Pensieri su "Ritratto di Signora" di Henry James

La giovane americana Isabel Archer sa quello che vuole: alla ricerca di un ruolo pubblico e di modelli di comportamento meno provinciali, decide di stabilirsi in Europa, rifiuta due proposte di matrimonio, e, diventata ricca al punto di potersi permettere tutto, resta intrappolata in quella ricca società fiorentina e romana che ha il suo campione in Gilbert Osmond, uno snob in caccia di patrimoni. 

Sarà lui a perfezionare il destino di solitudine di Isabel che si avvierà per gradi, come Madame Bovary, alla propria dissoluzione psichica.


Ritratto di Signora
Autore: Henry James
Editore: Einaudi
1° edizione (15 marzo 2018)
Pagine: 589
Genere: classici / narrativa








“Che cosa mi ha fruttato il mio talento? Niente, se non la necessità di farne un uso continuo per trascorrere le ore, gli anni, per ingannare me stessa con qualche pretesto di varietà, di oblio.”


Mi approccio a un altro libro di Henry James, alle sue ambientazioni nella upper class.

E' a mio avviso per l'appunto nell'ambiente dei suoi personaggi che trova maggiormente focus l'attenzione dell'autore, o per lo meno il numero di pagine dedicate a descrivere i membri di una società di persone ricche quanto annoiate, pagine e pagine di agi e lussi, di viaggi in grand tour senza fine, alla ricerca di un senso, di uno scopo che sembra non arrivare mai.

Personaggi presi da passioni effimere e repentine, vuote a lungo andare.

Un ritratto impietoso della signora e dello stile di vita che incarna?
La signora in questione è la bellissima e brillante Isabel, che esce dalla provincia americana, povera e semplice e si trova lanciata nel ricco ambiente inglese dalla zia, presto è notata e corteggiata, prima dall'americano che la segue con fervente passione e un bel po' di egoismo in Europa, Goodwood, poi è chiesta in moglie dal miglior modello di partito che si potesse augurare, un lord ricco e stimato, amata in segreto del più puro dei sentimenti dal cugino che la vorrebbe libera e indipendente e alfine caduta nelle trame di amici insinceri tra le grinfie del freddo e inetto Osmond. 

Le pagine e pagine di dialoghi vuoti e descrizioni di noiosi spostamenti mi sono parsi una perfetta rappresentazione del supplizio di Tantalo, del vuoto abissale di queste vite, un sentimento di frustrazione e fastidio espressa a meraviglia nel capitolo quarantadue, dove capiamo anche le motivazioni della protagonista.
La storia si interrompe in un finale aperto, che apprezzo sempre, che ci lascia a pensare ancora e ancora alle sorti della protagonista.

* immagini tratte dal film con Nicole Kidman (The Portrait of a Lady, 1996) diretto da Jane Campion, tratto dall'omonimo romanzo di Henry James.

Lucia


Nessun commento:

Powered by Blogger.