Pensieri e riflessioni su "La scuola dei giochi segreti" di Rebecca Coleman

Titolo: La scuola dei giochi segreti
Autore: Coleman
Editore: Dalai Editore
Collana: Pepe nero
ISBN: 8866206725
ISBN-13: 9788866206729
Pagine: 352 
Euro 9,90

Sinossi:
Maryland, tardi anni Novanta. Nel cortile di una scuola Waldorf, tra precetti di Rudolf Steiner, insegnanti impettiti e sciami di adolescenti, l’incontro tra chi mai e poi mai avrebbe solo dovuto sfiorarsi. Lei, Judy McFarland, è una maestra d’asilo quarantatreenne dai sogni arenati e una livida vita coniugale che da tempo ha tragicamente rinunciato a se stessa; lui, Zach Patterson, è uno studente di sedici anni dalle maniere impertinenti, diviso tra una madre piena di mancanze e la gran fatica di essere il nuovo arrivato in città. Se il loro passo dall’amicizia alla relazione è breve e deciso, quello che li condurrà a un’ossessione fatale sarà una corsa a perdifiato nei campi incolti di vecchi, oscuri ricordi e dell’inconsapevolezza che, dopotutto, quella relazione non è che l’ultimo di una serie di segreti. La scuola dei giochi segreti è una spiazzante storia di frustrazione suburbana, densa di solitudine, imprudenza, desiderio che spoglia della ragione e voglia disperata di tornare indietro e rifare tutto diversamente.

Il mio pensiero:
"La scuola dei giochi segreti" di Rebecca Coleman è stato pubblicato lo scorso luglio dalla Casa Editrice Dalai

Come sempre, ad incuriosirmi, oltre che la sinossi, è stata la cover dall'aspetto un po' cupo ed oscuro unita all'inciso "Questo libro vi ossessionerà" a detta del quotidiano britannico The Guardian. Abbiamo in primo piano una piccola casa dal tetto rosso nascosta in un bosco. Prevalgono i colori scuri, dal marrone al verde, fino al nero. 

«Avevo fatto cose terribili, e non erano neanche lontanamente paragonabili a quello che mi restavano da fare».

Non si può di certo dire che le premesse non siano ottime. Infatti cercavo proprio un romanzo che mi avvinghiasse alle pagine fino all'ultima riga; un libro che non desse tregua e che colpisse per la sua originalità. Trovato! Questo ha fatto proprio al caso mio.

Una trama non troppo in là negli anni ci porta a Sylvania, nel Meryland e precisamente in una scuola famosa per aver abbracciato i precetti di Rudolf Stainer. Una scuola Waldorf, che secondo il modello pedagogico steineriano rifiuta il classico insegnamento nozionistico per coltivare le più disparate discipline artistiche (dalla musica, al teatro, alla pittura, al modellaggio, all'artigianato, ed a svariati altri lavori manuali).

I protagonisti della storia sono proprio un insegnante d'asilo (nello stesso complesso coesistono vari edifici dedicati alle diverse classi d'età), Judy McFarland e un sedicenne appena arrivato in città e nuovo iscritto alla scuola, Zach Patterson.
Immaginatevi una donna di quarantatré anni. Minuta. Dal lunghi capelli mossi con già qualche striatura di grigio. Immaginatevi un ragazzo americano con tratti asiatici ed un ciuffo di capelli neri che gli ricade costantemente in modo attraente su un occhio. Bene. All'apparenza nessuno penserebbe mai di accostare questi due personaggi se non per un semplice rapporto di conoscenza, amicizia o insegnante-alunno. È qui invece che entra in gioco l'originalità del romanzo che sfrutta l'alternarsi di razionalità e sentimento in un crescendo di follia ed emozioni.
Sì, perché Zach è uno degli amici del figlio di Judy, Scott e anche l'alunno che lei dovrà affiancare per un progetto scolastico ed un'asta di beneficenza. E come si dice... da cosa nasce cosa... 

Coo, coo, ca-choo, Mrs Robinson
Jesus loves you more than you will know (Wo, wo, wo)
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who pray
(Hey, hey, hey...hey, hey, hey)

Consentitemi la citazione di una strofa della canzone Mrs Robinson di Simon & Garfunkel - ultimamente strautilizzata negli ultimi romanzi che mi è capitato di leggere (pensate solo alla trilogia delle Sfumature di E.L.James). Anche qui ci incappiamo. Anche qui si fa riferimento al film "Il laureato".
Ma finalmente con questo libro non si rischia di incappare in qualcosa di scontato, già letto o blando. Si fa un passo in là. Abbiamo la possibilità di leggere qualcosa su un rapporto basato esclusivamente sull'attrazione fisica scevro di mielosità e melensaggini varie.

Narrato alternativamente da Judy, che ci parla del presente e ci racconta del suo passato da bambina, e da un narratore onnisciente, il romanzo è veramente in grado di ossessionarti. Non riuscivo a chiudere il libro, nonostante l'ora tarda, per la frenesia che avevo di scoprire i dettagli ed allo stesso tempo l'ansia di cadere in una fine scontata. Ed ecco un altro motivo per cui lo consiglio vivamente: un finale degno di un romanzo che si rispetti e per quei lettori che sono arcistufi delle conclusioni affrettate alla "e vissero tutti felici e contenti".
Complimenti Rebecca: uno dei più bei libri dell'anno.

Anche i protagonisti sono ben descritti e grazie a tutte le informazioni che l'autrice dissemina nella trama riusciamo a farci un quadro completo di Judy e Zach. 
Judy, che già bambina scopre la vita degli adulti: la madre che soffre di disturbi mentali ed il padre che si "intrattiene" piacevolmente con la cameriera tedesca... 
Anche se all'inizio, nei primi capitoli, la Coleman tende a presentarci Zach come un adolescente volgare e malizioso, strada facendo chiarisce, anche per lui, le motivazioni di alcuni suoi comportamenti. 

Un lettore attento riesce ad apprezzare il libro e la sua storia di frustrazione, di solitudine, di desiderio e di imprudenza senza incorrere in preconcetti ormai vecchi.
Non penso che questo romanzo vada letto per criticare i comportamenti di Judy, o per restare allibiti di fronte ad un rapporto del genere, ma solo per conoscere e capire il tormento di una donna...

Una scrittura in grado di portarti lontano. Uno stile limpido e accattivante.
Un romanzo indimenticabile, di quelli di cui ci si ricorda nel tempo.
Leggetelo.
Stefania

4 commenti:

  1. Bellissima recensione, Stefania! Senza svelare nulla, incuriosisci tantissimo.

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    1. È un libro che ho apprezzato davvero molto e credo possa piacere anche a te ;)

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  2. Ottima recensione Stefania, devo ammettere che non avevo fatto molta attenzione a questo libro, ora però mi hai incuriosita! :)

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    1. Ciao! Te lo consiglio. Purtroppo è stato un po' snobbato dalla rete e non molto pubblicizzato, ma secondo me merita veramente.

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