Review Party per "Il problema della pace" di Joe Abercrombie (The Age of Madness #2)



Il problema della pace è che la guerra continua sotto altre forme. 
L’Unione del giovane re Orso è più divisa che mai, dilaniata tra pretese dell’aristocrazia irrequieta, città che invocano la secessione, il popolo aizzato dagli Spezzatori e la morsa stritolante dei debiti bancari, pilotati da interessi sinistri che è bene non rimestare. La ricca e spietata Savine dan Glokta si è scoperta più fragile di quanto sospettasse, ed è decisa a soffocare ogni scherno e tradimento con una nuova imprevedibile mossa. Leo dan Brock ha vinto in duello Crepuscolo il Possente, eppure, nel grigiore della sua nuova vita da governatore, è come se avesse perso tutto, finché il suo aiuto non viene richiesto per un sogno luminoso che però potrebbe trasformarsi in un incubo, per lui e per tutti. Rikke deve lottare contro i poteri sconvolgenti della Vista Profonda che minacciano di divorarla, o trasformarla per sempre. Vick, spia e torturatrice, cambia mille maschere e identità, e nessuno sa quale volto si celi davvero nel profondo. Grosso ha promesso di tenere la sua famiglia lontano dai guai, e per farlo è costretto a compiere ciò che la sua stessa famiglia non dovrebbe scoprire mai. Trifoglio sorride agli insulti di chi deride il vecchio cauto in cui si è trasformato, ma è già successo che una volpe feroce si confondesse tra le pecore. Ancora una volta, le loro scelte sono destinate a incrociarsi in una danza vorticosa che è anche un duello micidiale, mentre il mondo va a fuoco tra congiure, processi, voltafaccia, innovazioni tecnologiche e l’ennesima guerra arrossa l’orizzonte, a cambiare tutte le regole del gioco.

Con questo secondo volume della sua nuova, audace trilogia, Joe Abercrombie preme ulteriormente l’acceleratore sulle intuizioni e visioni che ne hanno fatto uno dei re del fantasy grimdark, lanciandoci a velocità indiavolata in un mondo brutale e complesso e in un caleidoscopio di personaggi che comprende guerrieri e prostitute, banchieri e ruffiani, terroristi e streghe tornate dalle terre dei morti; un universo che dialoga con umorismo mordace e dolente commozione con i nodi più aggrovigliati del nostro presente politico, sociale ed economico. Perché il problema della pace è che non dura.

Joe Abercrombie
Il problema della pace
Serie: The Age of Madness #2
Editore: Mondadori *
* ringrazio la CE per la copia digitale
ISBN: 9788804737025
552 pagine
Uscita: 11 maggio 2021

La SERIE
1) UN PICCOLO ODIO
2) IL PROBLEMA DELLA PACE
3) The Wisdom of Crowds



In tempo di pace, l’uomo di guerra attacca se stesso.

Se la notizia era che il re del grimdark tornava con una nuova trilogia, con questo secondo capitolo ci riporta alle vette quasi insuperate della Prima Legge. 
Detto in altre parole: se il primo episodio mi era servito per ambientarmi, con questo si ritorna a percepire la tempra del grande Joe.
Il quale, ora più che mai, approfitta di aver così tanto scritto, di averci fatto affezionare a luoghi e persone, perchè usa tutte queste frecce per tendere il suo arco.

Così se al solo sentir menzionare i Nordici, sussultiamo per Mastino o Caul il Brivido o - lacrime calde - per Logen Nove Dita, e se appena appare Adua già ci sentiamo più buoni e propensi a perdonare tutto, se poi arriva la citazione della Serpe di Talins (a proposito, ma davvero la meravigliosa Monza Murcatto ha chiamato suo figlio Jappo?) ... basta, non capiamo più niente.


«Mai dubitare del sottoscritto» disse Trifoglio. «La prima arma che si porta in battaglia non è una lancia, una freccia o un’ascia.» Guizzo sbatté le palpebre. «La spada?» «La sorpresa» disse Trifoglio. «La sorpresa rende vigliacchi i coraggiosi, deboli i forti, saggi gli sciocchi.»

E stavolta la genialata di Joe è mettere al centro della trama le donne.
E che donne.
Rikke, al nord, che patisce il suo dono, s'imbruttisce, soffre, ma poi risplende grandiosa.
Savine, nel cuore dell'Unione, che si sforza di far dimenticare di chi è figlia (in qualunque senso lo si voglia intendere), che ha perso un po' del suo smalto principesco tra gli orrori del primo libro e ora tenta di risorgere. Nonostante il proprio padre (in qualunque senso lo si voglia intendere).
Ebbene, le donne qui non sono relegate a spettatrici, ma intervengono, tessono, tramano, interpretano la storia che si compie (non dimentichiamo l'inquisitrice Teufel, per favore).


«Ma i coltelli uccidono i simpatici facilmente quanto gli antipatici.»

La sorpresa del secondo volume è la quasi assenza di Glokta, il quale pronuncia poche battute e poi si dilegua. Ma anche qui uno non riesce a credere che Joe risolva tutto così e già si pregusta cosa potrà essere la grande conclusione.

Al contrario, sullo sfondo delle rivolte e dei drammi sociali - la vera novità: l'epic incontra l'industria, i guerrieri gloriosi si devono confrontare con macchine, operai schiavizzati e scioperi - re Orso costruisce piano la sua leggenda. 
All'inizio le impiccagioni lo fanno trasalire, verso la fine si sta abituando.


«I re vivi sono sempre oggetti di derisione. 
Ma la gente non vede l’ora di adorare i morti.» 

Ma diciamo che l'intera materia non sarebbe nulla senza il tocco magico di Abercrombie che cesella, racconta, appassiona, inserendo qua e là le sue frasi caustiche da annotare (io dopo un po' ho smesso, perché rischiavo di sottolineare tutto). 
E leggerlo è bello, appagante, emozionante.


Era uno di quegli uomini che amano essere disprezzati. 
Che trattava il disgusto come l’oro, da acciuffare e ammassare avidamente. 
Non aveva ancora imparato che l’odio è l’unica cosa che non si esaurisce mai.

Sospiro, letteralmente, per sapere cosa accadrà nel seguito.
Imperdibile.

E solo per un momento, al fuoco di quei ricordi, i vecchi furono giovani di nuovo.

Amarilli



2 commenti:

  1. bellissima recensione, concordo in tutto, mi ha totalmente conquistata

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    1. Grazie! Infatti ho visto :) noi team #joe forever!

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