Pensieri su "I PIRATI DEL LAGO" di Mariangela Camocardi

Milano, 1412. Cristiana è giovane, bella, sola e circondata da nemici, finché non incontra gli splendidi occhi azzurri del capitano di ventura Fabrizio. Lo fa quando tutto sembra perduto: il padre Jacopo è morto, il fratello Mattia è lontano e la madre Ippolita è succube del nuovo marito, Arrigo, che l’ha sposata solo per la sua ricchezza e sta cercando, aiutato dalla figlia Clarice, un modo per impadronirsi definitivamente delle fortune della famiglia.
Nel momento in cui Ippolita viene uccisa e la colpa ricade su Cristiana, il piano diabolico dei due sembra avere successo. È però solo l’inizio di una vicenda che ci trascinerà nel cuore della Milano dei Visconti, fra intrighi, congiure, tradimenti, ma anche amori inaspettati e bruciante desiderio. Perché ci sono incontri che non si possono evitare, e quello con Fabrizio sembra scritto nel destino: il suo è uno sguardo che scalda, rassicura, fa battere forte il cuore di Cristiana. Basterà – quello sguardo – a placare la sua sete di giustizia e di amore?

L'autrice 
Mariangela Camocardi è nata a Verbania e vive da sempre nell’amata Intra, sul Lago Maggiore. Sposata con due figli, si avvicina alla scrittura nel 1983, quando perde il lavoro a causa della crisi industriale di quegli anni: Nina del tricolore, il suo primo romanzo, viene pubblicato nel 1986 da Mondadori. Nel corso degli anni ha dato alle stampe più di cinquanta opere: tra queste Tempesta d’amore, Sogni di vetro, Un segreto tra noi, Il talismano della dea, Sposami ancora, Se perdo te e Chi voglio sei tu. Potete seguirla sul suo sito internet personale (www.mariangelacamocardi.net), la sua pagina Facebook (www.facebook.com/mariangela.camocardi) o il suo account Twitter (@MariangelaCamoc).

Autrice: Mariangela Camocardi
Titolo: I Pirati del lago
Editore: Amazon Publishing
Collana: Encore
Formato: digitale
Uscita: 29 novembre 2016
Genere: romance, storico


***

Dimentichi del resto del mondo, si rannicchiarono l’uno nelle braccia dell’altra, e così, allacciati strettamente, mentre il vento infiltrandosi nelle crepe dei muri sussurrava una specie di querula ninnananna, si riaddormentarono felici.

Prima di tutto, un piccolo ma sentito grazie ad Amazon che ha avuto l’idea di ripubblicare questo classico romance italianissimo, consentendo di conoscerlo anche a quelle lettrici che per una volta vogliono dare un’opportunità a storie non ambientate nelle solite New York, ecc.
Con questo romanzo, infatti, verrete trasportati in un’ambientazione assolutamente locale, assolutamente poco esotica, eppure non per questo priva d’interesse: la Milano sotto la signoria dei Visconti, un momento storico con qualche luce e moltissime ombre, con poteri precari, complotti continui, tumulti all’ordine del giorno. 
Io per prima confesso che avevo solo qualche nozione su questo periodo. Eppure la Camocardi è riuscita a intrigarmi e a condurmi con facilità nel cuore dell’epoca, descrivendo abiti, arredamento, modo di vivere e di pensare, fatti realmente accaduti (tanto che – a fine lettura – sono andata a leggermi le vicende infelici di Margherita Pusterla e della sua famiglia…).
Ma, al di là della (perfetta) connotazione storica, questo è un vero e proprio romanzo d’appendice, dove i cattivi sono proprio cattivi e dove i buoni devono lottare a ogni capitolo, mentre continui colpi di scena infieriscono su di loro. 
Cristiana, la protagonista, è una fanciulla indomita (e anche molto fortunata), Fabrizio un soldato che ha conservato ancora un po’ di idealismo, tutte le figure secondarie sono a loro modo vivide e importanti per lo sviluppo della trama (piccolo dispiacere per il pirata brutto ma buono, su cui avrei voluto sapere qualcosa in più).
E lo stile? La Camocardi scrive con passione e partecipazione, si sente che se potesse scivolare tra le righe di persona lo farebbe. Soprattutto, scrive a modo suo, distinguendosi in una selva di romanzucci copia e incolla, tutti omologati e perciò dimenticabili.

Le sembrava di sognare, ma quella bocca calda che si muoveva famelica sulla sua era reale, e reale era l’uomo che, quasi temesse di perderla, la teneva stretta a sé fino a farle male. Avvertiva sotto le dita il guizzare dei suoi muscoli scattanti, il bruciare della sua pelle attraverso gli abiti, la sua forza e, contro il corpo percorso da fremiti, quelle asciutte membra maschili che, fin dal primo momento, le avevano tolto la capacità di resistergli.

Amarilli

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