Pensieri su "IL CANTO NERO" di Anthony Ryan (Raven's Blade #2)

Vaelin Al Sorna era conosciuto in tutto il regno come il più grande dei guerrieri, ma pensava che le battaglie fossero alle sue spalle. Si sbagliava. Profezie e voci lo hanno portato ad attraversare il mare per trovare una donna che un tempo amava e lo hanno trascinato in una guerra contro Kehlbrand, un uomo che si crede un dio e che ha radunato un esercito brutale che minaccia tutto il mondo conosciuto.

Dopo una disastrosa sconfitta con Kehlbrand, le forze di Vaelin vengono annientate mentre l’autoproclamata divinità e il suo esercito continuano la loro terribile marcia. Ma durante il combattimento Vaelin ha riguadagnato parte della magia oscura che un tempo lo rendeva invincibile in battaglia. E anche se lo scontro in cui è stato coinvolto sembra quasi impossibile da vincere, il canto che lo accompagna ora desidera il sangue del suo nemico più di ogni altra cosa...

Anthony Ryan
Il canto nero
Serie: La spada del corvo #2
Uscita: 21 gennaio 2021
Pagine: 464
Editore: Fanucci Editore *
  * ringrazio la CE per la copia cartacea

Ecco un breve recap dei volumi delle saghe:

RAVEN'S SHADOW - L'Ombra del Corvo
RAVEN'S BLADE - La spada del corvo


So anche che ho fatto di me stesso un mostro; 
il mondo sarebbe più sicuro senza di me.

Non ho mai fatto mistero di quanto sia profonda la mia devozione di lettrice per Anthony Ryan e il mio stato di fangirl per Vaelin Al Sorna :)
Leggo Ryan fin dai tempi de Il Canto del sangue (per me un amore istantaneo al primo capitolo) e continuo a gongolare quando l'autore decide di regalarci un altro pezzetto delle sue avventure. 
In effetti, questa duologia della Spada del Corvo viene a colmare una lacuna che aveva lasciato in molti soddisfatti, ovvero il finale della trilogia, con un lord Al Sorna relegato nelle Lande Settentrionali, indubbiamente non abbastanza ricompensato dalla regina che ha contribuito a porre sul trono e quasi beffato dal destino, viste le notevoli perdite subite a livello personale.
Sapete quando chiudete il tomo e vi piange il cuore per come sono stati risolti i vari filoni narrativi?

Ecco, qui il nostro Lord ritorna e lo fa alla grande.

Se all'inizio della serie troviamo lui e i vecchi compagni invecchiati, delusi e quasi rassegnati a rammentare le glorie del passato, il destino riserva per tutti una vera scrollata e li trasporta in occidente, nei regni dei Re Mercanti, dove i nostri ritrovano Sherin (altro personaggio di cui non avevo accettato la scomparsa) e ulteriori grandi minacce.
In particolare, le tribù nomadi delle Steppe di ferro (gli Stahlhast) si sono unificati intorno a un guerriero che si è proclamato divinità e ha sottratto a Vaelin addirittura il titolo di "Lamabuia".
Così adesso il nostro è diventato un Ladro di Nomi e deve impegnare tutto se stesso per bloccare l'Orda che avanza e che sta per distruggere il Regno Venerabile (nonché, se non verrà fermata, l'intero mondo libero).

E' probabile che presto ci sarà da uccidere. 
Meglio essere riposati.

Non è difficile cogliere nelle ambientazioni di questo libro una ispirazione/rimembranza dell'orda mongola in procinto di travolgere i grandi imperi orientali; l'autore rielabora tutto, arricchendo con elementi fantasy, maledizioni e benedizioni del Cielo, pietre dotate di magia oscura e ordini di monaci che si esercitano in un tempio tra le montagne, imperatori corrotti, generali incorruttibili, pirati, mostri e vecchie conoscenze che rispuntano tra le pagine.

E non è esagerato dire che sono 460 pagine che si leggono a perdifiato, battaglia dopo battaglia, in una lotta conto il tempo, raccontata dai "buoni", ma anche con interessanti intermezzi nel fronte dei "nemici". Dove il canto dell'eroe è sempre sul baratro del lato oscuro.

Un'intensa lettura epica.
Tutti hanno i loro eroi preferiti, io ho Vaelin.
E non escluderei di ritornare a leggere di lui presto...

"Solo uno sciocco promette la vittoria in guerra, straniero."
"E solo uno sciocco più grande infila la testa in un cappio quando nessuno tiene la corda".

Amarilli

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