Pensieri su "The Inheritance Games" di Jennifer Lynn Barnes


«Tu sei un enigma, un rompicapo... tu sei speciale». Avery Grambs ha dei piani ben precisi per il futuro: sopravvivere al liceo, ottenere una borsa di studio e dare una svolta alla sua vita. Ma quei piani cambiano in un istante quando scopre che Tobias Hawthorne, un eccentrico miliardario che lei non ha mai sentito nominare, le ha lasciato in eredità tutta la sua fortuna. Il lato negativo? Per ottenere il denaro di Hawthorne, Avery deve trasferirsi nella sua tenuta, dove ogni stanza trasmette l'amore per i puzzle e gli indovinelli del defunto proprietario. E dove vive tutta la sua famiglia, e specialmente i quattro nipoti del miliardario: pericolosi, affascinanti, scaltri e cresciuti con l'idea che l'eredità del nonno spetti loro di diritto. 
Catapultata in un mondo in cui a farla da padrone sono la ricchezza, i privilegi e soprattutto i segreti, Avery deve imparare le regole di un gioco rischioso a cui i fratelli Hawthorne partecipano da sempre e cercare di resistere all'attrazione verso due di loro in particolare...

The Inheritance Games
Autrice: Jennifer Lynn Barnes
Editore: Sperling & Kupfer
Traduttore: Brambilla C.
Data di Pubblicazione: giugno 2021
EAN: 9788820071301
ISBN: 8820071304
Pagine: 387


«Prendilo come il consiglio di qualcuno che parla per esperienza: 
non donare mai il cuore a un Hawthorne.» 
«Non preoccuparti», replicai, infastidita tanto dalla sua presunzione quanto del fatto che la mia faccia non era stata in grado di nascondere i miei pensieri. «Il mio cuore lo tengo sotto chiave.»

Insomma. L'ho preso per le mie ragazze e così l'ho letto anch'io tanto per sclerare un po' insieme.
Ma è stato una mezza delusione (più per loro, che per me).

Resto del parere che scrivere YA strizzando l'occhio a lettrici più adulte (infatti viene definito New Adult ma da 14 anni in su!) non voglia dire mantenere il livello di scrittura dichiaratamente basso, con qualche guizzo carino, e riempitivi di pagine stile Pretty woman. Con le poveracce trasformate in miliardarie abbiamo già dato: da Cenerentola a My Fair Lady, le protagoniste erano pure più interessanti.

Qui abbiamo una che dorme in macchina e poi va a scuola e prende pure ottimi voti "se si impegna". Logico che poi (vedendo anche le materie scelte quando va alla scuola per ricchi) uno si chieda: ma c'è qualcuno che studia nelle scuole dove sono ambientati certi libri? Oppure viene considerato secchione (sul serio) chi studia almeno due ore al giorno?
E gli scacchi? Ora, forse siamo tutti più consapevoli dopo aver letto/ visto "The Queen's gambit", ma siamo d'accordo che ci vogliono ORE DI STUDIO ED ESERCIZIO, anche se sei una genia, per imitare Beth Harmon che gioca con gli sconosciuti a tempo perso?

Tu non partecipi al gioco, ragazzina. Tu sei la ballerina di vetro… oppure il coltello.

Il risultato è una storia assurda, dove oltre alla tizia ci sono una serie di personaggi stereotipati (tipo i 4 Ken fatti con lo stampino, differenze caratteriali zero), gli unici momenti di brivido sono giochini-indovinello da bivacco estivo (e uso il termine "brivido" grondante di sarcasmo...), gli adulti (dalla cara mamma "io ho un segreto" al nonno psico-simpaticone) avrebbero dovuto rivalutare da tempo i loro metodi educativi e i valori della vita da tramandare ai discendenti.

La colpa più grave di uno YA, a mio parere, è trascinarti senza avere almeno fatto divertire un po'. Quindi per me il giudizio è passabile, sperando che il primo volume sia partito tiepido.

(PS. Sono stata la più generosa in famiglia)

Amarilli

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