Blog Tour per "Si può fare! Gene Wilder e Mel Brooks: nascita di un sodalizio mostruoso" - speciale Mary Shelley
Buona giornata, lettori!
Chi di voi ha visto il film "Frankenstein Junior"?
Io un sacco di volte, anche se quando è uscito avevo un anno. Infatti è un film ormai iconico del 1974 diretto da Mel Brooks e sviluppato a partire da un'idea di Gene Wilde.
L'editore Becco Giallo lo celebra con una graphic novel in uscita in questi giorni e che, grazie alla CE, ho potuto leggere in anteprima.
Per molti di noi "Frankenstein Junior" è un film di culto. Per Mel e Gene è stato qualcosa di più. Tutto è cominciato da un'idea di Gene. “Raccontiamo la storia del nipote del barone Frankenstein.” Poi lui e Mel hanno scritto la sceneggiatura. Un lavoro febbrile, fatto di intuizioni, angoscia, litigi e riappacificazioni. Ma entrambi hanno sempre avuto la sensazione che quella sarebbe stata la volta buona. Gene, per smettere di interpretare ruoli secondari. Mel, per evitare il solito fiasco al botteghino. Hanno creduto in quel sogno per ore, giorni e settimane. E questo tipo di follia non li ha mai abbandonati. Così, alla fine, la realizzazione di quello che per molti di noi è un capolavoro, per Mel e Gene ha coinciso con la nascita di una grande (mostruosa) amicizia. Questa è la loro storia.
Autrice: Isabella Di Leo
Editore: Becco Giallo
Uscita: 25 febbraio 2021
Genere: graphic novel / fumetti
Copertina flessibile : 144 pagine
ISBN-10 : 8833141462
Quindi ho deciso anch'io di unirmi all'evento per l'uscita proponendovi un argomento diverso dalla solita recensione, ovvero una tappa dedicata all'autrice del classico horror per eccellenza, su cui si basa la versione ironico-grottesca del film, proprio lei: Mary Shelley.
Siete anche voi curiosi di scoprire qualche aspetto poco noto che la riguarda?
Allora, comincio con il dire che io ho sempre provato notevole ammirazione per quest'autrice, che ha saputo imporsi come una scrittrice donna all'avanguardia in un genere difficilissimo da affrontare, vista anche l'epoca in cui scriveva.
Mary Shelley, nasce come Wollstonecraft Godwin a Londra il 30 agosto 1797.
I suoi genitori sono già figure di un certo rilievo, visto che sua madre la filosofa Mary Wollstonecraft, considerata ormai una proto-femminista, e suo padre William Godwin, un filosofo e politico.
Rimasta orfana di madre appena nata, crebbe con il padre, uomo molto anticonvenzionale e di idee anarchico-comuniste, che le diede un'educazione libera e ricca, di certo diverse dalle fanciulle sue coetanee.
Nel 1814, diciassettenne, Mary s'innamorò del poeta Percy Bysshe Shelley, all'epoca già sposato, e fuggì con lui in Europa, prima di dover rincasare per mancanza di soldi.
Era anche incinta ma perse la bambina prematura e poté sposare Percy soltanto dopo il suicidio della prima moglie di lui.
E già qui direi che la sua vita assomiglia in modo inquietante alle vicende delle eroine dei personaggi gotici: i due che fuggono nel peccato, la prima moglie suicida, presenza incombente tra loro, l'emarginazione sociale ma anche il senso di ribellione.
Lei stesse scrisse in seguito: "Era come recitare un romanzo, divenire un romanzo vivente".
Quando aveva diciannove anni la coppia trascorse un'estate con Lord Byron, John William Polidori e Claire Clairmont, la sorellastra di Mary, nei pressi del lago di Ginevra, in Svizzera.
Non c'era bel tempo, il gruppo si annoiava e nacque l'idea di una gara a cimentarsi a scrivere un breve scritto "di paura" per misurarsi poi in bravura con gli altri. Per intenderci, nella stanca accanto Polidori scriveva il suo "Il vampiro".
Ebbene, Mary scrisse in pochi giorni la bozza di un racconto, Frankenstein (Frankenstein, or, The Modern Prometheus).
Il racconto fu poi ampliato in romanzo e pubblicato anonimo due anni dopo, con una prefazione scritta da Percy, tanto che a lungo si pensò che fosse opera di lui e non di lei.
Mary perse altri due bambini e nel 1822 anche Percy, suo grande amore, per annegamento.
Da allora si dedicò a mantenere l'ultimo figlio rimasto in vita. Tttavia va detto che il suocero le vietò per un po' la gioia di scrivere, come condizione per elargirle una piccola rendita.
Morì di malattia a 53 anni, nel 1851.
Se il romanzo che scrisse giovanissima è tuttora quello che le ha regalato la fama, in realtà compose molti altri romanzi, di genere storico e anche horror.
La sua è sempre rimasta una personalità radicale e riformista, influenzata in questo dai genitori, ma anche differente, perché Mary era convinta che la società potesse migliorarsi grazie all'apporto collettivo e soprattutto femminile (ciò non proprio in linea con gli ideali romantici e individualisti del tempo).
Non ebbe un'esistenza serena, purtroppo, contrassegnata dall'instabilità affettiva (sia lei che Percy credevano in un ideale di amore libero, senza il vincolo soffocante del matrimonio), ma soprattutto dalle difficoltà economiche, dai debiti e dai tanti lutti, e questo forse segnò anche il suo stile e il carattere cupo e rassegnato dei suoi libri.
Probabilmente, se non fosse stata così ostacolata dalle ristrettezze, il suo genio sarebbe stato in grado di regalarci ulteriori opere.
Resta una scrittrice che non ha avuto paura di osare e di sfidare il suo tempo, nonostante le inevitabili ripercussioni personali.
Mary è una figura incredibile soprattutto se si pensa in che periodo è vissuta.
RispondiEliminaSì, sono quelle personalità per le quali ti chiedi cosa avrebbero creato in un contesto più libero e sereno...
EliminaPer me è stata una scoperta stavolta, ma vedo che era già conosciuta!
RispondiEliminamolto interessante questo approfondimento, mi ha incuriosito su questa talentuosa autrice
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