Pensieri su "LIFE CHANGING" di Patrisha Mar


Marco era un atleta di successo, che aveva tutto: bellezza, fama e tante avventure soddisfacenti che appagavano il suo ego. Verona, la città degli innamorati, romantica e ruffiana, era ai suoi piedi. La vita che conduceva era perfetta fino a che, per colpa di un suo terribile errore, ha perso ogni cosa. Il mondo di Marco è ormai distrutto, e cosa resta quando la propria esistenza va in pezzi? 

Quando conosce Giusy, la sua nuova vicina di casa, una ragazza solare e premurosa, per Marco è fin troppo facile trattarla male, è solo lʼennesima persona da allontanare. 
Peccato che Giusy non sia disposta a mollare la presa. Ma il destino che li ha fatti incontrare, può bastare a salvare il giovane dai demoni che lo divorano? O la sua strada è segnata senza via di scampo? 

Patrisha Mar
Titolo: Life Changing
Editore: self *
   * ringrazio l'autrice per la copia
pagine 341 
Romanzo autoconclusivo
Uscita:
Prezzo: ebook 2,99, cartaceo 14,90 
Link: https://www.amazon.it/Life-changing-Patrisha-Mar-ebook/dp/B08XZKTGKX/



Ma lʼamore purtroppo è così, non tutti hanno la fortuna di averne in cambio, 
anche se dentro ne hai così tanto da donare che rischi di esplodere. 
Resta lì addormentato, sperando che qualcuno lo risvegli.


Se ho sempre associato Patrisha Mar a storie fresche, sentimentali e sempre ironiche, stavolta mi sono trovata di fronte a una trama diversa, giocata sul filo di una realtà dura e per nulla improbabile, una di quelle che non vorremmo proprio augurare né a noi né agli altri.
Capita che i romanzi si sviluppino intorno a personaggi tormentati o in qualche modo menomati, però di solito questi eroi vincono in qualche modo la malattia, trovano una cura miracolosa, riescono a ritornare in qualche modo "normali".

Ma cosa accade quando la soluzione non c'è e la situazione non è neppure cos' grave da portare alla morte (dove pure l'eroe verrebbe comunque celebrato e ricordato tra le lacrime)? 
Si continua a vivere e si resta con la propria disabilità.
Si resta anonimi, senza alcuna esaltazione, prigionieri di una normalità banale quanto terrificante: prigionieri del proprio corpo e delle barriere architettoniche, avvolti nella solitudine e nell'incapacità di comunicare cosa si prova, dovendo sempre contare sull'intervento degli altri (e sempre sperando che gli altri siano mossi da affetto, se non da pietà o, peggio, da mero calcolo economico).

Non sempre le cose si aggiustano, questa è la verità. 
Non sempre tutti si possono salvare.


Marco è giovane e aveva tutto. Ha perso vista, carriera e un futuro dorato per sua colpa, quindi non può neanche rivalersi su altri per la propria rabbia.
E' stato causa diretta del proprio male e non può che piangersi addosso, rivolgersi contro tutta l'amarezza, allontanando chi era vicino e respingendo chi vuole avvicinarsi.
Giusy viceversa è un'anima pura, una ragazza che ci crede veramente. Forse all'inizio è un po' travolta dalla sindrome del "ti salverò ad ogni costo", ma poi diviene più consapevole, capisce anche lei che che la soluzione non è farsi stampella, ma permettere a chi non riesce a muoversi in autonomia di imparare ad usare il bastone da solo. 

Perciò questa non è una storia prettamente sentimentale, ci sono emozioni (tante) positive, ma c'è anche frustrazione, incomunicabilità, delusione. Perché risalire è dura, perché essere ciechi è terribile e chiunque dica che la malattia può essere un dono rischia di minimizzare la portata devastante di una tale condizione, l'impatto che si riversa sul lavoro, sugli affetti, anche solo sul modo di vivere.

Devo dire che  il POV di Marco ci trasmette davvero la sua fragilità, la sensazione di panico, la claustrofobia di essere non vedenti. Ed è per questo che risulta poi ancor più illuminante la parte in cui Giusy si ritrova a provare a privarsi anche lei della vista e tocca con mano la densità del buio, la barriera che la separa da Marco.

Un romanzo concepito con coraggio, che non cerca finali facili nè la felicità ad ogni costo, e che proprio per questo è una lettura differente dalle altre. 
Una lettura senza retorica e senza colpi di scena, una che fa però pensare, che ti costringe a chiederti, semplicemente: e se ci fossi io nel corpo di Marco? E se la persona che amo diventasse come Marco, l'amerei ancora?

Tra le cose migliori scritte da quest'autrice.

Esiste solo Marco, esistono solo le sue labbra sulle mie e il gusto della sua bocca nella mia. 
È cambiato tutto.


Amarilli

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