Pensieri su “Il barone” di Joanna Shupe

New York, 1888. Spinta dal bisogno a fingersi una medium, Ava è abile nel convincere il suo ingenuo pubblico di poter comunicare con il mondo degli spiriti. 
Ma rischia di essere smascherata quando s’imbatte in William Sloane, ricco costruttore di ferrovie, membro di una delle famiglie più rispettate di New York, impegnato in un’importante campagna politica. 

Nasce tra i due un’attrazione seducente e incontrollabile. 
Ma come potranno conciliare un istinto così travolgente con le rigide convenzioni sociali che non vedono di buon occhio l’unione fra un uomo e una donna che appartengono a mondi tanto diversi?

Titolo: Il barone
Autore: Joanna Shupe
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Passione 197
Ambientazione: Stati Uniti, New York, 1888
Uscita: febbraio 2021


La serie ‘Knickerbocker Club’, così chiamata dal nome dell’esclusivo circolo newyorkese che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti:
1) IL MAGNATE
2) IL BARONE
3) Mogul



Sotto una facciata irreprensibile si nascondeva un uomo del tutto inaspettato. 
Selvaggio, appassionato, esigente.
 In apparenza era spaventosamente autoritario, 
abituato com’era fin dall’infanzia a ottenere ciò che voleva. 
Questo Will Sloane, invece, si prendeva cura di lei, le chiedeva di continuo il permesso e le faceva fremere il corpo senza pretendere nulla in cambio... lui sì che era pericoloso.
C’era davvero il rischio di innamorarsene.


Joanna Shupe è stata una scoperta recente ma più che positiva.
Se nel primo libro di questa serie (molto apprezzato), avevamo già conosciuto William, il primogenito snob ma stakanovista degli Sloane, l'amministratore dell'azienda di famiglia imprigionato tra luci ed ombre, qui lo ritroviamo protagonista e con mire politiche.
Se non fosse che il candidato principale del suo partito pare troppo legato alle suggestioni di una medium, una giovane carismatica che William sospetta essere una ciarlatana o peggio.
In ogni caso un ostacolo scomodo da rimuovere.

E qui scatta il trappolone, perchè la medium non è ciò che sembra...

Non aggiungo altro, ma anche stavolta la Shupe si riconferma abile a presentare personaggi forti e ben calibrati. 
Non c'è mai il solito maschio predominante (tipo quelli che mi fanno esasperare), ma le ragazze, per quanto schiacciate nel loro ruolo storico o sociale, sono dotate di artigli e si difendono bene, lottando per imporsi.

Quindi sì, William e Ava ne escono più che promossi, la storia d'amore è sufficientemente combattuta, il contorno è interessante e avvincente, e tornano pure Lizzie ed Emmett a stuzzicare.
Da parte mia continuo a consigliare questa serie, ambientata in una caotica e difficile New York di fine '800, tra ricchi emergenti, vecchia "buona società" al tramonto, masse sfruttate e paurose disuguaglianze sociali.

Amarilli


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