Pensieri su “Il guerriero e la novizia” di Michela Piazza e Pamela Boiocchi


Aonghus Mór ha una missione: deve rapire una giovane novizia da un convento e tenerla in ostaggio per proteggere la gente del suo clan. Non è un gesto nobile, ma sono tempi bui per la Scozia, in procinto di muovere guerra contro i norvegesi. 

La prigioniera, però, si rivela ben presto indomita, anche se innocente e luminosa al punto da far dubitare Aonghus delle proprie scelte. Nonostante sia figlia di un nemico, il guerriero inizia a provare nei suoi confronti un desiderio inconfessabile. 
Un’attrazione condivisa dalla stessa prigioniera. 

Intanto, un viaggio avventuroso alla ricerca di una pietra dotata di poteri leggendari potrebbe unire la Scozia. O spezzare due cuori…

Titolo: Il guerriero e la novizia
Autrici: Michela Piazza e Pamela Boiocchi
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Passione 201
Uscita: Giugno 2021



Se c'è una cosa di cui talvolta mi lamento, leggendo romance storici, è la mancanza di accuratezza storica nelle ambientazioni, elemento che a volte persino rinomate autrici straniere tralasciano in favore della storia d'amore o dell'elemento avventuroso.
Al contrario, mi ritrovo parecchio soddisfatta quando mi trovo tra le mani un romanzo d'amore, che può contare su un buon background documentale, dove verosimiglianza e fantasia coesistono senza contrasti, dove l'attenzione per il dettaglio giusto, che si tratti di luoghi, di nomi o di vocaboli, non va ad appesantire la narrazione.
Aggiungeteci che la penna - anzi, la doppia penna - è italiana e capirete perché questo romanzo si è rivelato ricco di ottimi ingredienti.

In effetti, l'ho trovato nel suo genere quasi perfetto (a parte forse il titolo, per me poco evocativo): ben sviluppati i personaggi (entrambi simpatici, giovani ma positivi), interessante l'epoca scelta e il contesto storico-geografico (siamo nel 1263, mentre le isole Ebridi si ritrovano contese tra il re di Scozia e quello di Norvegia, e i clan locali non sanno ancora con quale fronte schierarsi per riuscire a sopravvivere), mentre l'elemento magico/paranormale si inserisce a proposito, richiamando leggende collegate realmente agli accadimenti citati.

D'altronde, la storia medievale è un continuo calderone di verità e leggende, dove è difficile tracciare un confine netto, e a volte va anche meglio lasciare che permanga un certo alone di mistero: così l'unione tra due clan potrebbe essere davvero stata sugellata dall'amore, come valorosi guerrieri potrebbero aver davvero combattuto in battaglia spronati dalla benedizione di un talismano, e un avo dei Campbell ben avrebbe potuto sostare ancora un po' nel nostro mondo per confidare un segreto prezioso alle proprie discendenti. Perché no?

Da ultimo: punto bonus per la scrittura a quattro mani. Non ho percepito cambi di stile o fratture, ma la narrazione risulta fluida, coordinata, sempre corretta.

Amarilli

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