Pensieri su "I misteri di Wulfdale" di Patricia Frances Rowell

Quando il perfido zio, con cui vive da quando i suoi genitori sono morti, le annuncia di aver dilapidato la sua eredità, Catherine Maury si trova costretta ad accettare la proposta di matrimonio dell'enigmatico Charles Randolph, Conte di Caldbeck, e a seguirlo in una remota tenuta dello Yorkshire. 

La vita nel castello di Wulfdale riserva tuttavia alla riluttante Kate parecchie sorprese, prima fra tutte il fatto che l'uomo taciturno e gelido che ha sposato nasconde un'insospettabile natura passionale e generosa ed è disposto a tutto pur di renderla felice. 

Ma proprio quando iniziano ad assaporare le delizie del loro amore appena sbocciato, Kate e Charles vengono risucchiati in una spirale di orrore: uno spietato assassino si aggira nei pressi di Wulfdale, prendendo di mira proprio Kate.

Titolo: I misteri di Wulfdale
Autrice: Patricia Frances Rowell
Editore : HarperCollins Italia
Collana: eLit
Pagine: 222
Uscita: 1 febbraio 2021



«A voi serve denaro. Io ne posseggo in grande quantità.»
Catherine sentì il colore tornarle alle guance. «Spero di non essere così venale.»
«No, non penso che siate venale. Il termine che userei è disperata.»


Primo romance che leggo di quest'autrice.
L'inizio è intrigante: sono sempre curiosa di scoprire cosa riservono le trame con i matrimoni combinati e che capitano tra capo e collo, perchè voglio scoprire come l'autrice ha poi sviluppato l'idea e come permette di entrare in empatia con personaggi che si ritrovano a vivere insieme loro malgrado.

Qui il conte arriva addirittura a "comprare" l'eredità di Catherine e lei pare odiarlo da ben prima per una presunta aura di algida freddezza di lui.
Ma in realtà i pregiudizi della ragazza sono davvero fondati sul nulla: scopriamo che Charles è un uomo bellissimo, ricchissimo, uno capace di preoccuparsi per ogni esigenza della giovane sposa e capace di mille premure, oltre che un amane generoso a letto. 
Cosa per cui, ogni volta che lei si lamenta perché lui (comunque più maturo e lungimirante) le dà qualche indicazione da "capofamiglia" (cosa peraltro comunissima a quel tempo), ledendo la sua sfera di autonomia, si è tentati di alzare gli occhi al cielo. 

Per carità, meglio se per una volta non c'è il solito trauma infantile non rimosso dell'eroe, però davvero mi aspettavo una spiegazione più consistente per il conte "di ghiaccio".
Questa Kate finisce per apparire diffidente e lagnosa senza motivo.

Al contempo, poteva essere un bello spunto il proposito iniziale della nostra di darsi dare in opere filantropiche e di voler creare un orfanatrofio. 
Anche questo tema è piuttosto ricorrente in vari romanzi storici; tuttavia l'autrice parte bene, ma poi finisce per non dedicarci molto spazio. E mi aspettavo una Kate più dedita ai bambini: limitarsi a spendere i soldi del marito per assumere operai, domestici e governante è un approccio, come dire, un po' "distante".

Resta invece senza dubbio più interessante la sottotrama gialla, con tanto di serial killer e catena di sangue, che arricchisce di tensione il ritmo narrativo e forse poteva essere l'elemento vincente per rendere questo libro ancora più originale.

Si resta con l'impressione che l'autrice fosse indecisa su cosa puntare fino in fondo. 
Nel complesso, l'ho trovato scorrevole ma troppo breve, con vari elementi che meritavano e  che non sono stati ampliati a sufficienza in poco più di duecento pagine. 


Doveva ammettere, però, che nella sua improvvisa caduta in rovina si poteva dire che fosse atterrata su una pila di materassi di piuma. Restava ancora da vedere quali lividi quella caduta le avrebbe procurato.

Amarilli

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