Pensieri su "IL PRINCIPE PRIGIONIERO" (Captive Prince #1) di C.S. Pacat

Damen è un guerriero e un eroe per il suo popolo, nonché il legittimo erede al trono di Akielos. Ma quando il fratellastro si impadronisce del potere, Damen viene catturato, privato del suo nome e spedito a servire il principe di una nazione nemica come schiavo di piacere. 

Bellissimo, manipolatore e pericoloso, il suo nuovo padrone, il principe Laurent di Vere, rappresenta tutto il peggio della corte di quel paese. Ma all'interno di quella letale ragnatela politica niente è come sembra, e quando Damen si trova, suo malgrado, invischiato nelle macchinazioni per il raggiungimento del potere, è costretto a collaborare con Laurent per sopravvivere e salvare la sua casa.

Per il giovane condottiero, a quel punto vige una sola regola: non rivelare mai, in nessun caso, la propria identità, perché l’uomo da cui dipende è anche colui che, più di chiunque altro, ha motivo di odiarlo…


Titolo: Il principe prigioniero
Titolo originale: Captive Prince #1
Autrice: C.S. Pacat
Traduttrice: Claudia Milani
Editore: Triskell Edizioni
ISBN: 978-88-9312-237-5
Genere: storico fantastico
Formato: pdf, epub, mobi.
Lunghezza: 186 pagine
Uscita: 30 giugno 2017
Prezzo: € 5,99




«Ci è giunta voce che il vostro principe possieda un proprio harem,» disse dama Jocasta. «Gli schiavi che vedete davanti a voi sono, da soli, sufficienti a soddisfare un padrone tradizionalista, ma ho chiesto ad Adrastus di aggiungere qualcosa di speciale, un regalo personale da parte del re. Una gemma grezza, se così vogliamo dire.»


Per carità, lettura piacevole e avvincente, questo va detto subito.
Però diciamo che quando le recensioni lo avevano paragonato alla saga della Carey, mi ero figurata ben altra cosa. Là c'era un intero mondo, tradizioni, storia, wording, il tutto molto originale. Qui c'è l'ambientazione mondo straniero-harem-serraglio, con qualche retroscena di lotte politiche sullo sfondo, ma è tutto appena accennato.
Persino la netta differenza nel trattamento degli schiavi è piuttosto succinta: non dico che bisognasse dedicare capitoli sui riti di addestramento, ma si dice semplicemente che nella terra natale di Damen essere schiavi è una sorta di arte, che lo schiavo rinuncia alla propria libertà in nome di qualcosa, ma poi, viene tutto lasciato all'immaginazione del lettore.
Intrighi e tradimenti: qui la parte è meglio sviluppata, ma in buona sostanza tutto si svolge all'interno di un palazzo (a parte due pagine su una scena di caccia).
Non ci sono battaglie, non ci sono vere descrizioni di questo mondo fantastico (se si eccettua una cartina geografica, che però - immagino - servirà per il seguito della storia).
Tutto viene lasciato molto sospeso, in divenire.

Quindi questa è una sorta di novella lunga, preparatoria di ben altro che (si spera) dovrà arrivare.

Per questo, dopo aver letto appena duecento pagine, non posso dire di essere stata travolta dall'entusiasmo incontenibile di chi forse ha già letto la saga integrale in inglese.
Se il colpo di genio dovrebbe risiedere nella contaminazione di generi (fantasy/storico/erotico), mettiamoci l'animo in pace: sono decenni che accade. Oltre alla già citata Carey, mi viene in mente la Zimmer Bradley, Branderson, Anthony Ryan, per non parlare di Richard K. Morgan, che riesce a unire sia storie MM che FF in un unico filone narrativo, con tanto di schiavi e corti malvage.

Se dunque cercate qualcosa di nuovo rispetto ai soliti libri lo apprezzerete, perchè comunque la qualità narrativa è buona, ma se siete caduti nell'errore di trovarvi di fronte a una sorta di epic fantasy (le care vecchie 600 pagine di pura azione), vi accorgerete che qui probabilmente dovete completare tre uscite per raggiungere il risultato di quello che altri autori riescono a fare con un unico romanzo.

Amarilli


2 commenti:

  1. uh, grazie. Ho sentito solo parlar bene di questo libro, talmente osannato che quasi l'ho preso in antipatia. Lo leggerò e ti dirò. Sai già come la penso su Ryan e simili quindi ora parto preparata

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