Review Party per "IL REGNO DI RAME" di S. A. Chakraborty


La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell’abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere.
Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù.

Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo.

Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l’intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.

S. A. Chakraborty
Il regno di rame
Editore; Mondadori
Collana: Fantastica
* ringrazio la CE per la copia
ISBN: 9788804723813
648 pagine
Uscita: 2 marzo 2021



«Esci.» Lo disse in arabo, la lingua che un tempo era stata il fondamento della loro amicizia, quella con cui Ali le aveva insegnato a evocare le fiamme. «Vuoi evitare una guerra? Allora esci dal mio giardino prima che te lo pianti nel cuore.»


Ho amato da subito l'atmosfera di questa serie, una specie di cous-cous (con tanta magia al posto del sale) che mischia i richiami delle Mille e una notte, lo spunto del Genio della Lampada (ma, tranquilli, niente Aladdin, bensì una creatura molto più tormentata e sensuale) e la mitologia classica araba  e islamica (ad esempio, ho letto che jiin e ifrit sono creature soprannaturali citate anche nel Corano).
Se possibile, ho amato ancora di più questo episodio e per questo l'ho terminato combattuta tra l'averlo trovato veramente avvincente (avete presente quando sei fuori a casa e pregusti il momento serale in cui tornerai a leggerlo?) e una certa sensazione di incompiutezza/frustrazione per il finale (anche qui, avete presente quando siete nel più bello di un film e vi tolgono la corrente, o salta la connessione oppure, appunto, vi interrompono la puntata con il "to be continued"?).

No, ma dai, dopo 648 pagine intense, dove mi sono divertita ma ho anche sofferto, mi è salita una di quelle rabbie per essere mollata così, proprio come se fossi in un deserto e vedi l'oasi, ma non hai abbastanza forze per raggiungerla...
Allora, tutti i personaggi principali compiono delle notevoli parabole di crescita, sullo sfondo delle lotte tra daeva, geziri e shafit e altre creature: Ali (e qui non ci avrei giurato) è riuscito persino a guadagnare punti, non è più un altezzoso che subisce ma fa emergere la propria personalità, e anche gli altri due figli del sovrano non sono per nulla male. 
Nessuna delle parti in causa è immune da colpe e debiti di sangue, però nel loro caso si può dire che fanno qualche sforzo per riscattarsi dalle colpe del padre.

Amavo Dara e il suo passato tenebroso e tormentato, e continuo ad amarlo. Anzi, dopo aver patito così tanto, mi pare che in questo secondo romanzo sia stato portato all'esasperazione e non ho per nulla sensazioni positive circa il percorso che gli vuol far compiere l'autrice.
E' come se i destini fossero già decisi: Ali, il devoto e religioso (pur con tutti gli assassini e le ingiustizie a cui ha fatto da spettatore), da premiare, Dara, che non è risultato abbastanza perfetto, da sacrificare e biasimare sempre e comunque.
Spero di sbagliarmi, ma mi arrabbio al solo supporlo.

Tutti questi personaggi non sono nulla, ovviamente, a confronto con la divina potente prescelta Nahri che non riesco proprio a tollerare: non combina un tubo, viene letteralmente sostenuta o travolta dagli eventi, ha sempre ragione lei, eppure... cade sempre in piedi!
Se proprio potessi, eliminerei lei dal solito triangolone, ma mi rendo conto che su di lei si fonda la trama, per cui resta un sogno impossibile.

In ogni caso, una saga molto suggestiva, con intrecci notevoli e una buona gestione del ritmo narrativo (anche se, a guardarla bene, forse non brilla per massima originalità).

«Abbi fede, Darayavahoush e-Afshin. 
Sei una benedizione, sei la salvezza del nostro popolo.»

Amarilli

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