Pensieri su "UN ANNO E UN GIORNO" di Virginia Henley

Jane è un essere stregato, indomito, selvatico. Figlia di Jock Leslie, maggiordomo del castello di Dumfries, è la più giovane di dieci fratelli, allevata come fanciulla dai doni meravigliosi dalla nonna Megotta, di origini celtiche. Ora, come insinuano le sue sorelle, per Jane è giunto il tempo di maritarsi, ma ai suoi occhi gli uomini sono solo esseri grezzi e volgari.

Quando la Scozia viene invasa dalle truppe di Edoardo I d’Inghilterra, nella vita della ragazza irrompe Lynx de Warenne, valoroso cavaliere del re. Lynx è un uomo forte, ma si strugge dal desiderio di avere un erede. E quando Jock gli propone di contrarre matrimonio con la più giovane delle sue figlie…


UN ANNO E UN GIORNO ( A Year and a Day ) è una delle opere più apprezzate di Virginia Henley.
Si tratta del primo romanzo della trilogia medievale dedicata alla famiglia De Warenne, che comprende inoltre “Infamous“ e “Notorious”.

Autrice: Virginia Henley
Titolo: Un anno e un giorno
Serie: De Warenne Trilogy #1
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi Introvabili 33
Uscita: ottobre 2017


Historical Romance

3,5 stelline


Un romanzo molto accurato nella ricostruzione storica, ma anche tanto confuso nello stile: ci sono elementi romance mischiati e elementi paranormali, infilati un po' a casaccio e che nulla aggiungono alla trama, vari dialoghi e scene che sono anch'essi abbastanza irrilevanti, uno stile molto lento.
Immagino che una ventina d'anni fa apparisse perfetto, oggi rende un po' meno... (gusto mio).

Va detto che Lynx è proprio un uomo del suo tempo, che si porta appresso l'amante, facendola dormire sotto il medesimo tetto della giovane che ha appena preso in unione (matrimonio no - solo a risultato ottenuto tipo bonus se mi hai scodellato l'erede...). 
Coerente, ma di certo non fatto per rimanere tra i miei eroi cartacei favoriti. 
Robert Bruce è già meno ingessato e più caloroso.

Alicia dovrebbe essere il personaggio negativo, ma io l'ho trovata una povera ragazza che cerca in tutti i modi di sopravvivere a corte, non avendo una famiglia nobile e una dote alle spalle, ma soltanto la sua bellezza (quindi un bene estremamente fuggevole).
D'accordo, si rende invisa perchè si autoprovoca l'aborto, ma dove sta lo scandalo?
Senza tante ipocrisie, a quell'epoca un figlio poteva decretare la rovina, sia per la madre (non più così desiderata), sia per il bambino (specie se illegittimo). E non c'era così matematica certezza che il padre lo riconoscesse o si degnasse anche solo di mantenerlo...
Considerato che oggi ci sono donne che abortiscono ripetutamente, come normale metodo di contraccezione, e siamo nel duemila, non vedo perché farne motivo di biasimo allora.

Non ho praticamente detto nulla sulla protagonista stessa, ma non è una mera dimenticanza. Semplicemente c'è proprio nulla da dire: a parte l'inizio, dove si fa palpeggiare (molestare) da una lince nella foresta (e lì confesso che avevo cominciato ad incuriosirmi), per il resto Jane scorre via incolore. La nonna Magotta ha molta più verve e spessore.
In conclusione: scritto bene, non brutto, ma neppure tra le letture che mi sentirei di consigliare.

Amarilli

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