Pensieri su "Africa, mon amour" di Deanna Raybourn

 
Parigi, 1923. Figlia di una donna dalla vita decisamente vivace, Delilah Drummond non è da meno ed è ben nota nei circoli parigini per i suoi scandali. L'ultimo che la coinvolge, però, è talmente grande da fare impallidire anche sua madre. Delilah viene quindi costretta a trasferirsi in Kenya, nella tenuta del suo patrigno preferito, almeno finché i pettegolezzi sul suo conto non saranno dimenticati. Decadente e baciata dal sole Fairlight, questo il nome della casa, è ciò che rimane di uno sogno africano ormai sbiadito, un mondo dove espatriati dissoluti conducono la loro vita tra gin, musica jazz, sigarette e safari. Come signora della tenuta, anche Delilah si abbandona ai piaceri di questa società decadente, diventando la regina di uno stile di vita sregolato. Ma un giorno sullo sfondo di questa vita frivola si staglia l'integerrimo Ryder White. Così diverso dagli altri, diventerà la guida di Delilah alla scoperta della complicata bellezza di quel mondo sconosciuto che è l'Africa. Giraffe, bufali, leoni ed elefanti si aggirano sulle rive del lago Wanyama, sollevando nuvole di polvere rossa. Qui la vita è lussureggiante, ma anche fuggevole e pericolosa. 

Immersa nelle meraviglie e nei rischi dell'Africa, Delilah si apre a una terra che offre esperienze forti e contrastanti: caldo, oscurità, bellezza, gioia e paura la colpiscono direttamente al cuore. Solo quando questo luogo sacro sarà profanato col sangue, lei scoprirà per che cosa vale la pena lottare davvero.


Deanna Raybourn
Africa, mon amour
Serie: A Spear of Summer Grass #1
Editore: Harper Collins
Uscita: maggio 2015


L'Africa è brutale, eppure finirete con l'amarla, malgrado la brutalità.

Non avrei mai pensato che un libro potesse trasmettere la sensazione del mal d'Africa con le sue pagine, eppure la Raybourn con la sua bravura c'è riuscita.

Il suo nome è collegato soprattutto alla serie mystery con protagonista Lady Julia Grey (per il volume Silenzi e Misteri ha vinto pure il premio RITA), ma ha scritto altre cose di indubbio successo. Che io sappia, l'unico altro romanzo arrivato sino a noi è questo A Spear of Summer Grass, tradotto con un meno evocativo Africa, mon amour.
Serbavo il cartaceo da anni ma con la calura estiva ho sentito che era arrivato il momento di leggerlo. Ed è stato amore, tanto da farmi centellinare le pagine perché non volevo che finisse.

I primi capitoli disorientano un po': ci viene proposta una ragazza estremamente ricca e viziata, una che ostenta ex-mariti ed ex-amanti, ma anche scandali a profusione, suscitati in giro per il mondo. L'ultimo le costa assai di più: sua madre pensa bene di spedirla da Parigi in Kenia con la minaccia di tagliarle i fondi.
Il Kenia degli anni '20 non è ancora indipendente, anche se comincia a serpeggiare un certo malumore: la società è divisa tra bianchi, dispersi in fattorie e ranch, e la popolazione indigena, a sua volta frammentata in diversi gruppi tribali. Intorno la savana, sterminata, e la natura selvaggia della Great Rift Valley.

Abituata a fare ciò che vuole, fiera della sua libertà e del suo disinteresse per l'opinione altrui, Delilah si ritrova esiliata a Fairlight, una tenuta quasi fatiscente, con l'unica compagnia di una cugina. Eppure l'Africa la risucchia praticamente da subito, con le sue brezze, le sue notti stellate, la malinconia dei tramonti, i sentieri attraverso la boscaglia, i continui pericoli sempre in agguato.

La comunità inglese è composta da individui che si sono ridotti a vivere così lontano per una ragione e sono spesso amareggiati o rassegnati a una dolce decadenza.
Delilah dovrebbe starci un anno, non di più, ma pian piano si appassiona alla sua nuova esistenza di imprenditrice agricola, è curiosa della tradizioni locali, affascinata da questo modo di vivere intenso e così a rischio.
E poi c'è Ryder, la guida, il cacciatore, l'avventuriero; il biondo con gli orecchini d'oro come una sorta di pirata, elusivo ma onesto, forse l'unico che sa ciò che vuole. Un uomo da cui è meglio stare lontani, perché è uno spirito troppo affine, uno che non si lascia corrompere e non ci sta a rincorrere Delilah come gli altri.

A tratti lirico, a tratti esaltante. Non è un romance con una struttura scontata: c'è molta parte di atmosfera africana, c'è un omicidio e un'indagine, il finale è una conquista sudata.
Avrei voluto continuare a leggerne ancora, starmene lì sulla veranda di Fairlight e scoprire cosa accade poi. Purtroppo ho visto che c'è solo una novella e vedrò di accontentarmi.          

Non preoccupatevi per me. 
Forse Ryder ha un cuore di pietra, ma il mio è un diamante. 
E non c'è niente di più duro sulla terra.

Amarilli

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