Pensieri su "Le tombe di Whitechapel" di Claire Evans


Londra, 1882. 
Conosciuto come «il paladino degli innocenti», l’avvocato Cage Lackmann non ha mai perso una causa, nemmeno quando si è trattato di difendere i peggiori tagliagole. L’arte teatrale, del resto, così come l’inganno e la simulazione, ce le ha nel sangue: sua madre, Honor Dossett, è una consumata attrice. Ora, però, la carriera di Cage Lackmann rischia di essere travolta da uno scandalo che scuote la buona società londinese. 
Cinque anni prima, Cage ha difeso con successo Moses Pickering, accusato di uno di quegli omicidi spettacolari che sono la delizia dei quotidiani: il figlio quindicenne dell’abbiente famiglia Crewler, presso cui Pickering alloggiava, era stato trovato vestito da donna, violentato e strangolato. In realtà, l’accusa non aveva in mano niente contro il gentile e sofisticato Moses Pickering. Certo, Moses si trovava in quella casa la sera in cui il ragazzo era stato ucciso, ma erano presenti anche il fratello maggiore della vittima e l’intera servitù. A far cadere il sospetto su di lui erano stati solo e unicamente i suoi modi effeminati. 
Il caso vuole, però, che a un tiro di sasso dalla casa di Cage, in una delle strade più pericolose di Whitechapel, cinque anni dopo il caso Crewler, venga rinvenuto il corpo di un altro ragazzo vestito da donna e strangolato. Gli indizi sembrano condurre nuovamente a Pickering, svanito nel nulla proprio il giorno dell’omicidio. Incalzato dall’ispettore Jack Cross, più che mai intenzionato a smascherarlo come il peggior bugiardo che abbia mai calcato le aule di un tribunale, l’infallibile avvocato deve trovare Pickering al più presto e provare a salvarlo per la seconda volta con una delle sue magie.

Le tombe di Whitechapel
Autrice: Claire Evans
Traduttore: Massimo Ortelio
Editore: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
Uscita: 15 giugno 2021
Pagine: 368 



«Perché sceglieste me tanti anni fa, Obediah? Cosa avevo di speciale?»
«Sei in cerca di elogi?»
Cage scrollò la testa. «Non me ne aspetto da voi».
«Ti ho scelto perché ti odiavi. L’odio verso se stessi rende gli uomini ambiziosi».


Se già mi era piaciuto il precedente romanzo della Evans (La quattordicesima lettera, recensione qui http://www.sognipensieriparole.com/2021/06/pensieri-su-la-quattordicesima-lettera.html), ho trovato ancor più notevole questo secondo libro, sempre ambientato in una grigia e cupa Londra d'epoca tardo-vittoriana, con al centro Whitechapel, la povertà delle strade del quartiere, i bordelli, i teatri, il sottomondo della povertà e della disperazione.

Sarà anche perché amo gli avvocati protagonisti, ma il personaggio di Cage Lackmann colpisce per la sua tristezza: un giovane uomo in balia di un destino scelto da altri per lui, incapace di trovare la giusta strada per la redenzione, per quanto egli, più di altri, al di là dei misfatti e dei rimorsi, cerchi di tirarsene fuori.

Cage è figlio di un'attrice, dalla madre ha appreso il gusto della finzione e della destrezza tra bugie e personalità create ad uso e consumo del pubblico, anche se è quello del tribunale; da bambino è stato "ceduto" in qualche modo a un faccendiere (il già noto Obediah, per chi se lo ricorda dal primo libro) che gli ha permesso di studiare in cambio di fedeltà ai suoi affari.
E Cage vivacchia obbedendo e arrangiandosi, anche se talvolta si concede qualche causa pro bono, tanto per poter dire che gli è rimasto ancora un pezzo d'anima e d'umanità tra tanto degrado.
Eppure, uno dei vecchi casi torna a tormentarlo: forse ha difeso l'uomo sbagliato, forse non ha cercato abbastanza la verità pur di ottenere una veloce vittoria processuale, e ora nuovo sangue torna a chiedergli il conto...

Stavolta niente misteri secolari, ma piccoli delitti crudeli: alla fine è sempre la banalità del banale la chiave di tutto, il male che si annida dietro alle facciate, tra il perbenismo e l'ipocrisia, e forse quest'epoca continua a essere una cornice azzeccata.

Un noir storico e introspettivo, uno stile raffinato e coinvolgente.

«Crimini e peccati non sono la stessa cosa, Lackmann. E si espiano in modo diverso».

Amarilli

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