Pensieri su "Tutti all’inferno. L'alchimia nella Divina Commedia: il viaggio dell'uomo verso sé" di Giorgia Sitta


O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani. [Inf. IX, 61-63] In questa terzina Dante indica di “mirare” a ciò che si “nasconde sotto il velo dei versi strani” cioè alle sue terzine, in una lettura che vada oltre la lettura letterale e simbolica. Il poeta spiega come la sua opera possa essere letta sotto diversi punti di vista, ma il più importante e nascosto è quello anagogico o spirituale. Questo è l’obiettivo, riuscire ad avvalersi dell’opera come strumento “spirituale”, una via per attraversare l’inferno e salire fino alla sommità del paradiso: l’incontro con Dio, con il punto, con l’origine del tutto. "Tutti all'inferno" è infatti un augurio, che ognuno possa trovare nel proprio inconscio i suoi talenti, la propria strada verso il sé, la propria anima che lo porti a vivere con gioia e gratitudine ogni giorno della sua vita. È questo un atto di coraggio che serve a uscire dalla meccanicità di comportamento nella quale siamo immersi e un atto d’amore che conduce alla responsabilità di ogni nostro gesto per trovare la via che conduce all'infinito. 

Titolo: Tutti all'inferno. L'alchimia nella Divina Commedia: il viaggio dell'uomo verso sé
Autore: Giorgia Sitta
Prefazione di Luciana Landolfi.
Editore: Le due Torri
Genere: saggio
Pagine: 178
Uscita: maggio 2018

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Scegliere liberamente di soggiacere, è un paradosso della mente che la mente non può comprendere, perché non deve capire, ma deve cedere.


Ci sono testi di grande mistero che ci affascinano ma che non sono propriamente alla portata di tutti, uno di essi è senza timore di smentita l’Opera di Dante Alighieri, La Divina Commedia.

Chi ha provato a leggere le sue terzine probabilmente ha vissuto lo sconforto e l’alienazione di non capirci nulla o quasi, infatti se non si è adeguatamente preparati al viaggio, e io non lo sono neanche lontanamente, sono fondamentali testi come questi che ci accompagnano tra i sibillini versi.
E’ per esempio utile sapere che questo libro mitico ha diverse chiavi di lettura, dettate dallo stesso Dante, si può leggere in modo letterale, metaforico, morale e alchemico.

Giorgia Sitta, psicologa e appassionata studiosa di alchimia trasformativa, ci manda tutti all’inferno per illustrarcelo in chiave alchemica.
In questo piccolo saggio la Divina Commedia ci viene presentata come strumento di crescita, si viene spinti a entrare nella nostra personale selva oscura che in questa chiave di lettura è l’inconscio e a rispondere alle chiamate dell’anima, che Dante riassume nella bellissima esortazione “l’Amor che ditta dentro”.

Un testo interessantissimo che attraverso i gironi danteschi ci fa analizzare i peccati e cosa rappresentano alchemicamente, e ci guida a prendere il controllo del nostro libero arbitrio attraverso la presa di coscienza e soprattutto la presa di responsabilità di ciò che avviene, perché solo portando questo carico si ha il potere di cambiare e avere il dominio di sé, per dirla come il Sommo Poeta, “Liberi soggiacete”.

La Dottoressa Sitta è stata una guida interessantissima tra gli anfratti infernali, una “Virgilio” illuminante e ironica, che spero presto torni a spiegare le terzine del purgatorio e del paradiso.

Lucia

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