Pensieri su “Se tu fossi mia” di Danelle Harmon
Mar dei Caraibi, 1805. Maeve Merrick, la famigerata Regina dei Pirati, ha scelto la via del mare giovanissima, dopo essere stata sedotta e abbandonata da un affascinante mascalzone.
Anni dopo, la bella e coraggiosa Maeve naviga sull’oceano alla testa del suo fedele equipaggio al femminile, senza alcun desiderio di amore e alla continua ricerca di nuovi bottini, finché non è il mare stesso a donarle un prezioso tesoro: Gray.
Bello, ironico, seducente, Gray nasconde la sua vera identità, ma non fa mistero dell’attrazione che prova per l’incantevole piratessa. La risolutezza della Regina dei Pirati vacilla dinanzi al fascino sensuale del misterioso straniero portato dalle onde, ma il suo cuore ferito prova a resistere perché sa di essere troppo vicino ad abbandonarsi nuovamente all’amore…
Titolo: “Se tu fossi mia”
Autore: Danelle Harmon
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 74
Titolo originale: My Lady Pirate
Serie: Heroes of the Sea #3
Ambientazione: Inghilterra + Caraibi, 1805Premi e riconoscimenti della critica: Premio Reviewer’s Choice Award di Romantic Times nel 1994 per il Miglior Eroe (K.I.S.S. Hero)
Conoscevo Danelle Harmon dalla sua saga dedicata ai fratelloni de Montforte, quindi mi sono accinta con molta curiosità a leggere questo romanzo, anche perchè nella trama del primo della serie era addirittura menzionato Lucien de Montforte.
In realtà, questo terzo si presenta del tutto scollegato; perciò, se da un lato è un bene che sia autoconclusivo, dall'altro lato, ha subito perso un possibile motivo di attrattiva per me.
In generale non mi è piaciuto per niente il tono adottato dall'autrice: a volte pomposo, a volte discorsivo-irritante, con una continua commistione tra personaggi storici veri (in primis, l'ammiraglio Nelson) e i due protagonisti, che personalmente avrei preso a pesci in faccia, per quanto si prendono sul serio e sono assurdi.
Passi che Maeve sia fuggita di casa per amore e si sia tenuta il brigantino paterno per rifarsi una vita.
Passi pure che si sia data alla pirateria, avendo come ciurma i precedenti marinai e i domestici (ma già qui era abbastanza arduo da credersi); ma che poi si sia proclamata regina, con tanto di gente che la chiama "maestà" e che si metta a preparare una pozione da strega per trovarsi un uomo/campione ideale...
Insomma, ho trovato tutto piuttosto forzato.
Gray sarà anche bello, ma se è ironico non me ne sono accorta, e quanto a seduzione è sempre del tipo "sei mia al primo schiocco di dita". Grandi sbadigli.
Dico la verità: mi sono totalmente disinteressata della storia d'amore per concentrami invece sulle descrizioni delle battaglie e sulle vicende di Nelson (reso molto umano, anche attraverso gli stralci di varie lettere che, credo, fossero sue).
A un certo punto ho addirittura avuto l'impressione che la stessa Harmon volesse porlo al centro della scena, probabilmente per risollevare il ritmo del libro, altrimenti scialbo a causa della coppia protagonista. Infatti l'epilogo (malinconico) è tutto per Horatio.
PS. Di questa serie leggerei però il libro di Colin Lord, l'unico che mi ha intrigato in qualche modo.
Amarilli
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