Review Party per "IL RE CHE FU IL RE CHE SARA'" di T.H. White (seconda parte)
Una tetralogia ormai divenuta un classico, che racconta la vita del mitico re Artù, allevato da Merlino in un mondo magico e meraviglioso e destinato a un futuro di gloria. Splendida epopea tratta dalle antiche leggende bretoni, questo libro ci porta nel regno incantato di Camelot, tra cavalieri, principesse, animali parlanti, uomini volanti... Un universo di stupefacenti creature che da generazioni affascina l'immaginazione di lettori di ogni età.
Collana: Draghi
ISBN: 9788804736738
768 pagine
Uscita: 25 maggio 2021
Il ragazzo pensava di avere qualcosa di sbagliato. Durante tutta la vita – perfino quando diventò un uomo famoso, con il mondo ai suoi piedi – avrebbe sentito questa lacuna: qualcosa nel profondo del suo cuore, qualcosa di cui era consapevole e si vergognava, ma che non riusciva a comprendere. È inutile che noi tentiamo di capire. Non dobbiamo ficcare il nostro naso da dilettanti in un luogo che egli preferiva mantenere segreto.
Dopo i primi due capitoli (trovate qui la mia recensione ) sono passata ai successivi tre, anche qui con soddisfazione altalenante.
Da un lato White inserisce spesso descrizioni prolisse e intere scene di cui non si comprende bene l'utilità, dall'altro adotta certe licenze letterarie e moderniste che mi lasciano perplessa vista l'epoca in cui scriveva (comunque anni '40).
Ne IL CAVALIERE MALCREATO, ad esempio, protagonista è Lancillotto, che troviamo all'inizio innamorato di re Artù.
Non credevo che all'epoca di White si potesse discorrere così in tranquillità di amori omosessuali. Credo che persino l'autore di Maurice, Forster, abbia fatto pubblicare postumo il suo libro, quindi mi è parso stridente che qui se ne parlasse come nulla fosse. Boh.
In ogni caso poi la storia prosegue come la conosciamo: Lanci e Genni s'innamorano, anche se lei rimane sempre comunque regina e sposata con Artù (però gelosissima di Lanci e, in tutta onestà, una grande ipocrita).
Poi Lanci incontra Elaine e s''inventa l'assurdo escamotage di farci sesso non accorgendosi che era lei (ok, non abbiamo creduto a questo alibi, neanche quando Ridge Forrester giace con la moglie di suo fratello in Beautiful...). Giustamente lui impazzisce quando non sa più come venirne fuori.
L'ho trovato un eroe un po' lagnoso, che non si decide a fare il suo dovere di padre e di uomo che comunque ha violato una vergine, peraltro invocando presunte regole d'onore. Mi è parso identico agli uomini moderni, insomma, altro che cavaliere senza macchia.
LA CANDELA NEL VENTO
Se Galahad è il figlio illegittimo e non riconosciuto di Lanci, anche Artù ha comunque Mordred a cui badare.
E anche qui direi che il ciclo arturiano porta in dote una notevole dose di misoginia, considerando che le donne sono tutte o maghe infide manipolatrici o regine traditrici, e che i nostri eroi passano la vita a non farsi tentare e sedurre...
IL LIBRO DI MERLINO
Finalmente nell'ultimo libro ritroviamo Merlino, ma questo è un capitolo surreale, molto lungo e soporifero, quindi ho tenuto duro per poter vedere come l'autore terminava la sua versione delle leggende.
In effetti, dopo la guerra con Mordred, dello strano ménage a trois di Camelot resta Lancillotto (che si fa eremita), mentre e di Artù ci resta la famosa lapide HIC JACET ARTVRVS REX QVONDAM REX QVE FVTVRVS, ovvero “Qui giace Artù, il re che fu, il re che sarà.”
Se non altro, scopriamo il motivo del titolo e trovo sia più che azzeccato.
Anche io non ho amato molto lancillotto, ma ho letto con piacere questi libri
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