovi arrivati che si fanno sotto. Il tempo - per te stesso, per l’amore, per la vita di fuori - che non si trova.
A mio parere questo libro rende benissimo la sensazione di questi uomini intelligenti, ambiziosi, sensuali, eppure tutti perduti nel loro bicchiere di liquore – con pareti scivolose a cui non potersi aggrappare, per finire a galleggiare tra i cubetti di ghiaccio.
I personaggi: finalmente tutti sono umani. Non superuomini, umani.
Nessuno buio, nessuno luce, ma ciascuno con i suoi momenti d’ombra e di salvezza (forse Josh è più puro, ma d’altra parte lui ha già sofferto, si è dilaniato e sta ancora cercando il suo equilibrio).
Neppure Martin è un’anima innocente. Accetta i suoi rischi, punta in alto, conosce i rischi di innamorarsi dell’uomo sbagliato, magari di farsi sedurre da più uomini in guerra segreta tra loro, e non esita a sedurre per raggiungere lo scopo. Forse è uno scopo migliore dell’avidità degli altri, ma è comunque uno scopo, dove gli altri sono mezzi d’aiuto oppure ostacoli.
E de Bracy? 
Per De Bracy potrei (anzi, ho) perso il sonno. Il comandante che si trova di fronte alle linee nemiche e si accorge d’essere improvvisamente solo, quello che ha sempre indicato la strategia migliore e scopre che gli altri non hanno mai creduto nel suo piano.
Frances che è silenzio, concentrazione, un computer sempre acceso, la bellezza che dorme di sfuggita nel suo ufficio.
Posso desiderarti? Puoi.
Si è capito che mi sono innamorata di questo libro, e che me lo sono centellinata, tornando indietro a rileggermi i passaggi più struggenti, e che durante il giorno mi creavo le storiacce mentali con Francis, con Martin e con Alec (ma persino lo sceicco, alla fin fine…) ?

Adesso mi accorgo che non ho detto praticamente nulla della trama, ma credo sia irrilevante. 
Ho preferito indicare le mie emozioni sparse, tante erano le cose da dire. In ogni caso ringrazio ancora una volta il mondo del self, perché altrimenti questo libro pazzesco sarebbe rimasto nel cassetto, e sarebbe stato un peccato inaudito (a proposito di peccati e di redenzione… )
Ultima nota: la traduzione, magnifica come il libro.
Anzi, quando un libro ti trasmette così tanto, luci e ombre, poesia e struggimento, come se l'autore te lo leggesse ad alta voce davanti, più che di una traduzione si può parlare di un atto d'amore.

"Non volevo svegliarti".
Le labbra di Francis si strinsero, quindi si stesero in un sorriso, rilassato, da gatto. Martin sentì la bocca secca a quel sorriso, invitante e maledettamente sicuro. Sembrava uno che ha appena concluso un affare, o che sa qualcosa che gli altri non sanno.

Amarilli73


4 commenti:

  1. ok un altro titolo alla lista infinita di da leggere. Mi è piaciuta molto la recensione, le tue emozioni quasi si riescono a toccare

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    1. Grazie Chiara,ma ti assicuro che questo libro merita assolutamente!!!

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  2. Condivido in toto. Letto tutto d'un fiato.

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