Pensieri su "Wŏ ài nĭ– L’ultimo destino possibile" di C.K. Harp



È l’anno yǐchǒu del grande Yangdi quando, sotto gli occhi stupiti della sua promessa sposa, Yixuan cade dalla Collina dei Quattro Saggi e precipita tra le braccia del ragazzo più bello che abbia mai visto. Dell’unico ragazzo che abbia mai visto, in realtà. Suo padre, infatti, gli ha vietato di mettere piede oltre il terzo cielo, pena una punizione memorabile capace di spogliarlo anche dei suoi poteri divini. Tuttavia, osservando il regno degli uomini e il suo nuovo amico, Yixuan si chiede perché. Perché solo a lui, tra tutti gli immortali, è precluso vivere come chiunque? Quali nefandezze ha commesso nella sua vita precedente per meritare quell’esistenza? D’altronde, deve esserci un motivo se il sovrano di giada lo odia al punto da preferirlo morto piuttosto che libero.
In un mondo in continuo mutamento, a pochi anni dalla riunificazione del paese sotto la dinastia Sui, i destini di un immortale e di un semplice ragazzo tornano a unirsi dopo secoli di oblio, in una storia andata perduta nello sconfinato universo ma destinata, forse, a scardinare l’armonia stessa che lo governa.

Titolo: Wŏ ài nĭ– L’ultimo destino possibile
Autore: C.K. Harp *
Editore: Self Publishing
 * grazie all'autore per la copia
Genere: Fantasy orientale – Xianxia
Data di Pubblicazione: 07 Aprile 2021
Pag.: 624 



Se una prima occhiata alla trama mi aveva fatto temere la classica storia d’amore, sono lieta di annunciare di aver letto una storia orientale tra due uomini fresca e originale, che non cade nella volgarità e che, permettetemi di dirlo, viene scritta da qualcuno che chiaramente sa il fatto suo per quanto riguarda l’ambito della scrittura.

Infatti l’autrice è riuscita a mantenere un’atmosfera avvincente, a utilizzare un lessico ricco e fluido, nonché a descrivere le scene più tecniche senza risultare noiosa e mantenendo sempre un intensa narrazione. Il che, se ci pensate, per storie come queste non accade spesso.

In questa avventura siamo catapultati in un mondo completamente estraneo a quello occidentale; pertanto dimenticate i castelli delle fiabe, le delicate principesse in attesa di essere salvate dal principe azzurro, i dolci animali parlanti. Qui, al posto della fata Turchina troviamo il dio del del Fato, il cosiddetto "vecchio sotto la Luna", Yue Lao, saccente ma adorabile, che al posto di vivere serenamente la sua vita come qualsiasi essere vivente con un minimo di sale in zucca - qualità che sembra mancare un po' a quasi tutti in questo romanzo - si diverte invece a creare e proteggere legami indissolubili, resistenti al tempo e alla morte.

Tutto ciò almeno finchè Hundun, divinità del caos primordiale non si mette in mezzo con i suoi piani di distruzione del mondo, tanto per mettere un po’ di pepe all’intera faccenda.
Questo tipo di legame lo possiamo chiamare amore eterno, predestinato o come più vi piace. Tuttavia questo amore si rivela anche portatore di indicibile sfortune e sofferenze - e non solo nel caso dei nostri protagonisti.
Prendiamo per esempio in considerazione l'amore tra Meng Po, guardiana dell’Ultima Porta e il suo amante mortale, che pone un grande interrogativo: vale la pena di soffrire così tanto - e tra le sofferenze annotiamo sevizie, torture varie, morte, pazzia a lungo termine - solo per un’altra persona che non conoscevamo fino a poco prima, ovvero fino al successivo incontro durante l'eternità?

Secondo i nostri protagonisti ne vale la pena.
O meglio, secondo Yi xuan evidentemente sì, perché dopo essere precipitato dalla Collina dei Quattro Saggi, dove ha trascorso un'esistenza placida e agiata, decide di non poter vivere sena Shunzi, ladruncolo di città, dando inizio una serie di vicissitudini, la cui vera origine risale a diversi secoli prima, visto che il loro amore dura da tempo immemore, anche se sempre ostacolato dal cosmo stesso.
Finché non arriva il momento di mettere una parola fine a questo ciclo infinito e poter finalmente godere di una pacifica esistenza l’uno accanto all’altro, ristabilendo l’equilibrio tra lo Yin e lo Yang e salvando così l’universo.

E, ancora, come non amare Xiangu, l’adorabile sorellina di Shunzi, la quale non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno, coraggiosa e sveglia, pronta a farsi valere in quanto donna? Per lei mi sarebbe piaciuto più spazio, così come avrei voluto sapere di più della sua storia d’amore con la figlia di Ruan ji, che troviamo descritta brevemente.

Infine altro personaggio compare per pochi capitoli ma merita attenzione è proprio Ruan ji, generale presso il quale si arruola Yi xuan: l'ho veramente amato e si dimostra uno dei pochi con un minimo di buonsenso. Al contrario, un personaggio che ho detestato è Xiu ya, sua promessa sposa, consumata dal risentimento e dall’odio e colpita da un destino non troppo felice.

Nel complesso, non si può affermare che la narrazione scorra sempre veloce; in alcuni momenti rallenta e in effetti in quei punti -però pochi! - ho avuto un po' di difficoltà ad andare avanti, tuttavia credo anche che questo “ rallentare” sia stato necessario per chiarire lo sfondo della storia e le sue parti più “tecniche”, fondamentali per capire gli usi e costumi e le tradizioni del mondo in cui è ambientata questa meravigliosa storia.
Di certo, si tratta di una delle migliori storie d'amore ambientate nell'antica Cina, una Cina mitologica dove le vite di dei e mortali si intersecano più e più volte, che mi sia capitato di leggere di recente.

La consiglio moltissimo ai lettori appassionati di questo argomento.

Lila


1 commento:

  1. Xie Xie! Grazie mille, sono così felice ti sia piaciuto! È stato difficile arrivare alla fine del romanzo con tutti i neuroni ancora funzionanti, ma ne è valsa la pena se sono riuscit@ a ottenere questo risultato. Grazie di cuore ♥️ (avevo una paura di questa recensione! ��)
    Un abbraccio
    C.K.

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