Pensieri e Riflessioni su "Le due metà del mondo" di Marta Morotti

Le due metà del mondo
di MARTA MOROTTI

Harlequin Hm Mondadori
Anche in ebook
ISBN: 9788869050374

Maria ha diciannove anni, vive a Torino e ha appena finito gli esami di maturità. Vorrebbe fare la psicologa ma è destinata invece, alla fine dell'estate, ad entrare in fabbrica, come suo padre. Maria si è costruita un mondo tutto suo, curato in ogni minimo particolare, un mondo che le garantisce un'apparente sicurezza, che di fatto non possiede. Una parte della sua vita è come chiusa in una scatola e ciò che le serve veramente è una chiave che le permetta di aprire quella scatola e di far uscire ciò che la sua mente e il suo cuore rifiutano di accettare. Arriva un momento infatti, in cui, costretta a lasciare l'ambiente protetto in cui è cresciuta, comincia a sentirsi attratta da un'esistenza fatta di cose normali, concrete, che le offre la possibilità di sciogliere le catene alle quali ormai è abituata da troppo tempo. Ma come lasciarsi andare a una nuova vita e smettere di combattere? L'ombra di un fratello ingombrante e di un padre assente continuano a trattenerla in una prigione in apparenza dorata, fino a quando, inaspettatamente Maria dovrà fare i conti con sentimenti nuovi che cambieranno la sua vita per sempre.

Nata e cresciuta in provincia di Varese, 29 anni, dopo la laurea in Storia del Cinema e la specializzazione in Letteratura Italiana, Marta Morotti ha iniziato il vagabondaggio nel mondo del lavoro tra stage in redazioni sportive, collaborazioni con diversi giornali e lavori part-time. L'amore per i libri le ha insegnato a guardare il mondo come un collage scomposto di storie diverse e possibili. La madre le ha trasmesso la passione per la lettura, mentre da sola ho scoperto quella per la scrittura.

Il pensiero di Mary Giulia:

L’autrice ci porta in quel di Torino, in una famiglia di bassa borghesia: due genitori immigrati siciliani, Alfio Lucia e i figli Maria e Omar. 
Una famiglia come tante. La madre casalinga e il padre operaio, orgoglioso lavoratore presso il noto stabilimento Fiat. 
Maria è una ragazzina curiosa, intelligente, che ama la lettura e soprattutto i romanzi d’amore in cui le piace rifugiarsi per poter sognare amori da favola. 
Da brava alunna vorrebbe un giorno diventare psicologa, ma già sa che il suo destino è segnato: è convinta che comunque lavorerà in Fiat seguendo le orme del padre.
Maria è anche molto introversa e piuttosto riservata e per via del suo carattere non ha molti amici se non Salvatore, l’unico vero Amico con cui riesce a confidarsi e parlare della sua famiglia, di se stessa e di Omar, il suo tanto amato quanto odiato fratello. 
Un fratello che le ha cambiato la vita. 
Lui è il motivo di distacco dalla madre, con cui non riesce più ad avere un dialogo, un rapporto d’affetto e quella complicità che ha sempre avuto sin da bambina con lei.
È come se Omar avesse spento la sua luce e la sua felicità.
Grazie ad un’amica però inizia ad uscire da quello stato di torpore e apatia ed a frequentare i suoi coetanei diciannovenni. Ed è proprio in questa compagnia che incontra Antonio: il suo piccolo raggio di sole.
Ritorna così a vivere, a sorridere a volersi far bella come tutte le sue coetanee che però non hanno i suoi stessi problemi.
La madre che spia dalla porta la vita di questa figlia tanto sola torna a gioire per lei:

“Mamma secondo te, io che profumo ho?”
“Vuoi un profumo, Mara?”
“No, mamma non intendevo questo. Vorrei sapere di cosa so. Quando ti passo vicino, l’aria attorno a me che odore ha?”
“Da piccola,quando ti tenevo in braccio, sapevi di crostata. Eri dolcissima e morbidissima.”
 “E adesso?”
“E adesso penso che tu sappia di lavanda. E di tè caldo.
“E’ buono?”
“Si è buono”

Basta un niente però per ripiombare in quello stato emotivo di rabbia, solitudine e depressione… ma per fortuna Salvatore (credo di nome e di fatto) le da il giusto scossone di cui ha bisogno per reagire e non avere più paura.

Nella parte finale, ho apprezzato molto il ruolo della madre, così marginale durante quasi tutta la narrazione; mi ha incuriosita fin dall’inizio e non capisco però perché l’autrice non le abbia dato più spazio.
Lucia è una madre coraggiosa, piena di tristezza e che senza perdersi d’animo cerca di entrare in punta di piedi nella vita della sua Maria.
La parte finale è proprio quella dove ho provato più empatia, sia con la madre che con la figlia.

Nonostante l’autrice, secondo il mio punto di vista, abbia scritto questo libro in modo abbastanza incalzante, con periodi non troppi lunghi così da non diventare noiosa nel descrivere i diversi stati emotivi o i piccoli dettagli di Torino, non sono riuscita veramente a prenderne parte fino in fondo se non nella fase conclusiva. Mi sembrava di non aver vissuto appieno la storia, probabilmente perché sono una lettrice che tende a farsi molte domande durante la lettura e non tutti i miei interrogativi qui vengono risolti nell’immediato.

“Io piangevo in silenzio, senza farmi vedere. E pregavo il Signore che le salvasse quell’anima mangiata dall’inferno.”

Questo per me può essere considerato un romanzo di crescita, perché assistiamo all’evoluzione ed ai cambiamenti di Maria, con la quale talvolta mi sono arrabbiata o tal’altra semplicemente avrei voluto abbracciarla, come capita con tutte le adolescenti “problematiche”. 

“Le due metà del mondo” è un libro pieno di sentimenti e difficoltà “nascoste” che t’invoglia ad arrivare alla fine per sapere se ci sarà il tanto atteso lieto fine per questa famiglia così semplice.
Mary Giulia

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