Pensieri su “Un amore a prima vista” di Anna Bennett



Fiona Hartley, di famiglia ricchissima ma non aristocratica, ha bisogno dei soldi della sua dote per pagare un ricattatore deciso a rovinare sua sorella. 
David Gray, conte di Ravenport, è appena stato abbandonato dalla sua fidanzata e sembra essere l’uomo giusto al momento giusto… se solo Fiona riuscisse a convincerlo a sposarsi per interesse! 
Pur colpito dalla proposta della giovane, Gray ha ormai deciso di chiudere il suo cuore e dedicarsi al restauro della sua fatiscente tenuta di campagna: è proprio lì che decide di invitare Fiona, fermamente intenzionato a farle cambiare idea sul matrimonio. Fiona accetta, sperando di persuaderlo a sua volta. Ma i due non possono certo prevedere la passione…

Titolo: Un amore a prima vista
Autrice: Anna Bennett 
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1225
Ambientazione: Inghilterra, 1800
Uscita: settembre 2021

La serie ‘Debutante Diaries’.
1) UN AMORE A PRIMA VISTA (First Earl I See Tonight);
2) “The Duke Is But a Dream”, di prossima pubblicazione.




Forse sono io che mi faccio più ottusa con l'età, ma mi pare che certi romanzi "americani" si basino su trame sempre più "arrampicate"...
Fiona, figlia di un ricchissimo mercante, viene ricattata da un losco figuro che vuole soldi, minacciando di far scoppiare uno scandalo che riguarda non lei, ma la sorellastra. E per questo Fiona decide che deve sposarsi entro poche settimane per sbloccare la dote, e, da brava borghese, conclude che deve impalmare niente meno che un conte. 
Cioè, con l'acqua alla gola, ma scegliamo il meglio...

In tutto questo, uno si chiede (razionalmente parlando): perché il losco figuro non si è presentato semplicemente dal padre di lei, che aveva la cassaforte a portata di mano?
Perché puntare su una ragazza nubile, che non ha un soldo nella propria disponibilità personale?

Da qui è un crescendo nonsense.
Il candidato nobile adocchiato è in rovina e necessita di pecunia per riparare - letteralmente - il tetto di casa (a un certo punto cadono calcinacci persino, ci sono i topi che corrono nei muri e le ante degli armadi sono marce di umidità... forse la Bennett ha visto troppi thriller gotici, anziché studiare un po' ambienti e costumi dell'epoca). In più Ravenport ha il cuore a pezzettini per essere stato respinto dalla precedente fidanzata (nobile). 
Non voglio dire che, in queste condizioni, uno si sarebbe sposato all'istante e pure per procura, senza manco soffermarsi sulla sposa, tuttavia il nostro ha remore: povero in canna e pubblicamente additato come "quello scaricato da Helen", ma si mette a fare il difficile...

Fiona lo tartassa per farsi dire sì e lui pensa bene di appiopparla agli amici, salvo diventare geloso all'istante. Al contempo, scopriamo che gli amici non corteggiano Fiona per fare un favore al conte, ma perché a quanto pare lei è bella e simpatica. Indi per cui: tutta questa impalcatura per farsi sposare per la dote, a che serviva? Possibile che non ci fosse già un nutrito gruppo di corteggiatori?
Soprattutto: perché non limitarsi a portare al banco dei pegni uno dei tanti gioielli di famiglia e saldare il losco figuro senza duecento pagine di difficoltà?

A prescindere dal senso logico (su cui ho poi deciso di soprassedere), va detto che il romanzo si fa leggere ed è scorrevole (da ciò il mio giudizio discreto). In alcuni punti ho sorriso.

Ho provato simpatia per Ravenport, accerchiato da donne (dalla nonna a Fiona&family) che deve compiacere, alle prese con problemi materiali e non proprio consoni al suo rango, e che spesso si ritrova a compiere delle scelte dietro forti pressioni esterne.
Fiona è senza dubbio intraprendente e meriterebbe di dirigere gli affari del padre.
Ho inoltre apprezzato che non esiti a sacrificarsi per la sorella (per quanto, lo ribadisco, per sacrificarsi decide di diventare contessa e sposare un ragazzone sexy e intrigante!).
Insomma, una tipa tosta e furbacchiona, a cui va il plauso di questa lettrice.

Amarilli



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