Pensieri su "SCRITTORI E AMANTI" di Lily King

 

Casey è una ragazza di trent’anni che ha fatto un patto con se stessa: non pensare ai soldi e al sesso, almeno al mattino. Appassionata di letteratura e aspirante scrittrice, si è indebitata pesantemente per pagarsi gli studi e ora si ritrova a vivere in una piccola stanza ammuffita e a lavorare come cameriera. Rimane però aggrappata al sogno che quasi tutti i suoi vecchi amici hanno ormai abbandonato e, con ostinata determinazione, ogni mattina scrive. Di recente ha perso la madre, con la quale aveva un rapporto di confidenza profonda e che rappresentava, sebbene vivesse dall’altra parte del paese, la sua unica ancora affettiva. E infine, gli uomini: reduce dall’ennesima relazione fallita in maniera inspiegabile, girovagando per librerie e happening letterari, Casey incontra due scrittori che cambieranno le cose. Da una parte c’è Silas, giovane poeta gentile e sognatore spiantato quanto lei, dall’altra Oscar, maturo padre di famiglia, autore affermato prigioniero del proprio talento…
Con un tocco leggero ed elegante, Lily King ha dato vita a un personaggio indimenticabile, che rappresenta una generazione e uno stato d’animo: quello di chi cerca il proprio posto nel mondo. 

Uno dei più incisivi e accattivanti ritratti di donna che la letteratura contemporanea abbia offerto negli ultimi tempi: la fotografia esatta del momento in cui una giovinezza protratta troppo a lungo si trasforma finalmente nell’età adulta.

Scrittori e amanti
Lily King
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pubblicazione: aprile 2021
EAN: 9788893259880
ISBN: 8893259885
Pagine: 330



Ho fatto un patto con me stessa: non pensare ai soldi la mattina. Sembro un’adolescente che si sforza di non pensare al sesso. Ma cerco anche di non pensare al sesso. E nemmeno a Luke. E nemmeno alla morte. Che vuol dire non pensare a mia madre, morta in vacanza lo scorso inverno. Ho una marea di cose a cui non posso pensare, se la mattina voglio scrivere.


A fine lettura ci ho messo un po' a capire se considerarlo un gioiellino oppure uno scritto ridondante e confuso. Però di sicuro mi ha scombussolata, mi ha lasciato qualcosa, quindi va dato atto che è stata una lettura incisiva (cosa non scontata).

Ho fatto piuttosto fatica, almeno all'inizio, con lo stile: la King usa il flusso continuato di coscienza che sgorga dalla viva voce di Casey. Molto Joyce, non c'è che dire, ma questa scelta presenta quasi sempre due aspetti rischiosi. Il primo è quello di risultare confusi o annoiare (e nei primi capitoli sono stata tentata di saltare un po' di amenità quotidiane per andare dritta al succo della vicenda...); il secondo tipo di rischio è quello di ritrovarsi nella testa di una persona con cui non si entra in empatia.
A me è successo in effetti con Casey, incline all'autocommiserazione e al piagnucolio (io che sono triste e sola nell'universo).

Non è che scrivo perché penso di avere qualcosa da dire. 
Scrivo perché se non scrivo mi sento addirittura peggio di così.

Per quanto fossi propensa a farmela piacere, soprattutto per la sua carriera di aspirante scrittrice, direi che questo libro si potrebbe intitolare: "come una donna (perché, diciamolo, autodefinirsi "ragazza", a 31 anni, inizia a essere un po' un alibi) non dovrebbe appiattirsi su un unico sogno".
E poi "come non usare la scusa di voler fare la scrittrice (uso la S maiuscola apposta, perché qui parrebbe che, a parte il Sogno, non esiste altro nella vita) per rifiutarsi di crescere e di trovarsi un lavoro vero, mettere i piedi per terra, smettere di sentirsi perseguitata dal destino e di credere che tutto complotti unicamente contro di te."

Premetto che ho sempre pensato che ci fosse un netto discrimine tra noi italiani lenti a maturare e la gioventù americana, costretta fin da subito a intraprendere una strada, che sia quella dello studio o quella lavorativa, con molti meno paracaduti; ma Casey è una che si trascina aspettando che il suo talento venga riconosciuto, e nel mentre non si è realizzata nella carriera ma neppure nella vita personale.
Peraltro l'ho trovata piuttosto calcolatrice sul lato affettivo: come definire una persona che fa il pendolo tra una storia e l'altra, aspettando di cogliere l'opportunità migliore?
Entrambi i due uomini che compaiono non sono adatti a lei: Oscar è più vecchio, egocentrico, forse geloso della sua fama imminente, Silas è altrettanto immaturo e nevrotico quanto lei.
Insomma, mendicare un uomo, tanto per averne uno, non è la mia concezione preferita di storia d'amore.

«David ha scritto il suo libro?», domando. «Non l’ha nemmeno cominciato». Soffia sul suo tè. «Io invece ho scritto duecentosessanta pagine da quando mi ha lasciata».

Nel complesso, come dicevo, è un libro che mi ha smosso parecchio dentro, anche se forse più per farmi indispettire che per gioire della crescita di lei. 

Ma la King utilizza un sottofondo amarognolo a cui finisci per abituarti, ogni tanto ti rifila qualche pagina cattiva, qualche frase che ti accende e ti costringe a pensare, soprattutto sullo scopo e sui limiti dello scrivere.
Se considerate che ci riesce attraverso personaggi piuttosto antipatici, possiamo concludere che è sostanzialmente una dimostrazione di bravura. 
Anche le nostre api possono diventare miele.

Quando si scrive, la cosa più difficile è entrarci tutti i giorni, rompere la membrana. 
La seconda cosa più difficile è uscirne. A volte vado troppo in fondo e risalgo troppo in fretta. Dopo mi sento aperta e senza pelle. Il mondo intero mi sembra umido e malleabile. 
Quando mi alzo dalla scrivania, raddrizzo tutto.

Amarilli

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