Pensieri su "Come ordinare una biblioteca" di Roberto Calasso (seconda parte)

Chi prova a dare un ordine ai propri libri deve al tempo stesso riconoscere e modificare una buona parte del suo paesaggio mentale. Impresa delicata, piena di sorprese e di scoperte, priva di soluzione. Molti l’hanno sperimentata, dal dotto seicentesco Gabriel Naudé ad Aby Warburg. Qui se ne raccontano vari episodi, mescolati a frammenti di una autobiografia involontaria. A cui fanno seguito un profilo del breve momento in cui certe riviste, fra 1920 e 1940, operavano come impollinatrici della letteratura e una cronaca dell’emblematica nascita della recensione, quando Madame de Sablé si trovò nella improba situazione di dar conto pubblicamente delle «Massime» del suo caro e suscettibile amico La Rochefoucauld. Finché il tema del «dare ordine» riappare alla fine, questa volta applicato alle librerie di oggi, per le quali è una questione vitale, che si pone ogni giorno.


Come ordinare una biblioteca
di Roberto Calasso
Editore: Adelphi
Uscita: 28 maggio 2020
Pagine: 63
Genere: saggistica


Ci sono poi libri molesti, quelli che una biblioteca non dovrebbe accogliere, 
innanzitutto perché sgraditi ai loro vicini di scaffale.


Oggi continuo a parlarvi di questo libretto che contiene articoli di diverso tipo, alcuni interessanti, altri meno.
Alcuni articoli riguardano la migliore disposizione di una biblioteca.

Non c'è bisogno che i libri siano in ordine - e neppure in disordine - per rivelare qualcosa del loro proprietario. possono anche stare in scatolini appena aperti, qualcosa comunque si rivelerà.


Uno di quelli che mi ha incuriosito di più è stato "NASCITA DELLA RECENSIONE".
Ammetto che non ne sapevo nulla, per cui è stato divertente apprenderlo.

Dunque, la prima recensione dell'epoca moderna fu scritta - rullo di tamburi! - proprio da una donna!
Era il 9 marzo 1665 e Madame de Sablè, grande amica ed estimatrice di La Rochefoucauld (l'autore di Riflessioni o sentenze e massime morali) voleva fargli una sorpresa esprimendo le sue opinioni di lettura sulla prima edizione delle celebri Maximes.
Abbiamo le varie versioni della "recensione", comunque sempre entusiasta.
Tuttavia, prima di pubblicarla, la gentildonna ebbe l'intuizione di anticipare il testo all'autore (forse conoscendone bene carattere e personalità).
Per cui, in concreto, lui finì per tagliare, riscrivere, cambiare gli aggettivi, finché la recensione incontrò la sua approvazione.

Cosa vi ricorda questo?
Direi che la tentazione di molti autori odierni di voler influenzare "in occulto" i recensori/blogger trova un inaspettato apripista, anche se comunque la storia letteraria è costellata di scrittori, più o meno famosi, che si sono ritrovati a commentare in modo stizzito giudizi che non condividevano...

La regola rimane quella del buon vicino, formulata e applicata da Aby Warburg, secondo cui nella biblioteca perfetta, quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto e che si rivelerà essere ancora più utile di quello che cercavamo.

Amarilli

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