Pensieri su "FIORI D'ORIENTE" di Conny Melchiorre

Flavia deve sostenere l'ultimo esame alla facoltà di Filosofia. Il più temibile di tutti: Storia e cultura del Mediterraneo, con il professor Zeno Martini, bizzarro docente, sul quale corrono voci sbalorditive. Siamo nei primi anni del Duemila a L'Aquila. 
E' febbraio. E' buio. Fa freddo. Flavia s'incammina di notte per le viuzze storiche della città, perché la sessione inizia alle 6 di mattina. Imprevedibilmente, quello che per la ragazza si prospetta come un incubo, si trasforma nel sogno della vita. Martini le propone di entrare nella sua equipe di ricerca e di partire per la Grecia e la Turchia. Con lei ci sono Federica, Anna, Simona e Angela, studentesse molto diverse tra loro, per indole e aspetto. Le aiuterà Ilkay, la loro guida, insieme alle sue amiche. 
Ed eccole diventare amiche e Fiori d'Oriente. Bellissimi boccioli di piante diverse, che sbocceranno in donne, durante questo viaggio dei viaggi. Le giovani saranno traghettate in un mondo fascinoso, di spezie orientali, fragranze inusuali, colori sgargianti, danza del ventre, complicità rassicuranti, ricchezza del Gran Bazar, povertà delle campagne. Ognuna di loro cela un segreto. Quale?

Conny Melchiorre
Fiori d'Oriente
Editore: Aletheia Editore
* ringrazio l'autrice per la copia cartacea
Uscita: 17 agosto 2020
Link acquisto
https://www.amazon.it/Fiori-dOriente-Conny-Melchiorre/dp/8894981487/


Avevo adocchiato questo romanzo su vari feed di Instagram ed ero rimasta colpita dalla trama, perciò sono stata ben lieta di leggerlo quando mi è stato proposto dall'autrice.

Pur partendo come romanzo-diario, narrato in prima persona da Flavia (ci sono anche stralci di pagine di diario della protagonista), Fiori d'Oriente diviene ben presto il resoconto di un viaggio ma anche una sorta di racconto di formazione che coinvolge le altre quattro ragazze che l'accompagnano in Grecia e Turchia.
La storia si colloca circa vent'anni fa (lo so, anch'io ho provato un brivido, ma pensi al 2001 e sono già passati due decenni!): dopo l'ultimo esame particolarmente difficile (ma superato in modo brillante), Flavia riceve dal temuto professore una di quelle proposte che possono cambiare la vita: partire con un gruppo di studentesse per un lavoro di ricerca sul campo.

Il team è eterogeneo, le ragazze non si conoscono tra loro, all'inizio non c'è confidenza: tuttavia, lentamente sboccia l'amicizia (non a caso il titolo parla di fiori...), si scoprono i primi segreti, arrivano un po' di sorprese. 
E il soggiorno in Turchia, in una dimensione esotica così diversa e che richiede d'essere decifrata e compresa, aiuta non poco il gruppo a fare confronti, a esporsi e mettersi in gioco. 

E' un libro nel complesso breve, basato su uno stile spontaneo, cronachistico ma anche ironico, lieve ma anche capace di farci cogliere il dettaglio di uno sguardo o di una parola che può svelare molte cose su chi la pronuncia.

Immagino che nella narrazione ci siano molti ricordi personali della stessa autrice, o di persone che hanno vissuto in quei luoghi, perché ne risulta un quadro affascinante. 
Credo che sia comunque cambiato parecchio rispetto a quella che è la situazione attuale del paese: in effetti, vedere le donne turche così disinvolte e libere nel romanzo, rende l'idea di quanto siano arretrati nel frattempo i diritti civili e, forse, la stessa condizione femminile. 

In ogni caso, l'impressione che si ricava, al termine del viaggio e con il ritorno in Italia, è quella di una fase della vita di Flavia che si è conclusa, lasciando lei e le altre più consapevoli, con tanti progetti, sogni e semi pronti per una nuova fioritura.

Amarilli

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