REVIEW PARTY per "MURDERBOT" di Martha Wells


Ogni aspetto dalla vita è dominato dalle grandi corporazioni, missioni interplanetarie comprese: è la compagnia, infatti, che le gestisce, rifornendole di tutto il necessario. “Tutto il necessario” comprende anche gli androidi di sorveglianza, che tutelano l’incolumità delle squadre d’esplorazione. Ma in una società in cui i contratti vengono aggiudicati al miglior offerente, la sicurezza non è esattamente in cima alla lista delle priorità. E così può capitare qualche imprevisto.

Per esempio qualcosa di strano succede su un lontano pianeta, dove alcuni scienziati stanno conducendo rilievi sulla superficie, convinti che l’Unità di Sicurezza con componenti organiche fornita dalla compagnia vegli su di loro. Murderbot, però, è riuscita a hackerare il proprio modulo di controllo, e si è accorta di avere accesso ai file multimediali di tutti i canali di intrattenimento. E così preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt’altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé che la porterà a scoprirsi assai diversa da quello che i suoi protocolli avrebbero previsto.

Raccoglie i romanzi brevi:
Allarme rosso
Condizione artificiale
Protocollo ribelle
Strategia di uscita.

Martha Wells
Murderbot. I DIARI DELLA MACCHINA ASSASSINa
Editore: Mondadori
* ringrazio la CE per la copia e per questa opportunità!
Collana: Fantastica
ISBN: 9788804727767
480 pagine
In vendita dal 1 settembre 2020


Gli umani sono innervositi da me perché sono un terrificante murderbot, 
e io sono innervosita da loro perché sono umani.



In questo periodo avevo proprio bisogno di svagarmi, di viaggiare nello spazio, ma allo stesso tempo senza ricevere una tensione "negativa", cioè senza leggere quelle serie dove ci sono di continuo umani malvagi e alieni cattivi e robot pazzi...
ehm, qui in realtà ci sono tutte queste cose, ma tutte sdrammatizzate in un incantevole viaggio tra pianeti, basi spaziali, estremamente divertente.

In soldoni, Murderbot è una delizia! 
Uno di quei libri (in realtà sono 4 romanzi brevi, qua raccolti) che non ti accorgi neanche di aver finito, fino a quando non ti ritrovi all'ultima pagina. 
E ne vuoi ancora!


Sarà perchè la protagonista, una SecUnit addestrata alla sicurezza, risulta di una graffiante e cinica irriverenza, nonché di una terrificante simpatia; sarà perché intervengono unità intelligenti e non umane, come ART (acronimo eufemistico per "Astronave Rompipalle di Trasporto"), una nave trasporto robotizzata, appassionata quanto Murderbot di contenuti multimediali (le moderne soap-opera di centinaia di puntate) oppure il tenero e coraggioso robottino Miki (un vero e fedele robot da compagnia) che le danno una mano a a risolvere le situazioni; in ogni caso, le quattro missioni sono appassionanti.


I giovani umani possono essere impulsivi. 
Il trucco è riuscire a tenerli in vita abbastanza a lungo da farli diventare vecchi umani.


L'aspetto più interessante è proprio la crescita di Murderbot, il suo passare da unità robotica con pezzi umani clonati, già un po' ribelle, a una trasformazione sempre più spinta verso il lato umano (con tutte le difficoltà di comprendere le assurde dinamiche umane).
Eh, sì, perché, visti da un POV robotico noi umani risultiamo parecchio stupidi.
Lo spazio futuristico in cui si muove la nostra SecUnit è popolato da unità intelligenti e da un sottostrato di umani poco intelligenti, ingenui e sprovveduti, sottopagati, vincolati a contratti capestro, manipolabili e inclini a mettersi in pericolo, senza riuscire poi a salvarsi.
Per fortuna che ci sono i bot e i robot.

Una cosa è certa: vorrei leggere ancora altre storie di questa serie, ma non vorrei mai abitare nel mondo immaginato dalla Wells (a parte, forse, guardare le puntate di "Ascesa e declino di Sanctuary Moon" insieme a Murderbot e ad ART).


Il compito di una SecUnit consiste nel proteggere i propri clienti da qualsiasi cosa voglia ucciderli o far loro del male, e di scoraggiarli con ferma cortesia dall’ammazzarsi, menomarsi e via discorrendo gli uni con gli altri. Detto questo, il motivo per cui cercavano di ammazzarsi, menomarsi e via discorrendo gli uni con gli altri non era un problema della SecUnit in questione: era una seccatura che si doveva smazzare il supervisore umano.


Amarilli




2 commenti:

  1. Concordo su tutto! Speriamo di leggerne ancora, mi piacerebbe proprio

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